Il Timone n. 28 – anno 2003 –
“La compagnia in cui Dio ci ha collocati ha dunque per ciascuno un immenso valore di grazia. D’altra parte, il riconoscimento di questo valore non può fermarsi al livello di un’annotazione sociologica: per essere autentico riconoscimento dell’ opera di Dio, deve arrivare alla fonte di , tale grazia, alla radice che la alimenta continuamente. Deve arrivare al riconoscimento di Cristo presente qui e ora nella compagnia che egli genera”.
(Massimo Camisasca, La sfida della paternità. Riflessioni sul sacerdozio, San Paolo, Cinisello Bal.mo 2003, p. 47).
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“Penso di poter dire, in piena coscienza avendo scritto numerose biografie di missionari, che Alfredo Cremonesi è stato davvero un prete straordinario, esemplare per molti aspetti: entusiasmo per la fede e la missione, profondo amore per la preghiera e l’adorazione eucaristica, capacità di sacrificio fino a povertà e privazioni per noi inimmaginabili, serenità e gioia di vivere pur in tragiche situazioni, dedizione assoluta al suo popolo fino a donare la vita”.
(Piero Gheddo, Alfredo Cremonesi (1902-1953): un martire per il nostro tempo, Emi, Bologna 2003, p. 11).
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“Fin dall’inizio, Madre Teresa decise che nel condividere la vita dei poveri sarebbe dipesa per la propria sussistenza soltanto ed esclusivamente dalla divina Provvidenza. E il Signore ripagò ampiamente la sua fiducia. Come lei poi ha avuto modo di raccontare, accadde che proprio nei primi giorni della sua opera, quando nessuno ancora la conosceva, le capitò di incontrare per la strada un sacerdote che le chiese un’offerta per la stampa cattolica.
Madre Teresa aveva già speso quattro rupie per i poveri, gliene restava soltanto una per sé, per tirare avanti qualche giorno. Che fare? Dopo un attimo di esitazione diede al sacerdote l’unica moneta che le restava. ‘Adesso – rifletté rivolgendosi a Dio nel proprio cuore – non ho più niente: dovrai pensare tu a me’. La Provvidenza non si fece attendere. Verso sera giunse alla sua baracca uno sconosciuto che le consegnò una busta e le disse: ‘Tenga, è per le sue opere. Dentro c’erano cinquanta rupie”.
(Maria Di Lorenzo, Madre Teresa. Lo splendore della carità, Paoline, Milano 2003, pp. 43-44).
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“Se siete preoccupati per lo sviluppo sessuale di vostro figlio o di vostra figlia; se vostro figlio esprime il dubbio di essere omosessuale o bisessuale; se avete trovato riviste pornografiche per omosessuali nella sua stanza o descrizioni intime di un’altra ragazza nel diario di vostra figlia, noi vogliamo rassicurarvi con una certezza: non esistono “bambini gay” o “adolescenti gay”.
L’essere umano è destinato all’eterosessualità e qualsiasi tipo di confusione mentale è innanzitutto una condizione psicologica, in molti casi modificabile.
Siamo certi che troverete le informazioni presenti in queste pagine incoraggianti e positive”.
(Joseph Nicolosi – Linda Ames Nicolosi, Omosessualità. Una guida per i genitori, Sugarco, Milano 2003, p. 17).
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“La ragione per la quale noi cristiani riteniamo il cristianesimo l’unica religione di origine divina è perché il suo fondatore, Gesù Cristo, è il Figlio di Dio che ha assunto una natura umana, mentre i fondatori delle altre religioni sono pur sempre degli uomini e perciò i movimenti religiosi che hanno suscitato, non di rado degni di apprezzamento e di ammirazione, hanno in ultima istanza una matrice umana”.
(Padre Livio Fanzaga, Il discernimento spirituale, Sugarco, Milano 2003, p. 53).
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“Il feroce assassinio a Bagnoles de l’Orne, in Normandia, dei fratelli Nello e Carlo Rosselli rientra in questa logica e in questa intolleranza criminale. È il 9 giugno 1937. Carlo Rosselli è l’autore di Socialismo liberale, uscito a Parigi in francese nel 1930, ed è portatore di un pensiero e di un’azione socialista, libertaria, antitotalitaria. Egli era entrato subito nel mirino aggressivo di Togliatti che lo aveva immediatamente definito “un dilettante da poco, privo di ogni formazione teorica seria” e poi aveva continuato ad attaccarlo su “Stato operaio” dove bollò “i Rosselli come servi stupidi e malvagi del capitalismo e del fascismo”. Non doveva esserci spazio per l’opposizione democratica e borghese al fascismo, essendo tutta la scena usurpata totalitariamente dal comunismo d’osservanza sovietica”.
(Massimo Caprara, Togliatti ritratto da vicino, Itaca, Castel Bolognese 2003, p. 17).
IL TIMONE N. 28 – ANNO V – Novembre/Dicembre 2003 – pag. 30