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13.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto…
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto…

 

Il Timone n. 18 – anno 2002 –

 

“Ora, mi avviene di vedere in tanti giovani le magliette appariscenti che fasciano il corpo con la riproduzione del volto barbuto, intento, severo, profetico del Che Guevara.
Qualcuno, quella maglietta la indossa senza sapere, senza consentire, infine senza essere o porsi incondizione di conoscere e giudicare. A me l’immagine ormai sventola come un labaro selvaggio che evoca, certifica e promette crudeltà”.
Massimo Caprara, Paesaggi con figure, Ares, Milano 2000, p. 102.
“L’uomo è un essere orientato a Dio. La sua anima porta impresso il sigillo della divina presenza.
L’intelligenza umana tende alla perfetta Verità e la volontà al sommo Bene. Il cuore di ogni uomo anela all’infinito Amore e non trova quiete finché non l’abbia trovato. Il desiderio dell’Assoluto è una caratteristica della natura umana, che non si trova in nessun’altra creatura sulla terra, dove ogni cosa è rinchiusa nell’ambito della sua finitezza”.
P. Livio Fanzaga, Cristianesimo controcorrente. Pensieri sul destino dell’uomo, San Paolo, Cinisello Bal.mo 2001, p. 22.
“La crociata, prima di essere un evento storico, è in realtà, come il sacrificio dei martiri, una categoria perenne dello spirito cristiano. Siamo convinti che il principale nemico della nostra civiltà non sia oggi l’aggressore esterno, ma quello interno che ne mina le difese culturali e morali.
Solo nello spirito cristiano del combattimento e della dottrina tradizionale della ‘guerra giusta’, soprattutto sul piano culturale e morale, l’Occidente potrà trovare con la difesa della sua identità la vittoria e, nella vittoria, la pace”.
Roberto de Mattei, Guerra santa, guerra giusta. Islam e cristianesimo in guerra, Piemme, Casale Mon.to 2002, p. 8.
“(…) vi sono persone nella nostra società, persone di comando, che hanno responsabilità politiche o culturali molto importanti, che stanno dentro cerehie ovviamente non democratiche, nelle quali cioè non si accede perché qualcuno ti ha votato. Ti cooptano, e per cooptare, per essere cooptati in questa società bisogna pagare dei prezzi: prove iniziatiche.
So, ma non posso citare le fonti, che per entrare in certe società viene richiesta, in Italia – non stiamo parlando di un paese lontano ma di Milano – viene richiesta una prova iniziatica specifica, che è, come i signori di questa società dicono, commettere un peccato del nono cerchio. Non so se ricordate Dante (questi conoscono Dante, non sono stupidi né ignoranti): il peccato del nono cerchio(dell’Inferno), il peccato contro chi si fida. (…) Ma Dante, forse, non riusciva a immaginare che il vero peccato del nono cerchio, i veri peccati del nono cerchio più atroci, quelli che questi signori chiedono di commettere per poter entrare a partecipare alla loro società di potere, sono due: la pedofilia e l’aborto”.
Maurizio Blondet, in AAVV, Aborto, il genocidio del XX secolo, Effedieffe, Milano 2000, p. 35.
“Per stare alla valutazione non di parte, ma oggettiva, degli storici «la persecuzione religiosa che ebbe luogo in Spagna, soprattutto nella prima parte della guerra, non ha precedenti in nessun’altra pagina della storia d’Europa, a meno di risalire ai due primi secoli della storia della Chiesa. Il solo fatto di essere credente bastava per essere eliminato». Tanto per ricordare, con la nuda forza dei numeri: già nel 1934, nell’insurrezione delle Astu-rie, nella prima settimana furono massacrati 12 preti, 7 seminaristi, 18 religiosi. E 58 chiese furono incendiate”.
Vittorio Messori, Opus Dei. Un’indagine, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1994, p. 89. “Le valutazioni relative agli otto/dieci mesi seguiti alla fine della guerra fanno supporre che siano state trenta o quarantamila le persone assassinate in Italia soprattutto da parte di due gruppi: i comunisti e gli indemoniati moderni, questi ultimi molto meno numerosi, ma disposti a qualsiasi sacrificio pur di continuare a uccidere. Sono stati uccisi in gran parte ex-fascisti, ma anche moltissime persone che col fascismo non avevano nulla a che vedere.
In Emilia, nelle primissime settimane dopo la guerra, le persone assassinate sono state circa tremila.
In Friuli Venezia Giulia diecimila persone sono state buttate nelle foibe carsiche a opera di comunisti sloveni e croati”.
Eugenio Corti, in Paola Scaglione, I giorni di uno scrittore. Incontro con Eugenio Corti, Maurizio Minchella Editore, Milano 1997, pp. 115-116.

IL TIMONE N. 18 – ANNO IV – Marzo/Aprile 2002 – pag. 30

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