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15.12.2024

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Davanti all’Eucaristia. Guida all’adorazione
7 Febbraio 2015

Davanti all’Eucaristia. Guida all’adorazione

DAVANTI ALL’EUCARESTIA: GUIDA ALL’ORAZIONE
 
Fare silenzio interiormente, lasciare andare gli affanni e le preoccupazioni, perché a tutto pensa Colui che ci guarda.  E poi lodarlo, aprendosi alla presenza dello Spirito Santo. Alcuni consigli per principianti e non

Tra i maestri più insigni di preghiera abbiamo la Madre di Dio che Giovanni Paolo II definì «donna veramente eucaristica». Egli ci esortava a contemplare il Volto del Figlio con gli occhi della Madre e lui stesso indicava quanto fosse appropriato meditare i misteri del Rosario durante l’adorazione, in Mane Nobiscum Domine: «L’adorazione eucaristica fuori della Messa diventi un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente
nell’Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo.
Approfondiamo nell’adorazione la nostra contemplazione personale e comunitaria, servendoci anche di sussidi di preghiera sempre improntati alla Parola di Dio e all’esperienza di tanti mistici antichi e recenti. Lo stesso Rosario, compreso nel suo senso profondo, biblico e cristocentrico potrà
essere una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata in compagnia e alla scuola di Maria».
Per chi cercasse uno schema pratico da seguire per adorare, mi permetto di indicarne uno semplice, in mezzo ai tantissimi ottimi, partendo da una piccola storia.

Entrare in un «altro mondo»
«Quando per la prima volta sono entrato in una chiesa con l’adorazione, sono stato colpito dal senso di serenità e di pace che si respirava. Mi sono guardato intorno e ho visto le persone, come fossero assorte e rapite da una presenza invisibile ma reale, che tutte le assorbiva C’era chi leggeva il suo libretto di preghiera, seduto compostamente nel suo posto. C’era chi fissava l’Ostia santa, esposta nell’ostensorio, illuminata dalla tremula luce delle candele. C’era chi lasciava scorrere tra le dita il suo Rosario e muoveva impercettibilmente le labbra in una instancabile preghiera.
C’era chi in piedi a distanza alzava le sue braccia col viso estatico e sembrava innalzarsi nelle vette della contemplazione. Ho visto anche chi, con gli occhi rossi e le guance rigate di lacrime, viveva un’esperienza di particolare commozione e sembrava sensibilmente toccato dalla grazia di Dio. Una
giovane donna giaceva bocconi sul pavimento nelle immediate vicinanze dell’altare dove era esposta la Santissima Eucaristia e in silenzio sembrava immergersi nella luce che emanava dal Dio nascosto. C’era anche chi, con un grande sorriso, sembrava parlare con l’invisibile presenza di Qualcuno…» Ecco la testimonianza molto eloquente di una persona che mette in risalto molti modi diversi di vivere l’esperienza dell’adorazione eucaristica. Ognuna delle figure che la testimonianza indica, esprime una modalità diversa di preghiera e anche uno stato d’animo particolare. Tante persone diverse, ma ciascuna in una stretta relazione con Dio, presente realmente nell’Eucaristia, alle quali Egli parla, con le quali stabilisce un rapporto e ispira un modo diverso di preghiera. Ognuna di esse ha una sua valenza e ognuna rispetta la diversità, lo stato d’animo particolare, il momento della vita che sta attraversando.

Genuflessione e raccoglimento
Quando entri nella cappella o nella chiesa per trascorrere il tuo tempo di adorazione eucaristica, genufletti (facendo leva sulla gamba sinistra, poggia il ginocchio destro a terra, poi poggia anche l’altro), oppure prostrati (alla maniera orientale e ortodossa, piega il busto in avanti fino a poter sfiorare con la mano destra a terra) e poi segnati col segno della croce: questo è il saluto iniziale. Quando ti rechi al banco non metterti subito seduto, ma resta qualche istante in ginocchio per raccoglierti e per ricordare a te stesso che sei alla presenza di Dio. Fai silenzio interiore, cioè cerca di lasciare andare via tutti gli affanni e le preoccupazioni, infatti a tutto pensa Colui alla cui presenza ti sei posto.
Quando hai acquistato tranquillità è importante che tu ti metta fisicamente a tuo agio, che deponga eventualmente la tua borsa, e tutto ciò che ti ingombra addosso, ma anche che lasci alla porta della cappella ogni fonte di distrazione, ansia, affanno, perché tu possa godere della presenza del Signore.
Puoi portarti un piccolo quaderno in cui annotare su una pagina tutte le distrazioni ossia tutte le cose che ti ricordi che hai da fare, annotandole libererai la mente e quindi non dovrai affannarti a pensare, inoltre alla fine della preghiera le troverai in ordine di importanza decrescente, cominciando dalle prime alle ultime le troverai in fila pronte ed organizzate per non farti perdere tempo. Dall’altra parte, annota nel quaderno i ricordi: ti verranno in mente le persone da perdonare, le cose per cui chiedere perdono: dedica un po’ di tempo per questo… il Signore ti darà in cambio tanta pace e un grande peso si solleverà dal tuo cuore, lasciandoti la serenità. Ti accorgerai che vi sono cose, che forse non hai mai confessato, delle quali maggiore senti il peso, annotale, appena puoi rivolgiti ad un sacerdote e confessale per ottenere il perdono sacramentale; inoltre, se vuoi camminare nella santità, anche se non hai pesi gravi da portare in cuore, magari una volta al mese o più spesso accostati al sacramento della misericordia di Dio.

