Il Timone n. 33 – anno 2004 –
“Tanti missionari tendono a trasformarsi in operatori sociali, in funzionari di organizzazioni umanitarie, magari in apostoli di rivoluzioni politiche. Dunque, tacciono spesso sull’annuncio del vangelo come speranza di vita eterna, sulla necessità del battesimo per partecipare di questa promessa. Si è arrivati al punto di scoraggiare le conversioni al cristianesimo, rovesciando paradossalmente il ruolo del missionario. Ma questo non avviene per qualche luciferino complotto o per mancanza di buona volontà, che in realtà abbonda: bensì, per una crisi di fede, che trasforma l’ardua credenza in Dio in un ben più comprensibile progetto di solidarietà umana”.
(Vittorio Messori, Pace, giustizia, natura la nuova trinità laica, in Corriere della Sera, 19-11-03).
“… in troppi punti ormai il tessuto cristiano, usurato e calpestato, si sta strappando. E, da sotto, spuntano gli antichi dèi arcaici e spietati. In Bosnia abbiamo rivisto violare le donne dei vinti, massacrare vecchi Priami, sfracellare i bambini contro le pietre, come dentro le mura di Troia incendiata più di tremila anni orsono. In Ruanda già «si tagliano le gole alle fanciulle», e «la vita non chiede di essere difesa». In troppe parti del mondo, ormai, si rifiuta la distinzione fra dèi e demoni, e troppi agiscono nella certezza che nessun Dio punirà le colpe”.
(Maurizio Blondet, Gli «Adelphi» della Dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico, p 147).
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“Gli uomini hanno sempre tentato di concepire il loro rapporto con Dio e così sono sorte le varie religioni. Qual è la novità della rivelazione cristiana? Che Dio non è una lontananza a cui con uno sforzo l’uomo tenti di arrivare, ma Qualcuno che si è affiancato al cammino dell’uomo e ne è diventato compagno”.
(Luigi Giussani, Perché la Chiesa, p. 19).
“Questo Papa ha dato alla Chiesa cattolica – talvolta attardata in discussioni non decisive, in altri casi impaurita davanti all’entità delle sfide in gioco – un autentico scossone. Uno scossone salutare. Che l’ha sospinta, con coraggio, sulle strade del mondo. Del resto, questo è un Papa che ci ha abituati a non avere mezze misure: fin dalla prima ora, le sue parole furono un imperativo e, insieme, un appello consolante: «Non abbiate paura!». Parole che suonano – insieme al Totus tuus dello stemma – come il leit motive di una vita animata dalla passione per il Vangelo”.
(Gerolamo Fazzini, in Mondo e Missione, ottobre 2003, p. 3).
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“Illuminato dalla Divina Rivelazione il cristiano viene così a scoprire che la morte è essenzialmente un passaggio. Come ogni uomo, anche il credente vede, alla luce dell’esperienza, quello che lascia e che finisce, cioè il corpo che si dissolve. Alla luce della fede, che consiste nel fare propria la parola di Dio, vede, però, non solo quel che finisce, ma anche quel che lo attende e che inizia. […] Per chi non crede, le sofferenze che precedono il termine della vita terrena sono come i dolori che precedono una fine senza speranze e senza scopo; per chi crede, invece, sono come i dolori che precedono la nascita di un bambino”.
(Aldo Locatelli, Nuovi cieli e nuova terra aspettiamo… Messaggio cristiano sull’Aldilà, pp. 114-115).
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“Musulmani e Cristiani sono uniti nel proclamare e difendere la libertà religiosa?
Purtroppo no, e lo vedremo; e ciò nonostante che gli Stati a maggioranza musulmana facciano parte dell’O.N.U., che nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, all’art. 18, «riconosce che il diritto alla libertà religiosa include quello di manifestare le proprie credenze sia individualmente sia con altri, in pubblico o in privato».
Ebbene, in tutti i Paesi a maggioranza musulmana dell’Asia e dell’Africa, tutti i cittadini non aderenti all’Islam, di qualsiasi religione, sono considerati «infedeli», sono discriminati o godono di minori diritti rispetto ai cittadini musulmani”.
(Gerlando Lentini, Islam. Il problema politico-religioso del terzo millennio, p. 10).
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