Il Timone n. 13 – anno 2001 –
“Nel Cristianesimo l’evento centrale non è l’evento mondano ma è quello metamondano, cioè la salvezza dell’anima. Il momento centrale per il cristiano è comparire innanzi al giudizio di Dio. Questo fa sì che per il singolo cristiano sia importante anche la salvezza dell’anima dell’altro, sia importante che essa riceva la fede cattolica e che viva in essa nella grazia di Dio. Infine le stesse opere materiali della Chiesa sono state sempre finalizzate alla salvezza delle anime”.
(Gianni Baget Bozzo, L’Anticristo, Mondadori, Milano 2001, p. 23).
“II razionalismo moderno ha posto al centro della realtà la capacità razionale dell’uomo e ne ha fatto l’assoluto: è la ragione che pone il valore della vita, che progetta la società secondo questa sua misura. Il razionalismo, con lo straordinario strumento della scienza e della tecnica, con la capacità manipola-trice della coscienza offerta dagli strumenti tecnici, ha avviato, secondo ideologie solo superficialmente opposte tra loro, un grande progetto di costruzione di un mondo umano senza Dio, cioè totalmente dell’uomo e per l’uomo. Si siano chiamati Hegel, Feuerbach, Marx, Comte o Nietzsche, si siano espressi con il fascismo, il nazismo, il comunismo o l’ideologia tecnologica attuale, il grande progetto che
hanno tentato di attuare in questi ultimi tre secoli è stato compiuto all’insegna di una razionalità negatrice della religiosità”.
(Luigi Negri, Cristianesimo e senso religioso, Massimo, Milano 2001, pp. 22-23).
“La nostra capacità di amare ha un’apertura senza limiti, dunque ci deve essere un Bene sommo, onniappagante. Il desiderio della felicità è il più naturale dei desideri, ma un desiderio naturale non può restare insoddisfatto, altrimenti l’inclinazione sarebbe irrazionale. Ora, nessuno dei beni di questo mondo appaga la nostra sete inesausta di felicità, perciò questa inquietudine deve essere placata in Dio, nell’altra vita”.
(Nello Venturini, Perché il male?, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) 2000, p. 295).
“L’usanza di edificare l’altare sopra le tombe dei martiri risale molto indietro nel tempo ed esprime sempre lo stesso concetto: i martiri rendono presente lungo tutto il corso della storia il sacrificio di Cristo; essi sono, per così dire, l’altare vivente della Chiesa, che non è fatto di pietra, ma di persone che sono divenute membra del corpo di Cristo e che esprimono così il nuovo culto: il sacrificio è l’umanità che con Cristo si trasforma in amore”.
(Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, p. 72).
“Temporeggiare? È una parola che si trova soltanto nel vocabolario di coloro che non hanno voglia di lottare – pigri, calcolatori o vigliacchi -, perché si considerano vinti in partenza”. (Josemaria Escrivà de Balaguer, Cammino, n. 54)
“Brillante poliglotta, il Faà, ordinato sacerdote, si ritrovò ad essere forse il solo nella Torino d’allora a poter confessare in tutte le principali lingue europee: ne approfittò per le signore straniere del suo pensionato. Alcune delle quali, tra l’altro, protestanti o ortodosse russe, si convertirono poi al cattolicesimo.
Il Nostro era ancora, infatti, di quelli fedeli alla Tradizione di sempre e per i quali, dunque, un modo o l’altro di intendere il messaggio di Cristo non era indifferente; di quelli per i quali i termini ‘ortodossia’ ed ‘eresia’ avevano significato, e decisivo, di quelli che credevano ancora che l’errore andasse chiamato con il suo nome: con carità e tatto per gli erranti, ma con verità per le credenze sbagliate”.
(Vittorio Messori, Un italiano serio. Il beato Francesco Faà di Bruno, Paoline, Cinisello B.mo 1990, p. 129).
“Possiede la verità politica colui che conosce le leggi alle quali sono soggetti i governi; possiede la verità sociale colui che conosce le leggi alle quali sono soggette le società umane; conosce queste leggi colui che conosce Dio; e conosce Dio colui che ascolta ciò che Egli afferma di sé e crede in ciò che ascolta.
La teologia è la scienza che ha per oggetto queste affermazioni: ne consegue che ogni affermazione relativa alla Società o al Governo suppone una affermazione relativa a Dio, o, il che è la stessa cosa, che ogni verità politica o sociale si converte necessariamente in una verità teologica”.
(Juan Donoso Cortes, // potere cristiano, Morcelliana, Brescia 1964, p. 182).
“Se noi siamo certi che l’uomo è creato a immagine di Dio, e anche di Cristo, noi sappiamo che non è manipolabile perché ha un archetipo. La prospettiva praticamente atea che imperversa oggi è che l’uomo non ha nessun modello assoluto, e quindi è manipolabile da tutti. La conseguenza è che la sola forza che oggi può salvare l’uomo è la Chiesa, perché è la sola che ritiene l’uomo immagine viva di Dio e quindi da rispettare. Al di fuori di questa concezione, l’uomo è asservito a tutti gli egoismi e a ogni tipo di manipolazione”.
(Giacomo Biffi, in Emanuela Ghini [a cura di], Ripartire dalla verità. Un dialogo possibile, Mondadori, Milano 1997, p. 67).
IL TIMONE N. 13 – ANNO III – Maggio/Giugno 2001 – pag. 30