Il rendere grazie
Ti rammenterai poi delle tante ragioni per cui dire il tuo grazie a Dio e gioire per la sua bontà e grandezza, soffermati a farlo senza fretta, assapora questa preghiera di lode e ringraziamento, esprimi la tua gratitudine verso Dio: quante poche persone si fermano a dire grazie a Dio. Puoi ringraziare per le cose semplici della vita, delle gioie o anche dei dolori che poi Dio ti ha trasformato in gioia, delle cose incomprensibili che nel tempo hanno acquisito un senso, alla luce della tua storia e dell’Amore di Dio. Così imparerai anche a ringraziare in fede, cioè a saper dire grazie anche nel dolore, anche nelle contraddizioni e contrarietà della vita. Tu ora non capisci il perché, ma Dio è Padre e non permetterà mai una cosa che non sia per il tuo bene o che non nasconda un bene più grande del male. Loda Dio per la sua bontà, sapienza, per il creato e per tutto quello che ti viene in mente, senza fretta e senza vergogna, puoi aiutarti con qualche salmo di lode e benedizione (nella Bibbia verso la metà trovi il libro dei Salmi, alcuni cominciano con le parole «loda(te) il Signore…”, benedici(dite) il Signore…») aiutati con essi a pregare. Quando la tua lode sembra lasciare il posto alla presenza dell’ospite dolce dell’anima, come viene definito lo Spirito Santo, invocalo, chiamalo, chiedigli di venire in tuo aiuto, dicendogli: “Vieni Spirito d’amore, riempimi, insegnami a pregare, perché senza di te non so cosa sia conveniente chiedere, come rivolgermi a Dio”.
Se conosci un canto allo Spirito, se ne hai la possibilità e non disturbi altre persone, cantalo a bassissima voce: Egli ti darà il segno della sua presenza e ti disporrà alla preghiera. Al termine del canto, se il Signore ti ha concesso il dono delle lingue, cioè quei gemiti inesprimibili, di cui anche
sant’Agostino parla, quando descrive la jubilatio, puoi usarlo per pregare in spirito.
Dentro di te, senza disturbare esternamente nessuno. Come dice l’apostolo Paolo in Rm 12,26-27: «Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio».

Perdono e intercessione
Ti suggerirà se devi tornare a lodare, chiedere perdono, intercedere (cioè pregare) per qualcuno: anzi potrebbe darsi che ti tornino in mente tante persone alle quali non pensavi, che ti venga davanti agli occhi la figura di qualcuno che non conosci, evita di spaventarti, perché a volte il Signore ci fa anche pregare per color che non conosciamo e ce ne dà un volto davanti agli occhi, o nella mente. Ti potrebbero venire alla mente situazioni dell’umanità in cui il male sembra avere la meglio, fatti di dolore, drammi, eventi catastrofici, ingiustizie, guerre… dedica tempo, senza fretta per ciò di cui il Signore ti chiede di occuparti. Se qualcuno ti aveva chiesto di ricordarlo nella tua preghiera, questo è il momento adatto. Se ti hanno proposto delle intenzioni per cui pregare, presentale ora a Dio. Egli ti ascolta e ne vedrai poi i risultati e se anche non li vedi sappi che Dio ti ha ascoltato e agirà senza dubbio nella sua sapienza infinita. Ora se vuoi puoi utilizzare altre forme di preghiera.

Altre forme di preghiera
Leggere passi della Bibbia e soffermarti nel momento in cui qualche parola o versetto emerga dal testo e quindi assaporarli lentamente come fossero cibo delizioso, puoi anche ripeterli lentamente ed annotarli e magari tornare a ripeterli per il resto della giornata e in altri giorni successivi. Ripetere come una litania il nome di Gesù magari con una espressione come: «Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore », fino a quando ciò possa entrare nel respiro e ritmare i battiti del tuo cuore (preghiera del cuore).
Pregare il Rosario, cioè in compagnia della Madre di Dio, meditare i misteri della nostra Salvezza, dedicando ogni mistero ad una particolare intenzione comune ad altri, o magari suggerita in quel momento da ispirazioni interiori, o da richieste di altri.
Pregare con i Salmi o con la Liturgia delle Ore, in comunione con tutta la Chiesa universale, diventando lode con la Parola di Dio santa ed eterna. In unione con tanti altri battezzati, sposati, o consacrati, giovani, o adulti, insomma unendo la tua voce a quella del mondo intero, pregando come Gesù.
Utilizzare libri, o forme devozionali e tradizionali che fanno parte del patrimonio della fede cattolica, ispirata dai santi, riscoperte anche recentemente: come le novene, come litanie e giaculatorie (iaculum = freccia) con cui rivolgersi a Dio. Concludi con la preghiera del Padre nostro e poi segnati col segno della croce e genuflettendo lascia la cappella. Potrai così portare con te la dolce presenza del Maestro, che condurrà tutta la tua giornata, tutta la settimana, se il tuo incontro con Lui è settimanale. Inoltre da questo incontro con Lui nascerà in te il desiderio di poterlo visitare di quando in quando, durante la settimana, di poterti affacciare e fermarti brevemente ogni qual volta passi accanto alla chiesa parrocchiale, o ad una qualunque chiesa aperta. Poter stare con Lui, che ti ama tanto, diventa una desiderio irrefrenabile, un impulso irresistibile. Nasce il desiderio di poterlo ricevere sacramentalmente, non più solo la domenica, ma anche altre volte durante la settimana, nasce il desiderio di fare tutto il possibile per restare in “grazia di Dio” e di tornarci sempre attraverso la frequenza al sacramento della penitenza. â–

Il Timone – Febbraio 2015

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