Il Timone n. 101 – anno 2011 –
a cura di Giovanni De Marchi, Paolo De Marchi, Salvatore Mussari
CINDERELLA MAN
di Ron Howard, con Russell Crowe, Renée Zellweger, Paul Giamatti – drammatico – USA – 2005 – 145’
Che film! Famiglia, eroismo, depressione, resurrezione e riscatto in un film epico, appassionante, commovente, su un pugile (realmente esistito) ormai bollito, che precipita dagli altari in una desolata miseria, per trovare un’occasione di riscatto insperato nel match della vita. I brividi sono autentici (in più di una scena siamo ai livelli di Momenti di gloria, ed è tutto dire!); Russell Crowe e Paul Giamatti strepitosi (un po’ meno Renée Zellweger, ma è questione di gusti); i valori sottostanti sono quelli dei film di una volta (anche qui, ci si può spingere in paragoni apparentemente eretici: proviamo a citare La vita è meravigliosa, Il cavaliere della valle solitaria, I magnifici sette). E, sorpresa!, le scene di boxe appassionano anche chi sia ostile al pugilato. Da non perdere, per nessun motivo. (Giovanni De Marchi)
Voto 8,5 – Età >10 – violenza** – Cineforum** – On
CODICE D’ONORE
di Florian Henckel von Donnersmarck, con Martina Gedeck, Ulrich Muhe, S. Koch- drammatico – Germania – 2006 – 137’
Un delitto tra i marines, un generale patriota ma un po’ invasato, alcuni duelli epici. Un gran bel giallo giudiziario, con molti pregi: lungo senza che ce ne si accorga; ben interpretato; bella storia; mai scontato; non superficiale nonostante la delicatezza del tema, che si prestava a interpretazioni politiche o emotive. A distanza di quasi vent’anni, mantiene un’attualità piuttosto rara. (Giovanni De Marchi)
Voto 8 – Violenza * – Età >12 – Cineforum* – On
LE VITE DEGLI ALTRI
di Robert De Niro, con Robert De Niro, Chazz Palminteri, Joe Pesci, Lillo Brancato – drammatico – USA – 1993 – 121’
Un capolavoro. Metà Anni ’80, in una Berlino livida e spettrale, un gruppo di artisti vicini agli ambienti del dissenso anticomunista, un ministro che si invaghisce di un’attrice e – cercando il pretesto per epurare uno scrittore, inconsapevole rivale in amore – lo fa sorvegliare da un gelido agente della Stasi (l’onnipresente e onnipotente polizia di Stato), nel quale però emerge a poco a poco un barlume di umanità. Il resto non è da raccontare, perché la storia è appassionante, sorprendente e sviluppata con intelligenza e perspicacia, anche se qualche scena volgare (unita al fatto che occorre una certa conoscenza della situazione politica e sociale di allora per apprezzare in pieno la pellicola) rende la visione sconsigliabile a un pubblico troppo giovane. Il film è una denuncia pacata e sobria, senza toni declamatori o retorici (e quindi particolarmente angosciante ed efficace), dell’intrinseca perversità dei regimi comunisti. Certo, fa un certo effetto – ed è anche abbastanza irritante – vedere che un film del genere viene osannato dalla critica unanime, compresi quelli che 15 anni fa non volevano sentir parlare di Solzenicyn o dei gulag e che ancora oggi o si proclamano impavidamente comunisti o bollano di “visceralità” chi solo osa definire l’Unione Sovietica e i suoi satelliti “l’impero del Male”: ma questa è un’altra storia. (Paolo e Giovanni De Marchi)
Voto 8 – Nudità** – Violenza* – Volgarità* – Disvalori* – Età >16 – Cineforum** – NO
IL TIMONE N. 101 – ANNO XIII – Marzo 2011 – pag. 63