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12.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto…
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto…

Il Timone n. 19 – anno 2002 –

“La narrativa biblica del peccato originale e la sua interpretazione neo-testamentaria mettono in chiaro che gli uomini e le donne sono liberi di scegliere tra il bene e il male, quindi colpevoli se scelgono il male. Il Diavolo è certamente presente come tentatore, ma numerosi episodi biblici chiariscono – e la Chiesa insegna – che nessuno è tentato al di sopra delle proprie forze. Chi soccombe alla tentazione, non lo fa senza colpa”.
(Massimo Introvigne, il lavaggio del cervello: realtà o mito?, Elledici, Leumann [Torino] 2002, p. 11).
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“[…] va sfatato il mito così facilmente accolto di una ‘tolleranza’ delle religioni non cristiane al confronto della ‘intolleranza’, del ‘settarismo’, del ‘dogmatismo’ che sarebbero solo cristiani. In realtà, non è mai esistita una religione senza dogmi, riti, chiese: dunque non è mai esistita una religione che non fosse esposta alla tentazione del fanatismo e della intolleranza. I ‘mansueti’ induisti, i ‘serafici’ buddisti, i ‘sapienti’ shintoisti, gli ‘innocenti’ animisti hanno mostrato nella storia (e spesso mostrano ancora) di non disdegnare patiboli e strumenti di tortura da applicare a chi non la pensi come loro”.
(Vittorio Messori, Scommessa sulla morte, Sei, 10 ed. Collana Reprint, Torino 1999, p. 171).

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“[…] la prima frattura dell’identità nazionale si ha con l’invasione giacobino-napoleonica, che inaugurò la separazione tra il popolo italiano e le sue élites.
Il popolo rispose con le insorgenze, ma fu praticamente lasciato a se stesso. Per questo nel successivo Risorgimento abbiamo, come resistenza, praticamente solo il cosiddetto brigantaggio nel Sud. Detto questo, veniamo alla presunta contraddizione tra i cattolici e la tradizione unitaria.
Nessuno, nemmeno Pio IX, era contrario all’unità d’Italia, purché federale o confederale, le forme cioè più consone alla nostra identità.
Ma quel che si verificò, invece, fu un allargamento manu militari del Piemonte a spese dei vicini, e un soffocante accentramento alla francese.
Da qui tutti guai che seguirono e che ancora paghiamo”.
(Rino Cammilleri, in Marco Ferrazzoli [a cura di). Cos’è la destra. Colloqui con diciotto protagonisti della cultura italiana non conformista, il Minotauro, Roma 2001, p. 75).

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“(…) la creazione non nasce da un desiderio di perfezione, né può essere qualcosa di necessario, e, allora, quale può essere il motivo che spinge Dio a creare?
Ebbene, Dio ama se stesso, ama la propria bontà e crea per amore, in assoluta liberalità e gratuità, per moltiplicare la sua Bontà e la sua Bellezza fra le creature, per amarle moltiplicate in esse; infatti, è proprio di chi agisce perfettamente che agisca per amore.
Amando se stesso Dio sceglie di amarsi partecipato nelle creature, cioè sceglie di introdurre le creature nell’amore che porta a se stesso…”.
(Giacomo Samek Lodovici, La felicità del bene. Una rilettura di Tommaso d’Aquino, Vita e Pensiero, Milano 2002, p. 28).

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“L’usanza di edificare l’altare sopra le tombe dei martiri risale molto indietro nel tempo ed esprime sempre lo stesso concetto: i martiri rendono presente lungo tutto il corso della storia il sacrificio di Cristo: essi sono, per così dire, l’altare vivente della Chiesa, che non è fatto di pietra, ma di persone che sono divenute membra del corpo di Cristo e che esprimono così il nuovo culto: il sacrificio è l’umanità che con Cristo si trasforma in amore”.

(Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Bal.mo (MI) 2001, p. 72).

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“La negazione dell’indissolubilità [del matrimonio, ndr] viola non soltanto la legge soprannaturale, come si pretese durante la campagna italiana per il divorzio, ma prima ancora la legge naturale.
Pio IX nel Sillabo condannò nella proposizione 67 la dottrina che il matrimonio non sia indissolubile per diritto naturale.
Non si può quindi accettare l’argomento che, essendo l’indissolubilità solo di diritto religioso, si debba allo Stato concedere di sciogliere il vincolo a chi non si creda obbligato alla prescrizione religiosa” .
(Romano Amerio, Iota unum, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1989, p. 354).

TIMONE N. 19 – ANNO IV – Maggio/Giugno 2002 – pag. 30

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