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13.12.2024

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Ecclesia docet
31 Gennaio 2014

Ecclesia docet

 

 


Per parlare dei rapporti tra fede, filosofia e scienza è necessario chiamare in causa fede e ragione naturale. A tale proposito, il lettore può trovare impareggiabili riflessioni nell’enciclica Fides et ratio, di Papa Giovanni Paolo II.
“Credere – spiega S.Tommaso d’Aquino – è un atto dell’intelletto che sotto la spinta della volontà mossa da Dio per mezzo della grazia, dà il proprio consenso alla verità divina” (Somma Teologica, Il-Il, 2, 9) cioè alle cose che non si vedono, ma che si credono sull’autorità di Dio che le rivela.
La ragione naturale è la facoltà di pensare propria dell’uomo, il quale si interroga sul perché delle cose e sul loro fine – e questo è il compito della filosofia -, ovvero indaga circa le realtà che costituiscono l’universo fisico e lo popolano, e tale è il compito delle scienze sperimentali.
Detto ciò, richiamiamo alcuni punti dell’insegnamento della Chiesa circa i rapporti che sussistono tra fede, filosofia e scienza.
Innanzi tutto, i due ordini di conoscenza, soprannaturale e naturale, sottendono un desiderio di verità. S. Agostino scrive:
“Molti ho incontrato che volevano ingannare, ma che volesse farsi ingannare nessuno” (Le Confessioni, X, 23) e la Fides et ratia afferma: “L’uomo per natura ricerca la verità” (n. 33).
Quindi, l’uomo per sua natura tende alla conoscenza della verità, e fede e ragione gli consentono di coglierla. Questa ricerca, se ben condotta, non può non sfociare nell’Assoluto, in Dio.
“Anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero” (Concilio Vaticano I).
La legittima autonomia delle varie discipline del sapere è ribadita chiaramente dal Concilio Vaticano II: “Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e la realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che egli se ne avveda, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono” (Gaudium et spes, 36).
Lo stesso Galileo, cui si fa risalire la nascita della scienza moderna, dichiarò esplicitamente che le verità di fede e di scienza non possono mai contrariarsi “procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima esecutrice degli ordini di Dio” (Lettera al Padre Benedetto Castelli, 21 dicembre 1613).

 

 

DIO ESISTE

 

“Vediamo infatti che alcuni enti privi di conoscenza, ossia i corpi della natura, operano per un fine; il che risulta da questo: che sempre o il più delle volte operano in modo tale da conseguire ciò che per essi è il meglio.
Da ciò è manifesto che non a caso, ma perchè vi sono orientati, pervengono al fine. Ma gli enti privi di conoscenza non tendono ad un fine se non vi siano diretti da qualcuno che ha conoscenza ed intelligenza, come la freccia è diretta dall’arciere.
Dunque vi è un ente intelligente dal quale tutte le cose naturali sono ordinate ad un fine, e questo noi diciamo Dio”.
(S. Tommaso, Somma Teologica).

 

 

GLOSSARIO

 

Fede. In senso religioso è la disposizione del credente ad abbandonarsi fiduciosamente nelle mani di Dio e quindi ad accettare la Sua parola. Nella teologia cattolica è l’assenso della mente e della volontà alle verità rivelate da Dio e proposte dalla Chiesa, accettate non per la loro intrinseca evidenza, ma sull’autorità di Dio stesso.
Ragione. Propriamente parlando è una facoltà conoscitiva propria dell’uomo e di cui lui solo è dotato. E’ una facoltà discorsiva, che raggiunge la verità non immediatamente, bensì mediante una qualche elaborazione dei dati e di progresso conoscitivo, cioè per raziocinio.
Filosofia. Ricerca della sapienza. Una forma di sapere che si distingue da quello comune, perchè è sistematico e rigoroso, e da quello delle scienze particolari, perchè è esaustivo e onniesplicativo. Terreno privilegiato e anche obiettivo principale della filosofia sono i problemi ultimi: l’origine delle cose, il senso della storia, il valore della conoscenza, la causa del male, etc.
Scienza. Oggi indica una conoscenza rigorosa, sistematica e metodica, quasi sempre nell’ambito dell’esperienza sensibile, e con una formalizzazione estrema, garantita dal linguaggio matematico.

Tratto da: Antonio Livi, La filosofia e la sua storia, Dante Alighieri, Città di Castello (PG), vol. III/2.

 

 

 

 

 

 

Dossier: Scienza, filosofia e fede

IL TIMONE N. 21 – ANNO IV – Settembre/Ottobre 2002 – pag. 42

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