È CERTO! IL BENE TRIONFERÀ
L’epoca nella quale la divina Provvidenza ha collocato la nostra esistenza è corrosa da un cancro maligno. Le sue metastasi si diffondono inarrestabili e assumono la forma di tante battaglie forze potenti, palesi ed occulte, conducono contro il cristianesimo, il suo Fondatore, la Chiesa che Egli ha edificato e contro la sola speranza che rimane all’uomo di vivere fin da ora una vita degna di una creatura di Dio e di preparare con fondata certezza quella vita eterna che ci aspetta in Paradiso.
Gli esiti maligni di questo tumore si vedono bene. L’ultimo, in ordine di tempo, è la vicenda capitata all’onorevole Buttiglione, “colpevole” per aver manifestato i suoi convincimenti morali che derivano dalla fede cattolica che professa. Ma non è l’unico caso. Il rifiuto ostinato, nonostante le reiterate richieste del Santo Padre, di menzionare nel preambolo della Costituzione europea le radici cristiane del nostro Continente, la lotta spietata e inarrestabile alla famiglia naturale per omologare e legittimare le unioni di fatto e quelle omosessuali, le minacce alla vita umana nascente, che si vuole sottomettere al potere incontrollato di alcuni per manipolarla geneticamente, selezionarla ed eliminarne gli scarti, i ricorrenti tentativi, alcuni riusciti, di cancellare i simboli visibili del cristianesimo, come i crocifissi e le immagini e l’abito dei religiosi, sono alcuni segnali visibili della propagazione di metastasi cancerogene, che confermano l’esistenza di quello che il Sommo Pontefice felicemente regnante ha definito “il conflitto tra il bene e il male, tra la cultura della vita e la cultura della orte” (Evangelium vitae, n. 28). Conflitto nel quale, afferma il Papa, siamo tutti necessariamente coinvolti.
Senza il cristianesimo, l’Occidente, e l’Europa in particolare, non può pretendere di dare lezioni di civiltà ad alcuno, men che meno a quel mondo islamico la cui sfida lo preoccupa.
Il cancro si diffonde, lo stato di salute è grave, urgono rimedi. Non rifugiamoci nell’illusione tranquillizzante che tanto noi non cadremo nella morsa delle metastasi, che la nostra fede non verrà sicuramente meno, che non abbandoneremo le nostre posizioni. In realtà, anche noi siamo povere e deboli creature, uomini e donne che senza il sostegno della grazia di Dio non potrebbero resistere a lungo. Quindi restiamo ben desti, vigilando anche sullo stato della nostra anima.
E tuttavia, proprio in queste condizioni difficili, dobbiamo mirare a conservare, coltivare e mostrare al prossimo una ferma e serena fiducia nella vittoria scontata del bene e nella sconfitta inevitabile delle forze avverse alla Chiesa; fiducia che, anche in balia di un mare tempestoso, non deve mancare ai veri cristiani. Ce lo insegna il Vangelo, ove si narra della barca agitata dalle onde, in pericolo di affondare, e del Signore che vi dormiva beatamente sopra, svegliato dagli apostoli preoccupati di non farcela. Apostoli sgridati in quell’occasione dal Maestro per la loro poca fede.
Ben saldi, dunque. E sereni. Ma non per una nostra presunta bravura, quanto piuttosto perché Dio ci ha garantito la sua paterna protezione, ci ha assicurato l’assistenza dello Spirito Santo, ci ha dato la Chiesa cattolica promettendoci che non sarà mai vinta, ci ha donato sua Madre, che è Regina imbattibile di tutti gli eserciti del bene.
Solo questa certezza che nasce dalla fede ci garantisce infallibilmente che nemmeno il crollo dell’universo mondo ha il potere di farci recedere. Lo aveva già scritto san Paolo: «Chi potrà separarci dall’amore di Dio?».
Forti dunque di questa garanzia, con animo sereno ci offriamo alla volontà di Dio, perché si faccia di noi quello che Egli desidera. E se ci chiederà di perseverare nella “buona battaglia” anche attraverso queste pagine del Timone, Gli obbediremo.
Fiduciosi di poter contare sulla sua provvidenza, è vero, ma anche sull’aiuto spirituale e materiale di voi lettori. Rassicurante, vero?
IL TIMONE N. 37 – ANNO VI – Novembre 2004 – pag. 3
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