Leah Libresco, popolare blogger americana e atea convinta, di fronte alle domande incalzanti di uno studente universitario approda alla Verità. E riconosce che la fede cattolica è più razionale di ogni filosofia
Qual è il momento più bello nella vita di un uomo? «Quello in cui ti rendi conto che tutto quello che ritenevi vero fino ad allora, in realtà è falso». Una affermazione sorprendente, addirittura controcorrente in un tempo come il nostro dove nessuno ammette di aver sbagliato ed è disposto a cambiare. L’ha formulata di recente una giovane filosofa americana: Leah Libresco. Laureata alla prestigiosa università di Yale e apprezzata collaboratrice dell’Huffington Post (blog statunitense tra i più seguiti), fino a pochi mesi fa era considerata una eroina e una star dagli atei di tutto il mondo: era infatti responsabile del seguitissimo Patheos Atheist Portal. Poi il colpo di scena. Lo scorso 18 giugno un post di Leah ha spiazzato e scioccato le legioni di fan – per la maggior parte appunto atei – del suo blog, facendo subito il giro del mondo. «Questo è il mio ultimo post», annunciava deciso il titolo dell’articolo, nel quale la Libresco racconta di aver trovato finalmente la risposta giusta alla sua esigente domanda interiore di «morale», domanda che l’ateismo non era mai riuscito a soddisfare, e questa risposta è il cristianesimo. Una risposta che in realtà da tempo respingeva e confutava, appagata di «spiegazioni che cercano di inserire la moralità nel mondo naturale». «Mi sono sentita come un’archeologa» Oggi Leah precisa: «Per anni ho tentato di argomentare da dove derivasse la legge morale universale che riconoscevo presente in me», una morale «oggettiva come lo sono la matematica e le leggi fisiche ». In questa ricerca continua di risposte,la bloggerstar si è anche rifugiata nellafilosofia o nella psicologia evolutiva. Rimanendo delusa: «La risposta non era lì», riconosce. Anche perché nel frattempo, dice, «non potevo più nascondere come il cristianesimo dimostrasse meglio di ogni altra filosofia quello che riconoscevo già come vero: una morale dentro di me che però il mio ateismo non riusciva a spiegare». E fa un paragone: «Ho capito che il riconoscimento della Verità e di una morale non è impresa da architetti, che costruiscono quello che non c’è, ma di archeologi, che scoprono quello che c’è». Noi italiani, ed europei, siamo abituati a cristallizzare le posizioni e ad inquadrare le persone una volta per sempre. Negli Stati Uniti non è così. Sono molto più liberi e aperti all’imprevisto e alla novità. Per capirci, è come se da noi ci fosse stata l’inaspettata conversione di un Odifreddi (matematico tuttologo), di un Giorello (filosofo della scienza), di una Margherita Hack (astrofisica) o addirittura di Eugenio Scalfari (giornalista-scrittoreprofeta). Tutti ben lontani da Dio e dalla fede cattolica. E perciò refrattari al lapidario giudizio di Isaac Newton: «Chi nega Dio è degno del manicomio: mettetegli una borsa di ghiaccio sulla testa, perché non ragiona». Infatti, «se Dio non c’è, tutto è permesso» (Dostojevski).
«Un ordine che implica Qualcuno che lo ha pensato»
Ma com’è nato il clamoroso dietro-front di Leah (che invece la testa per “ragionare” ce l’ha, eccome)? Da un incontro. Inatteso ma decisivo. I primi “segni” che hanno poi condotto alla conversione si sono manifestati il 1° aprile, domenica delle Palme, quando la Libresco partecipa a un dibattito con gli allievi della “sua” Università di Yale: deve spiegare da dove ha origine la legge morale. Durante l’intervento viene interrotta da un ragazzo. «Cercava di farmi ragionare – come lei stessa ricorda – chiedendomi non di portare le spiegazioni di altri, ma di dire che cosa ne pensassi io». «Non lo so, non ho un’idea certa», è la sua risposta alla domanda, così diretta. «Questa è la tua migliore ipotesi?», incalza il giovane. «Non ne ho una», replica lei. «Avrai pur qualche idea», insiste lo studente. «Non lo so… insomma, penso che la morale sia innamorata di me o qualcosa del genere», prova a dire la filosofa. Quello sfacciato universitario a questo punto rivela qual è la sua posizione, e cioè che la morale è oggettiva, indipendente dalla volontà umana: insomma, dipende da Altro.
La filosofa è colpita, riflette, poi capisce che quello studente ha ragione ed è riuscito a far riemergere un’intuizione che l’aveva già sfiorata. Si accorge cioè che è ragionevole ammettere che viviamo «in un ordine che implica Qualcuno che lo abbia pensato» e credere «nell’esistenza della Verità, nell’origine divina della morale», come spiegherà poi. «Intuivo che la legge morale, come la Verità, potesse essere una persona. E la religione cattolica mi offriva la strada più ragionevole e semplice per vedere se la mia intuizione fosse vera, perché dice che la Verità è vivente, che si è fatta uomo». Poi, dopo aver chiesto a quel ragazzo che cosa le suggerisse di fare, la filosofa atea convinta inizia a pregare con lui. Da quel momento lo fa «sempre, anche da sola».
«Sono così felice per te, ho pregato tanto»
Anni e anni di teorie, prove, convinzioni, sicurezze, sgretolati quindi davanti all’unica Verità: Dio. Così che la vicenda di Leah Libresco – con la sua repentina e convinta conversione – sembra invece confermare una massima del filosofo Bacone: «L’ateismo è più sulle labbra che nel cuore dell’uomo».
Riportata sul “suo” portale, la storia di Leah ha provocato reazioni contrastanti e milioni di commenti. Basti pensare al fatto che è stata postata su Facebook 18 mila volte e che la sua pagina web ha ricevuto, secondo il direttore del blog, Dan Welch, circa 150 mila contatti. Molti interventi sono pesanti accuse, formulate da atei doc che si sentono “traditi” da quella che ritenevano a tutti gli effetti una leader. Molti altri commenti, al contrario, provengono da cattolici che, al pari dei tanti non credenti, seguivano il blog. Esprimono le proprie congratulazioni. Uno di loro ha scritto: «Sono così felice per te. Ho pregato tanto. L’avventura è appena cominciata ». Afferma Leah stupita: «Davvero è bellissimo partecipare alla Messa e sapere che lì c’è Dio fatto carne; un fatto che spiega tante cose altrimenti inspiegabili». L’ex paladina del rifiuto di Dio ha cominciato un cammino di preparazione al battesimo, pronta ad entrare nella lista dei grandi convertiti degli ultimi due secoli: da Giovanni Papini a Edith Stein, da André Frossard a Solzenitsin.
Una storia esemplare, che ci induce tuttavia a una ulteriore riflessione, e cioè alla responsabilità di noi credenti. Sosteneva Paolo VI: «A volte vediamo questi atei pensosi alla ricerca di un Dio che noi non abbiamo saputo dare». A proposito, Leah ha ribattezzato il suo blog Patheos Catholic Channel.
Ricorda
«Sarebbe la non esistenza di Dio, non la sua esistenza, a dare dei problemi irresolubili di logica e di ragione».
(Ėtienne Gilson)
IL TIMONE N. 117 – ANNO XIV – Novembre 2012 – pag. 16 – 17
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