Regia: J. Duvivier
Con Fernandel, Gino Cervi.
1952 – 107’ minuti – B/N
Ho un leggero timore nel voler parlare dei film che hanno come protagonista Don Camillo e l'eterno rivale Peppone e non perché gli argomenti da trattare siano pochi, anzi, è proprio perché con un ciclo di film così famosi si rischia di dire cose fin troppo note se non addirittura banali. Penso, però, che ciò non accadrà per un semplicissimo motivo: il miglior consiglio che possa darvi per vedere i film su don Camillo è leggere i libri, scritti da Guareschi, che hanno come protagonista don Camillo. Credetemi: se amate (consentitemi il termine che non è usato a sproposito) vedere e rivedere sullo schermo le schermaglie tra il parroco e il sindaco comunista, avrete una sorpresa ancor più grande se leggerete l'origine da cui sono tratte le storie. Parlare della grandezza, dell'intelligenza e dell'umorismo di Guareschi sarebbe limitativo se riferiti solo ed esclusivamente a don Camillo; eppure, il grande scrittore (perché questo è!) riesce, ambientando in un lembo di terra ricco di contraddizioni, a raccontare le difficoltà oggettive quotidiane, descrivendo un'umanità dove il rispetto (che non diventa mai molle accondiscendenza) è anteposto alle idee e la Fede diventa l'unica strada percorribile fianco a fianco, qualsiasi sia il colore della giubba d'appartenenza. Abbiamo fatto quasi l'abitudine a vedere don Camillo colloquiare con il Cristo in croce senza considerare, forse, che quello è il vero fulcro: la situazione politica può essere disastrosa, gli uomini possono tradire, le difficoltà si mostrano insormontabili, eppure c'è sempre Lui a dare la giusta rotta perché tutto si risolva. Basta solo saperlo ascoltare… E tutto questo Guareschi è riuscito a raccontarlo sempre con la gioia nel cuore e il sorriso sulle labbra. Da vedere e ancor più da leggere!
N. 57 – ANNO VIII – Novembre 2006 – pag. 63