Sembra che Papa Giovanni Paolo II goda di universale stima e considerazione. Che persino atei, agnostici, libertini e nemici dichiarati della Chiesa Cattolica gli riconoscano qualità tali da rendere tutto sommato positivo un giudizio su di lui. Che gli succeda ciò che persino a Gesù Cristo non fu dato, e cioè di destare umana ammirazione in tutti, o quasi tutti i suoi uditori.
Ci siamo chiesti il perché. E nel rispondere, ci è sorto il dubbio di essere di fronte a un grosso inganno.
In effetti, un impressionante sistema di selezione delle informazioni trasmette al mondo ciò che del Vicario di Cristo non dovrebbe infastidire alcuno. Chi potrebbe, infatti, disprezzare mai un Pontefice che tien conto dei bambini, visita gli anziani, conforta gli ammalati, stima gli artisti, tuona contro la mafia, chiede l’azzeramento del debito dei Paesi poveri, promuove la pace, è solidale con poveri, esuli, alluvionati, terremotati e afflitti d’ogni genere? Chi ha il cuore così duro e la mente ottenebrata fino al punto di disdegnare queste umane solidarietà? Nessuno che abbia sale in zucca, è ovvio. Ed ecco spiegati i tanti complimenti al Santo Padre.
Sia chiaro: quanto sopra, ovviamente, rientra nel ministero petrino. Al pari di Gesù Cristo, anche il Papa, suo Vicario in terra, si china sulle sofferenze dell’uomo per alleviarle. E non sarà mancato chi, vedendo questo, ha attenuato, forse mutato il giudizio critico nei confronti della Chiesa, aperto il cuore alla carità e la mente alla vera fede. E questo non può che far piacere a noi e bene a lui.
Ma – si dovrà pur dire – c’è anche un Papa che viene sistematicamente censurato dai padroni del circuito massmediatico; un Pontefice che, se reso pubblico, sospettiamo non susciterebbe facile ed unanime consenso, nemmeno in casa cattolica.
È quello, per fare un solo esempio, che ricevendo i Vescovi del Canada (ne parla Invernizzi in questo numero) ha detto loro che “insegnare la fede ed evangelizzare significa proclamare al mondo una verità assoluta e universale” e li ha invitati a “difendere la verità e a diffonderla”, dichiarandosi convinto della necessità, oggi, di una “nuova apologetica”.
Orbene, stando al Papa che piace a tutti, va proclamata una Verità assoluta e universale che invece, lo sappiamo bene, non piace affatto a tutti. E il Papa esorta i Vescovi a diffonderla (proselitismo?) e a difenderla (spirito di Crociata?).
Questa “verità assoluta e universale” ha nome e cognome: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, morto crocifisso e poi risorto, dinanzi al quale non si dà neutralità: o gli si dice sì e si sta con Lui o gli si dice no e ci si oppone.
Ora, è difficile comprendere come sia possibile che chi, consapevolmente(importante questo “consapevolmente”), ha detto no a Gesù Cristo, non lo riconosce vero Dio, non mangia la sua Carne e non beve il suo Sangue, denigra il suo Corpo Mistico che è la Chiesa, non venera sua Madre, se ne frega del Paradiso e si prende gioco dell’Inferno, abbia poi del Papa, Vicario di Cristo, un’ opinione sostanzialmente positiva.
A meno che per lui il Papa sia solo quello emendato dai mass media. Che non è il vero Papa.
Attenti, dunque, all’inganno, cattolici. Preghiamo e lavoriamo con il Papa per una “nuova apologetica”. Il Santo Padre sa che noi lo amiamo e lo seguiamo anche quando dice cose che non piacciono al mondo e che vengono, per questo, furbescamente censurate e maliziosamente occultate.
IL TIMONE N.5 – ANNO II – Gennaio/Febbraio 2000 – pag. 2 – 3