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15.12.2024

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Hanno scritto… hanno detto…
31 Gennaio 2014

Hanno scritto… hanno detto…

Il Timone n. 123 – anno 2013 –

«Il solo sospetto di angoscia in Joseph Ratzinger – sereno, anche nell’ora della rinuncia, perché consapevole che la Chiesa non è degli uomini e anche il papa non è che “un servo inutile” – il solo turbamento che mi parve di avvertire in una lunga frequentazione degli scritti, oltre che della persona, mi sembrò di coglierlo nella constatazione che è proprio la fede, oggi, il Problema dei problemi. Ciò che è in pericolo è, innanzitutto, il depositum fidei, cioè il patrimonio stesso della Chiesa. Nulla può davvero preoccupare il Pastore, se nel clero e nei laici regge la fiducia nell’esistenza di Dio, nella verità del Vangelo, nella Chiesa come corpo di Cristo. Nulla può stare in piedi, invece, se ci si convince che ci sono Caso, Materia, Evoluzione cieca al posto del Creatore; che la Scrittura non è che un’antologia caotica e pittoresca di letteratura semitica mescolata a miti ellenistici; che la Chiesa è una multinazionale affaristica o, a esser benevoli, una Croce Rossa con l’hobby della religione».
(Vittorio Messori, La Chiesa di Francesco. La sfida del cristianesimo tra crisi e speranza, Corriere della Sera, pp. 85-86).

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«Per sconfiggere una possessione ci vogliono anni. Non è cosa di poche sedute. Purtroppo quando il diavolo – o i diavoli, dipende – entrano poi è dura farli uscire. Occorre decisione, la decisione di coloro che scelgono Cristo. Vuoi davvero liberarti? Scegli Gesù. È lui che libera. È lui che salva. In fondo è la scelta che devono fare tutti gli uomini, non soltanto i posseduti. Scegliere Cristo e vivere di lui, cercandolo, pregandolo, stare insieme a lui sempre. È una scelta che comporta una grande battaglia spirituale. Perché quando si sceglie Cristo, il diavolo si scatena. E cerca di riportare l’uomo verso il suo regno, il regno del nulla e della totale disperazione, il buio più nero, il non senso come senso di tutto. È una battaglia che ogni uomo, nessuno escluso, deve fare».
(Padre Amorth con Paolo Rodari, Il segno dell’esorcista. Le mie ultime battaglie contro Satana, p. 35).

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«In realtà, già i primi discorsi e omelie di papa Francesco avevano messo in evidenza la sostanziale continuità, in particolar modo nel proporre la persona di Cristo al centro dell’annuncio, nell’individuare nella mancanza di fede la radice della crisi del mondo moderno e della Chiesa. Eppure, guardando a giornali e tv questi giorni, emerge una interpretazione di rottura, l’avvento di un’era nuova, addirittura un papa “giustiziere”. Insomma, un qualcosa di completamente nuovo, che poi però coincide con le solite vecchie aspettative: così i segni esteriori di povertà – come la rinuncia alla croce e all’anello d’oro o quella alle scarpe rosse – che appartengono alla personalità di papa Bergoglio, nell’immaginario collettivo sono già stati tradotti in sacerdozio per le donne, matrimonio dei preti e, ovviamente, sdoganamento del preservativo».
(Riccardo Cascioli, in La Nuova Bussola quotidiana, 25/3/2013).

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«Nella ben nota, collaudata e articolata strategia della Rivoluzione liberale – o se vogliamo, per restare in Italia, del regime laico e relativista – il Partito Radicale di Bonino e Pannella ha da sempre svolto la funzione (tipicamente leninista) dell’avanguardia illuminata, minoritaria ma organizzatissima (e superlobbystica), cui vengono assegnati (dai Superiori Incogniti) compiti da nucleo incursori – teste di cuoio per lanciare il primo attacco, quello che apre la prima breccia – in una delle tante battaglie di quella vera guerra di sterminio condotta, nella cultura e nella legislazione italiana, via via contro tutti i fondamenti e i capisaldi della legge naturale e divina (attaccati in progressione graduale) e in specie contro la famiglia e la società (finora rivoluzione sessuale – da veri eredi del ’68 – divorzio, contraccezione, aborto, FIVET, ideologia omosessualista, eutanasia; domani magari pedofilia, incesto, infanticidio, sempre beninteso in nome dei diritti umani e in vista del Governo Mondiale per imporre la dittatura della Felicità Universale promessa dal principe di questo mondo». (Danilo Quinto, Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale?, p. 67).

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«Fatima è sicuramente legata anche a questo Mistero, cioè al ricordo che esiste l’Inferno. L’umanità ha dimenticato l’esistenza dell’Inferno e del Paradiso, e, dunque, non ha più una meta verso cui tendere. Purtroppo non si rende conto che, così facendo, vaga e va a perdersi nel nulla. Invece la paura dell’Inferno può essere uno stimolo a evitare il peccato.
(Mons. Giovanni D’Ercole, intervistato da Enzo Manes, in Medjugorje. Mensile di esperienze e cultura cristiana, n. 3, anno III, marzo 2013, p. 11).


IL TIMONE N. 123- ANNO XV – Maggio 2013 – pag. 34

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