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12.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto…
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto…

 

Il Timone n. 24 – anno 2003 –


 

“Aristotele ha notato che fra la Divinità e l’uomo ci potrebbe essere amicizia solo se Essa mettesse un piano comune (nell’Etica Nicomachea); ora c’è: è la partecipazione alla vita divina, cioè la Grazia, che ci rende graditi. Altri, sul piano puramente naturale, sottolineano altre verità (Socrate, per es., la coscienza morale, Aristotele anche la virtù come agire ragionevolmente, gli orientali la “virtù di religione”, l’ascesi, ecc.): nessuno poteva però pensare che […] annunziato centinaia di anni prima in modi apparentemente contraddittori e poi mirabilmente fusi in Lui (Re, Profeta, Servo Sofferente [ls 52,13 – 53,12] il Figlio di Dio, Egli stesso e sua Sapienza [Gv 1,1 D, per fare amicizia con l’uomo si è fatto uomo, che è molto di più che se io mi facessi pidocchio per sodalizzare con i pidocchi”.
(Leletta d’Isola, «Come ad antico compagno d’arme». Dalle lettere di una maestra di vita spirituale, Ancora, Milano 2001, p. 127).
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“Se a un certo momento gli apostoli, pronti a morire per Cristo, hanno sentito l’esigenza di annunciare questa novità è perché si sono resi conto che l’uomo che avevano incontrato e seguito era veramente il Figlio di Dio Creatore del mondo, era colui che aveva assunto la natura umana per rivelare ai nostri occhi la verità in modo tale che potessimo impostare bene la nostra vita. Cristo, dunque, venendo nel mondo, rivelando Dio, annunciando la Verità, si è fatto garante del successo della nostra vita. Questa è la grande scoperta, la meravigliosa novità, l’essenza profonda del Cristianesimo!”.
(Card. Ersilio Tonini, Scegliere nella verità. Un segreto rivelato ai giovani, Ed. Rinnovamento nello Spirito Santo, Roma 2002, p. 27).

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“L’uomo è anche corpo. La storia della salvezza si realizza attraverso le scelte che uomini operano nel profondo delle loro coscienze, ma anche attraverso il sudore della fatica della propria carnalità. La frattura tra Dio e l’umanità si rimargina con la redenzione operata da Gesù Cristo, redenzione in cui all’offerta del proprio spirito (l’adesione della volontà del Figlio a quella del Padre) si accompagna l’offerta totale del proprio corpo (la sofferenza fisica della passione e poi della crocifissione).
Così il Cristianesimo decreta che la salvezza passa e si realizza attraverso il corpo e rifiuta qualsiasi tipo di spiritualismo”.
(Corrado Gnerre, L’Incarnazione alla prova della storia. A duemila anni dall’avvenimento che ha veramente fondato la civiltà occidentale e che conferma la superiorità del Cristianesimo, Edizioni Segno, Udine 1999, pp. 79-80).

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“A Lourdes sono avvenute quasi settemila guarigioni, ma meno dell’1 % sono state dichiarate inspiegabili dalla scienza e, in un secondo tempo, miracolose dalla Chiesa. Esse si riferiscono al corpo, ma quante hanno riguardato l’anima?
L’anima… ciò che al Cielo interessa veramente di noi. L’anima, la cui salvezza è al centro della predicazione del Figlio di Dio agli uomini e delle preoccupazioni di Sua Madre. Come non vedere dietro al ripetuto richiamo di Maria “Penitenza!” – l’accorato appello di una Madre per la salvezza dei suoi Figli? Come non scorgere nei fenomeni soprannaturali di Lourdes un continuo invito alla conversione, a quella svolta radicale e decisiva da imprimere nella vita di ognuno?
Quante conversioni ci sono state a Lourdes? Nessuno potrà mai stilare un elenco che – è probabile – dovrebbe essere molto, ma molto lungo”.
(Alex Landi, Lourdes: una cronaca. Riflessioni su Fatima, Edizioni Segno, Feletto Umberto-Tavagnacco (UD) 2002, pp. 53-54).

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“(…) dobbiamo constatare che il materialismo oggi non è più solo un’idea o una dottrina, quale poteva essere il comunismo, ma è il materialismo stesso che si è impossessato dell’uomo, mietendo molte vittime anche tra i fedeli.
Provate a parlare con qualcuno, vedrete che tutti vi parlano di cose permeate di passionalità. Abbandonare l’interesse per la Verità per essere ghermito dalla passionalità, vuoi dire prepararsi la morte spirituale”.
(Renzo Buricchi, cito in Marcello Pierucci, Un cipresso per maestro.
Storia di Renzo Buricchi tabaccaio in Prato, Edizioni Libreria Cattolica, Prato 2002, p. 106).

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“Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania [l’avvento del nazismo ndr] guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane. Soltanto la Chiesa si oppose pienamente alla campagna di Hitler mirante a sopprimere la verità. Non avevo mai avuto un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento per essa un grande amore e ammirazione, perché soltanto la Chiesa ha avuto il coraggio e la perseveranza di difendere la libertà intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che prima avevo disprezzato ora lodo incondizionatamente”.
(Albert Einstein, scienziato ebreo, Time Magazine, 23 dicembre 1940, p.40).

 

 

 


IL TIMONE N. 24 – ANNO V – Marzo/Aprile 2003 – pag. 30

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