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14.12.2024

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Dio e Cesare
31 Gennaio 2014

Dio e Cesare

 

 

 

 

Accadono fatti che il tempo non mancherà di cancellare dalla storia, ma che la nostra intelligenza, chiamata a giudicare anche la cronaca, ha il dovere di esaminare. Perché svelano qualcosa e avvertono di possibili sviluppi.
Ne scelgo alcuni che hanno per cornice la decisione della Chiesa italiana, rappresentata dal Presidente della Conferenza Episcopale cardinale Camillo Ruini, di opporsi al tentativo di riconoscere giuridicamente le coppie di fatto (i cosiddetti “Dico”), quelle omosessuali comprese, messo in opera dal Governo Prodi. Vediamoli.
Il primo: palesemente contrariata, un ministro, la cui fede cattolica è ben nota, ha ribattuto che la Chiesa farebbe meglio ad occuparsi delle cose di Dio, lasciando intendere che la famiglia non rientrerebbe tra queste.
Il secondo: un ex Presidente della Repubblica italiana, egli pure notoriamente cattolico, ha avvertito minaccioso il cardinale Ruini perché non dia seguito al proposito annunciato di preparare un documento per illuminare i politici cattolici sui “Dico”.
Il terzo: un gruppo di intellettuali di area cattolico-progressista ha lanciato un appello ai Vescovi italiani perché tacciano sul dovere dei parlamentari cattolici di avversare quel disegno di legge. Altrimenti, è scritto, quei parlamentari si troverebbero nella difficile (?) condizione di dover scegliere se obbedire alla Chiesa o alle decisioni del loro gruppo politico.
Il quarto: sessanta parlamentari cattolici dello schieramento di centro-sinistra, incuranti dell’insegnamento della Chiesa cui pure dichiarano di appartenere, hanno annunciato pubblicamente la loro posizione favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto.
Che cosa dire, se non che c’è da rimanere esterrefatti? Mentre scrivo, non si sa se la proposta verrà approvata dal Parlamento. Speriamo di no, ovviamente. Ma i fatti ora ricordati obbligano ad una elementare, chiara e, purtroppo, dolorosa constatazione.
Qui si ha la prova che, nel caso di conflitto tra la legge di Dio e quella “di Cesare”, come si legge nel Vangelo, certi cattolici che siedono in Parlamento non esiteranno nemmeno un istante, stando a ciò che affermano essi stessi, a scegliere la seconda.
È davvero sbalorditivo, roba da non credere! Sia chiaro: quante volte, per miseria, per debolezza, per viltà, per paura delle conseguenze, ci accade di preferire Mammona a Dio, di stare con Cesare piuttosto che con Dio e la sua Chiesa? Siamo peccatori, lo sappiamo bene. Ma qui si tratta di una scelta consapevole, di una decisione premeditata, presa a freddo: se la Chiesa dovesse richiamare i parlamentari cattolici al rispetto della legge di Dio sulla famiglia, non verrà ascoltata, non sarà obbedita!
Sui giornali abbiamo letto ogni possibile commento a questa decisione. A noi ne viene in mente uno che non abbiamo ancora visto: che cosa diranno al buon Dio quando sarà loro chiesto di spiegare un simile tradimento? Perché, va detto chiaro, il loro operato, come quello di ciascuno di noi, sarà giudicato dal Signore. Se lo ricordano?
Che scusa accamperanno per giustificare questa scelta, vista l’aggravante che il prezzo da pagare per obbedire a Dio piuttosto che a Cesare non è insostenibile, non comporta il martirio, ma al massimo – e non è scontato! – la perdita di quella poltrona ben remunerata loro assegnata da chi li ha votati? Interrogativi ovvi, ci sembra di poter dire, per chi ragiona in una prospettiva di fede cattolica, che è la stessa alla quale si richiamano i sopraelencati personaggi. Possibile che non ne tengano conto?
Preghiamo per questi fratelli nella fede. Chiediamo al buon Dio di fortificare il loro animo infondendogli coraggio. E alla loro intelligenza di riflettere bene su quello che intendono fare.

Ricordiamo agli abbonati che quest’anno saranno celebrate tre Sante Messe alla settimana per loro e per le loro intenzioni. È il nostro modo di ringraziarli per l’attenzione con la quale seguono “il Timone”.

Il Timone N. 61 – ANNO IX – Marzo 2007 pag, 3

 

 

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