SENZA DI LUI, NIENTE TIMONE
Bisogna saper vincere una tentazione che può far capolino quando assaporiamo la gioia di un successo. Quella di pensare che il merito per il risultato raggiunto sia solo nostro. Dimenticando troppo in fretta il severo ammonimento che il Vangelo attribuisce a nostro Signore: «Senza di me, non potete fare nulla” (Gv 15,5). «Nulla» sta scritto; dunque – se ne ricava – nemmeno un mensile di apologetica cattolica.
Il successo è sotto i nostri occhi e non può che rallegrarci: verso la metà dello scorso dicembre, è stato inserito nel nostro elenco l’abbonato numero diecimila.
Era difficile prevedere un traguardo del genere quando abbiamo dato vita al Timone. Molti di quelli ai quali illustravo il progetto di una rivista che si occupasse di apologetica cattolica, per offrire qualche ragione per credere e anche per difenderle dalle contestazioni e dagli attacchi, dubitavano della sua bontà, storcevano il naso, preannunciavano fallimenti. Avevano, lo riconosco, buoni argomenti dalla loro parte: l’inesperienza del direttore, l’assenza di un editore in grado di sostenere economicamente la rivista, la scelta di non destinare spazi alla pubblicità, la penuria di mezzi economici, la mancanza di un distributore che portasse Il Timone in edicola a prezzi accessibili, la decisione di stampare i primi numeri semplicemente autofinanziandosi, etc.
Come sono andate le cose lo sapete e il risultato lo avete in mano ora, mentre state leggendo questo editoriale. È accaduto dunque di essere riusciti là dove – mi è stato riferito in seguito – altri, ben più qualificati e ben più dotati di mezzi, non erano riusciti. È, questa, una semplice constatazione.
Alla quale, tuttavia, mi preme dar seguito con una stringata riflessione. Che parte da una domanda: «Che cosa fare quando ci viene donata la grazia di assaporare un successo?».
Rispondo così. Dobbiamo prima di tutto riconoscere che il vero merito va al buon Dio. Di ciò non può dubitare chi ha dato vita al Timone, se pone mente alle condizioni di partenza. Pensate, cari lettori, che all’uscita del primo numero, nel maggio 1999, non avevamo stampato nemmeno il numero di conto corrente postale, tanto eravamo disorganizzati. Chi ha ricevuto quel fascicolo, ormai introvabile, forse ricorderà che facemmo appena in tempo ad infilare tra le pagine un foglietto, fotocopiato e ritagliato tremila volte, tante erano le copie stampate, con il quale chiedevamo di sostenerci.
Poi, dobbiamo constatare che il buon Dio si è servito di tanti lettori, suscitando in ciascuno la decisione di sostenere quest’opera, con la preghiera (siamo cattolici e crediamo veramente alla forza della preghiera!), abbonandosi, elargendo generose donazioni, regalando abbonamenti, promuovendo il Timone tra amici e familiari, nelle scuole e in parrocchia.
Per tutto questo, siamo veramente grati. Il buon Dio, Lo ringraziamo con la preghiera. I lettori con il proposito di offrirvi un mensile sempre all’altezza della buona battaglia che quotidianamente ci investe nei luoghi dove si vive.
Ma un grazie speciale – lasciatemelo dire – lo debbo ai giornalisti che scrivono su queste pagine, a quella che abbiamo definito simpaticamente, fin dall’inizio, la “Nazionale degli apologeti”. Sono loro che fanno del Timone una pubblicazione unica nel mondo cattolico, prestigiosa e popolare, semplice e chiara, soprattutto utile. Mi è stato detto, anche da importanti prelati, che Il Timone viene letto tutto, dalla prima all’ultima parola, che in ogni articolo si offre qualcosa da imparare per sé e per gli altri. E questo conferma la bontà della scelta di stendere articoli brevi, sempre fedeli al Magistero, cercando di raccontare, per quanto ne siamo capaci, la verità.
Il proposito è di mantenerci fedeli a questa scelta. Il 2006 promette bene. Ci aspettano nuovi traguardi, nuovi successi. Speriamo siano tanti. In ogni caso, ci ricorderemo sempre che senza di Lui non potremo fare nulla. Nemmeno il Timone.
IL TIMONE – N.49 – ANNO VIII – Gennaio 2006 – pag. 3