San Giuseppe
In tempi di grande confusione come quelli attuali è più che mai necessario individuare e affidarsi a delle guide sicure. I santi sono senz’altro questo punto di riferimento, per la quotidiana vita personale ma anche per la vita dei popoli e della Chiesa. «Cercate ogni giorno il volto dei santi e trovate riposo nei loro discorsi», dice un bel passaggio di quel grande catechismo che è la Didaché (IV, 2). E marzo è un mese speciale, è il mese di san Giuseppe. Non solo perché il 19 marzo ricorre la sua festa ma perché per la tradizione tutto il mese è dedicato a lui così come maggio è il mese della Madonna. Tanti sono i frutti della devozione a san Giuseppe, come ricorda santa Teresa d’Avila: «Per la grande esperienza che ho dei favori di San Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti.
Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. E già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia e sempre mi sono vista esaudita».
Ma in questo momento particolare è bene ricordare soprattutto due sue “missioni”: anzitutto la protezione della famiglia, attraverso la sua paternità. Sappiamo tutti benissimo quanto oggi la famiglia sia sotto attacco, «bastonata da tutte le parti » come ha detto recentemente papa Francesco. E la crescente disgregazione della famiglia ha conseguenze incalcolabili sulla società: aumento della povertà, della criminalità, dei disagi sociali, della spesa pubblica; crollo della natalità, crisi economica.
Come ci testimoniano gli esperti, al centro di questa crisi sta il venir meno della figura del padre. E a chi possiamo guardare come modello se non san Giuseppe, lo «sposo di Maria» come lo definiscono gli evangelisti. Non a caso, perché come ricorda san Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica a lui dedicata “Redemptoris Custos” (1989), la paternità di Giuseppe «ha fondamento» nel matrimonio con Maria. Giuseppe è padre perché è sposo.
E la sua paternità è anzitutto custodia, come già viene chiarito nel titolo dell’esortazione, “Il custode del Redentore”. Ed ecco come san Giovanni Paolo II sintetizza questo compito: «Giuseppe è colui che Dio ha scelto per essere “l’ordinatore della nascita del Signore” (Origene), colui che ha l’incarico di provvedere all’inserimento “ordinato” del Figlio di Dio nel mondo, nel rispetto delle disposizioni divine e delle leggi umane. Tutta la vita cosiddetta “privata” o “nascosta” di Gesù è affidata alla sua custodia».
Si deve pur notare che la crisi della famiglia coincide anche con un declino della devozione per san Giuseppe, ed è anzitutto riposando gli occhi su di lui che possiamo sperare anche in un cambiamento nella società.
E di famiglia si sta parlando molto in questo periodo anche nella Chiesa, ed ecco la seconda “missione”: c’è stato il Sinodo straordinario lo scorso ottobre e il Sinodo ordinario ci aspetta il prossimo ottobre, sempre sul tema della famiglia. E vediamo come proprio questa riflessione stia facendo emergere gravi tensioni nella Chiesa, fino al punto che da più parti si è sentita evocare la parola “scisma”.
Anche in questo caso ci soccorre san Giuseppe, «patrono della Chiesa del nostro tempo», come lo ha definito san Giovanni Paolo II. Ed ecco come Leone XIII lo spiegava nel 1889: «Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall’essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù… Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia…
È dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di
Cristo».
Affidiamo dunque fiduciosi le nostre famiglie e la Chiesa a san Giuseppe. E impariamo da lui cosa vuol dire essere custodi. â–
Il Timone – Marzo 2015