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15.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto

 

Il Timone n. 1 – anno 1999 –

 

 

Juan Donoso Cortes – "Gli errori contemporanei sono infiniti: ma tutti, a ben guardare, hanno la loro origine e vanno a terminare in due negazioni supreme, una relativa a Dio, l'altra relativa all'uomo". (Lettera al cardinal Fornari del 19 giugno 1852, in RINO CAMMILLERI, Elogio del Sillabo, Leonardo, Milano 1994, p. 349)

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Antonino Zichichi – "Lo scienziato per procedere nella ricerca di nuove frontiere scientifiche ha sempre bisogno di porre domande, non a se stesso, ne ai suoi colleghi, ma direttamente al Creatore, con umiltà. Fare un esperimento, infatti, corrisponde a chiedere la risposta a Colui che ha fatto il mondo". (Scienziato Direttore del Centro di Cultura scientifica "Ettore Majorana", in Luce, 10/11/1996)
Cardinal Giacomo Biffi – "Oggi è in atto una delle più gravi avversioni culturali al cristianesimo. Tutta l'eredità del Vangelo (la concezione dell'uomo e della donna, del matrimonio e della famiglia, della vita umana e della sua sacralità, nonché della sua giusta trasmissione) viene progressivamente ripudiata dalla legislazione e scalzata dalle coscienze. I moderni areopaghi si fanno sempre più intolleranti nei confronti di quanti persistono a ritenere che la venuta tra noi del Figlio di Dio sia il fatto centrale della storia" . (Arcivescovo di Bologna)

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San Tommaso d'Acquino – "La ragione umana detta all'uomo di sottoporsi a qualche Essere superiore a causa delle deficienze che sperimenta in se stesso, nei riguardi delle quali sente il bisogno di essere aiutato e diretto da qualche Essere superiore; e, chiunque esso sia, e l'essere che presso tutti è chiamato Dio". (Somma Teologica)

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Franco Cardini – "Non è affatto vero che le Crociate provocarono lontananza e inimicizia reciproca tra Occidente cristiano e Oriente musulmano. I secoli "classici" delle Crociate, quello fra XI e XIII secolo, furono anche quelli del massimo avvicinamento fra Cristianità e Islam. Fu durante tali secoli che la scienza e la filosofia classiche, dimenticate in Occidente, vi tornarono grazie alle traduzioni dall' arabo. In quegli stessi secoli, l'intensità dei traffici raggiunse livelli mai conosciuti prima. Le Crociate storiche sono l'epifenomeno di un grande movimento d'incontro e di convergenza". (Crociate, non guerra santa, in Avvenire, 9/2/1997)

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Cardinal Joseph Ratzinger – "Oggi più che mai il cristiano deve essere conscio di appartenere a una minoranza e di essere in contrasto con ciò che appare buono, ovvio, logico per lo "spirito del mondo", come lo chiama il Nuovo Testamento. Tra i compiti più urgenti per il cristiano, c'è il recupero della capacità di opporsi a molte tendenze della cultura circostante, rinunciando a certa solidarietà troppo euforica post-conciliare". (Intervistato da VITTORIO MESSORI, Rapporto sulla fede, Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1985, p. 117) Vittorio Messori – "Si sa che oggi, per essere buoni cattolici, conviene parlare con convinto entusiasmo di ogni religione, tranne che della propria". (Pensare la storia – Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1992, p.131)

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P. Piero Gheddo – "Molti sostengono che la Chiesa in missione non dovrebbe più raccontare il fatto storico della nascita, morte e resurrezione di Gesù ma solamente un astratto codice morale che già accomunerebbe tutti gli uomini e aggiungono che a ogni uomo, per salvarsi, è sufficiente seguire la propria coscienza e la propria fede. Chiaramente, questa prospettiva rende inutile la missione. Se tutte le religioni possono portare alla salvezza, che senso ha annunciare il Cristo Salvatore? Se non c'è differenza tra "religione naturale" (scritta da Dio nelle coscienze di tutti gli uomini) e "religione rivelata" (quale è il cristianesimo), che senso ha portare il Vangelo? […] Sembra, ancora una volta, avverarsi la :profezia dello stesso Gesù: "Sarò la pietra d'inciampo". E sul suo nome, infatti, che inciampa sia chi vorrebbe ridurre la missione a un semplice aiuto materiale, sia chi vorrebbe far nascere dall'incontro fra le diverse religioni un deismo in cui tutti si possono riconoscere". (Intervistato da MICHELE BRAMBILLA, Nel nome del Padre, Bompiani, Milano 1992, p. 29)

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Etienne Gilson – "Gli stessi maestri ignorano la verità di quel che insegnano. Non sono privi di carità, ma non sanno cosa devono amare. Non sono certo privi di fede, ma non conoscono ciò a cui bisogna credere; o forse, pensano che la Chiesa conserverà i suoi fedeli solo a patto che li esorti a credere e ad amare ciò che han voglia di amare. Non si preoccupano di salvare il mondo, ma, piuttosto, di persuaderlo che è già salvato così com'è, rinviandogli solo un' eco del messaggio cristiano". (Problemi d'oggi, Borla, 1967)

TIMONE – N.1 – ANNO I – Maggio/Giugno 1999 – pag. 18

 

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