Il Timone n. 126 – anno 2013 –
«Il Concilio aveva lo scopo di riformare la Chiesa per renderla credibile nell’annunzio di Cristo nei tempi moderni. Ma, sull’onda della contestazione sessantottina, un buon numero di associazioni e di comunità che nascevano “secondo lo spirito del Concilio” spesso fiancheggiavano le campagne che il Sessantotto lanciava per sostenere la Rivoluzione culturale di Mao e il Vietnam di Ho Chi Minh, la Cuba di Fidel Castro, l’ideologia fumosa di che Guevara, le guerriglie di liberazione in Africa; e poi, contro le scuole cattoliche e l’insegnamento della religione nelle scuole statali, fino a sostener le leggi per il divorzio e l’aborto, contro le quali Paolo Vi e la Cei parlavano con chiarezza. Dov’era finita la fedeltà al Concilio e alla Chiesa?».
(Piero Gheddo, Missione senza se e senza ma, p. 61).
«Una Università Cattolica o ispirata al cattolicesimo (e qualunque altra istituzione primaria o secondaria di questo tipo) non può non interrogarsi sul significato di quella parola pesante, “Cattolica”. La prospettiva che questa parola offre è naturalmente quella per cui noi camminiamo verso la vita soprannaturale come figli di Dio. La prospettiva quindi non è meramente quella di apprendere informazioni per se stesse, ma quella di avere strumenti per facilitare questo cammino (…). Ora, questo cammino può essere consapevole o inconsapevole. Nel primo caso abbiamo coloro che si sforzano di credere, nel secondo caso coloro che non fanno professione di fede ma che comunque sono anch’essi coinvolti in questo cammino di disvelamento del senso della vita».
(Aurelio Porfiri, Educare alla vera realtà, pp. 34-35).
«Ci sono persone che passano la vita stando molto attente a compiere i propri doveri e a lottare con ostinazione per vincere i propri difetti, fin quando comprendono che, se si accendesse nel loro cuore il fuoco di un grande amore, tutto sarebbe più facile: il fuoco brucerebbe i difetti con grande semplicità. Il problema non è: “Che cosa posso fare per Dio?”, ma: “Come mi lascio amare da Lui?”. Non dobbiamo vincere da soli; possiamo essere deboli. L’uomo non è gradito a Dio per i suoi meriti e le sue virtù, ma principalmente per l’illimitata fiducia che ripone in Lui. L’uomo nasce da Dio che è Amore e si realizza nell’amore. La liberazione vera e totale dell’uomo, la sua pienezza come persona, consiste proprio nell’amore, cioè nella comunione con Dio e nella fraternità con gli altri uomini».
(Vito Spagnolo, Vivere le relazioni. Parole di luce, pp. 87-88).
«Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, il Salvatore, l’unico Giusto del quale il mondo non era degno… si è lasciato massacrare in modo orrendo su una croce come fosse un delinquente. A farlo uccidere, storicamente, è stata la crudeltà di alcuni ebrei e l’autorità di Roma, ma misticamente siamo stati tutti noi, con i nostri peccati. Guarda a Cristo straziato in croce se vuoi capire qualcosa del peccato… di quel peccato di cui il mondo ha cancellato perfino il nome, illudendosi di cancellarne la realtà. Scrive Albert Görres: “Gesù ha solo perdonato i peccati, Freud ha fatto di più: li ha aboliti”. Senza un chiaro e preciso riferimento a Dio tutt’al più di può parlare di “reato”, che è violazione di qualche legge degli uomini, ma non di “peccato”, che è violazione della legge di Dio. Il mondo non parla più di questa tragica realtà che è all’origine di tutti gli altri mali e non ne parla perché non ci crede. Ma anche se l’uomo si dimentica del peccato, il peccato non si dimentica dell’uomo… qualcuno ha detto: “Una volta c’era l’artigianato del peccato, ora c’è l’industria” ».
(Don Enzo Boninsegna, Un confessore si confessa, p. 14).
«Allora sarebbe il caso di ricordarci che il bene è silenzioso, il contrario della fragorosa televisione. La gente per bene c’è ancora, c’è ancora il buon senso e la pulizia morale ma in pochi vogliono ricordarcelo. Insomma, c’è una silenziosa Cronaca Bianca che meriterebbe di essere conosciuta soprattutto per loro, i giovani, i massacrati di oggi. Non sarebbe male l’idea che televisione, quotidiani e riviste facessero un po’ di marcia indietro non proponendo solo negatività, o quanto meno sminuendole, e segnalassero invece quel bene che opera silenziosamente. E come farla questa marcia indietro? Semplice: dedicando un congruo spazio negli orari giusti e nelle pagine più frequentate a una Cronaca Bianca, riportando con serenità i fatti di cronaca, per l’appunto non nera, accaduti in giornata o durante la settimana».
(Gianni Romolotti, Campanile. Tanto per ridere, scopiazzando il mio amico Achille, p. 65).
IL TIMONE N. 126 – ANNO XV – Settembre/Ottobre 2013 – pag. 34
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