«A Fatima la Madonna aveva preannunciato il trionfo del suo Cuore immacolato, al termine di un lungo tempo di errori e di guerre.
Possiamo dire che questo si stia realizzando? Non è facile leggere i segni dei tempi. Tuttavia è mirabile constatare che, con l’inizio del terzo millennio, è verso questo obiettivo che la Regina della pace rivolge il nostro sguardo, chiedendo il nostro aiuto. Lei afferma che è impaziente che si realizzi il mondo nuovo della pace e che l’umanità possa presto godere di un tempo di primavera.
Ma proprio perché si concretizzi questa meravigliosa utopia, Giovanni Paolo II ha consacrato il nuovo millennio a Maria, perché gli uomini, giunti al bivio della loro storia, scelgano la via della vita e non della morte, la via della pace e non della distruzione».
(Riccardo Caniato – Vincenzo Sansonetti, Maria, alba del terzo millennio. Il dono di Medjugorie, p. 470).
«Confesso che quando l’arcivescovo di Vercelli mi ha comunicato per telefono di avere deciso di iniziare la causa di canonizzazione dei miei genitori, dicendosi entusiasta della proposta, ho passato alcuni giorni come incredulo, frastornato, quasi schiacciato da una gioia troppo grande. Un po’ come se a qualcuno di noi venisse comunicato: “Hai vinto un miliardo di euro alla lotteria!”.
Ma il paragone è troppo materiale e non rende la mia gioia di quei giorni: mi sentivo benedetto da Dio, fortunato, senza mio merito “figlio di santi”! Mi ci è voluto un po’ di tempo per digerire l’emozione e capire a fondo tutta la dimensione della notizia! Papà e mamma beati… e io, piccolo e debole come sono…».
(Piero Gheddo, Questi santi genitori. Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, p. 11).
«La genesi della Chiesa, cioè di quella formidabile unità tra gli uomini che – fin dalle origini – ha assunto il nome di comunione, è nel mistero eucaristico. Lì, nell’iniziativa di Cristo che dà se stesso per noi e che, chiamandoci a prendere parte a Lui, instaura la possibilità di rapporti nuovi, finalmente veri, tra noi e con tutti gli uomini. “Fate questo in memoria di me”: in queste parole è racchiusa la definizione compiuta della ragion d’essere della Chiesa e della sua missione. Gesù ci dice: “Fate questo: lasciatevi prendere eucaristicamente da me, perché sono io che – attraverso il dono dello Spirito – genero la comunione tra di voi e con il Padre.
Facendo questo, cioè vivendo questa comunione, voi rendete presente Me”».
(Angelo Scola, Eucaristia, incontro di libertà, p. 123).
«Il marxismo – sostiene con decisione Augusto Del Noce – rappresenta bene l’approdo ateo del pensiero moderno e contemporaneo.
Infatti, esso pretende di negare non soltanto l’esistenza di Dio, ma anche il desiderio di Trascendenza che abita nel cuore dell’uomo, e pretende altresì di sostituirsi alla religione promettendo di realizzare la felicità su questa terra mediante un radicale cambiamento della società. A partire da queste analisi, Del Noce considerò assolutamente impossibile l’incontro tra marxismo e cristianesimo, e negli anni in cui, al contrario, molti auspicavano questo incontro, ciò gli costò una netta emarginazione da parte degli intellettuali cosiddetti progressisti e gli conferì, quando non pochi ritenevano opportuna una specie di alleanza fra cattolicesimo e comunismo, le caratteristiche del profeta inascoltato».
(Maurizio Schoepflin, Pensare da credenti. Ritratti di filosofi dell’Europa cristiana, p. 63).
IL TIMONE – N. 44 – ANNO VII – Giugno 2005 – pag. 34
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