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14.12.2024

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Dio corregge i nostri errori
31 Gennaio 2014

Dio corregge i nostri errori

C’è qualche rapporto fra l’atea e socialista Anna Kuliscioff e il fondatore di CL don Luigi Giussani? La sorprendente risposta in questa storia che racconta la provvidenziale conversione al cattolicesimo di una ragazza figlia di rivoluzionari.

Al giorno d’oggi si pensa che vivere la propria fede in Cristo e nella Chiesa cattolica sia un fatto intimistico o, al limite, da sacrestia. La conversione viene vista come una mera scelta, facoltativa, senza particolari conseguenze nella propria e altrui vita.
La vicenda di cui riferiremo ci mostrerà qualcosa di diverso: l’agire inaspettato di Dio attraverso un nostro radicale sì.
Si tratta del singolare matrimonio tra Luigi Gavazzi e Andreina Costa. L’uno, figlio di una ricca famiglia cattolica di setaioli da generazioni; l’altra, figlia di rivoluzionari, tra i fondatori del socialismo riformista italiano, assai poco inclini alla religione, Andrea Costa e Anna Kuliscioff, e figlioccia del noto Filippo Turati, il compagno al quale Anna si legherà poi per sempre.
Luigi e Andreina si conobbero al liceo Manzoni di Milano. Fu quasi un colpo di fulmine. Si sposarono a Desio nel 1904. In occasione del matrimonio, lei, ventiduenne, si convertì al cattolicesimo.
Inevitabili le dure reazioni delle rispettive famiglie alla notizia del loro fidanzamento. Lui fu addirittura mandato in America per un certo periodo. Ma, altresì, forte fu lo sconcerto come notiamo da una lettera della Kuliscioff al marito: «(…) non credevo lontanamente possibile un matrimonio di questo genere, non per causa della ragazza, ma per la sfortuna che portava io d’esserle madre reproba e rejetta dalla gente per bene». Scontato lo scandalo da parte del marito, di alcuni esponenti del partito e della stampa “rossa” pochi mesi prima delle nozze. Mentre la famiglia di Luigi, dopo iniziali resistenze, accoglieva come una figlia la futura sposa.
Ebbero cinque figli, tra cui uno divenne monaco e l’altra carmelitana.
La madre di Andreina, infine, trovò la serenità sperata vedendo la figlia felice.
Trent’anni dopo Andreina, imprevedibile strumento di Dio, aiuterà a compiere gli studi seminaristici un ragazzo di Desio, primo di quattro figli, la cui famiglia versava in ristrettezze economiche per la compromessa salute del padre. Era don Luigi Giussani, il compianto fondatore di Comunione e Liberazione.
Naturale appare il richiamo alle parole di Gesù: «Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto» (Gv 15,5).
Alla luce di questi brevi cenni, ci chiediamo: può essere ancora difendibile la posizione di chi concepisce la conversione come un mero fatto privato, facoltativo, da non favorire?
In realtà, la conversione è strutturale all’uomo in quanto creatura di Dio fatta a sua immagine e somiglianza, perché «ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché riposa in te», diceva S. Agostino, e perché Dio ama l’uomo. «Io non godo della morte di chi muore.(…). Convertitevi e vivrete» (Ez 19,32). Per questo sono insistenti gli appelli alla conversione nella Bibbia: «pentitevi dunque e cambiate vita» (At 3,19). C’è di mezzo la felicità eterna, ma anche quella terrena. Per ogni uomo.
BIBLIOGRAFIA

Anna Kuliscioff, Lettere d’amore a Andrea Costa 1880-1909, Feltrinelli, 1976, pagg. 342-347.
Massimo Camisasca, Comunione e Liberazione. Le origini (1954-1968), San Paolo, 2001.
S. Agostino, Le confessioni, libro I, par.1.

Dossier: Conversione

IL TIMONE – N. 55 – ANNO VIII – Luglio/Agosto 2006 – pag. 46

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