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12.12.2024

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I martiri del nuovo millennio
31 Gennaio 2014

I martiri del nuovo millennio

 

 

Impressionante denuncia delle persecuzioni subite dai cristiani in ogni parte del mondo. È quanto emerge dal “Rapporto 2000 sulla libertà religiosa nel mondo” curato dall’Associazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre. Ricordata anche l’Italia: vi è ostacolata la libertà di educazione.

Fine novembre 2000 in un liceo milanese. Lezione di odio. Manca solo un mese alla fine di un secolo che gronda sangue e ci si aspetta un appello alla concordia e alla pacifica convivenza tra i popoli. Invece, con l’assenso complice degli insegnanti e del preside, i giovani sono incitati alla violenza antireligiosa: infatti un responsabile dell’Olp, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che ha come scopo la distruzione dello Stato di Israele (ma chi l’ha fatto entrare?), scambiando la scuola italiana per un campo paramilitare di terroristi islamici, tiene un agghiacciante comizio antisemita, con l’aiuto di una studentessa egiziana. Non ci risulta che il ministro della pubblica istruzione De Mauro, così sollecito a mettere in discussione la libertà di educazione nel nostro Paese, negando quella reale parità scolastica che si esprime nel buono scuola, sia intervenuto con altrettanta tempestività per condannare il gravissimo episodio. Così da apparire anche lui sostenitore di quella “guerra santa” secondo cui, tra l’altro, gli arabi-musulmani sono sempre sinonimo di positivo influsso culturale, mentre non solo gli ebrei, ma anche i cristiani, sono invece, nella storia, sinonimo di inaudita brutalità. Sciocchezze udite in quella sciagurata assemblea studentesca ma condivise anche, purtroppo, da movimenti politici e commentatori capaci di influenzare l’opinione pubblica.
La realtà è ben altra. Da una lettura attenta del prezioso e documentatissimo “Rapporto 2000 sulla libertà religiosa nel mondo” (a cura di Andrea Morigi, Vittorio Emanuele Vernole e Chiara Verna, “Quaderni dell’Aiuto alla Chiesa che soffre”), emerge un quadro allarmante sulla situazione dei credenti, soprattutto cristiani e cattolici, nei Paesi dove l’Islam è la religione prevalente. Altro che “positivo influsso culturale”! A meno che si giudichi positivo che in Afghanistan, come in altri Stati a maggioranza musulmana, non sia ammesso nessun altro culto, in Algeria alle donne sia proibito sposare un “infedele”, anche a rischio della vita, in Turchia l’appartenenza religiosa sia segnata sui documenti (alla faccia di una inesistente privacy!) e altre piacevolezze del genere.
Entriamo più nel dettaglio. Da noi ci si straccia le vesti perché è stata messa in discussione la decisione di una disinvolta amministrazione comunale di “regalare” il terreno per la costruzione di una moschea, dopo aver negato quello stesso terreno a un’associazione di volontariato. Ma che cosa succede nei “civilissimi” Paesi islamici? In Arabia Saudita , dove esiste un corpo speciale di agenti denominato “polizia religiosa”, decine e decine di immigrati filippini sono stati prima arrestati e poi espulsi per “attività cristiane”, a volte per il semplice possesso di una Bibbia! In Indonesia le cronache ci informano di continue violenze e persecuzioni verso i cristiani, e la stessa cosa, sia pure in forma più limitata, accade in Egitto; in Sudan gli aiuti alimentari sollecitati a noi occidentali da organizzazioni “buoniste” non vengono distribuiti ai non musulmani; nel Kosovo “liberato” devono temere le rappresaglie degli albanesi-musulmani non solo i serbi ortodossi, ma anche i cattolici; nel Bangladesh è rifiutato il visto d’ingresso ai missionari; in Iran i cristiani sono spiati e non possono accedere a certe professioni; nel sultanato del Brunei sono tollerate le scuole gestite dai missionari, ma anziché la religione cattolica, si è costretti ad insegnare quella musulmana. Una certa apertura e tolleranza, bisogna riconoscerlo, c’è in Libia e in altri Paesi africani musulmani, come il Senegal e il Mali.
La conoscenza del “Rapporto 2000” è di grande interesse perché allinea, una dopo l’altra, le “schede” sulla libertà religiosa in tutti gli Stati del mondo, ben 228. Veniamo così informati sulle difficoltà della Chiesa nella sua universale missione evangelizzatrice, non solo nei Paesi islamici.
Ci limitiamo a qualche esempio di “martirio”, cioè di aperta e coraggiosa testimonianza, invitando alla lettura completa del dossier (può essere richiesto all’Aiuto alla Chiesa che soffre”, tel. 06-69893920, fax 06-58991369). In Russia, dopo un’iniziale apertura seguita al crollo dell’impero sovietico, è prevalsa la secolare posizione dominante degli ortodossi, che stanno ostacolando l’attesa visita del Papa a Mosca. Arduo costruire nuovi edifici di culto cattolici, difficoltà burocratiche d’ogni genere per la presenza di ordini e congregazioni cattoliche. Decisamente peggiore la situazione nella Cina popolare, dove gode di qualche spazio di manovra solo la Chiesa patriottica, riconosciuta e sostenuta dal regime, mentre i cattolici fedeli a Roma, diversi milioni, sono perseguitati, imprigionati, multati, cacciati dal lavoro. A Cuba, dopo la visita di Giovanni Paolo II, in un Paese a stragrande maggioranza cattolica è stata ripristinata la festa del Natale, ma non ci sono scuole cattoliche né possono essere edificate nuove chiese. In India non possono entrare missionari stranieri e negli ultimi tempi si stanno intensificando le violenze degli estremisti indù contro i musulmani ma anche contro i cristiani. In Birmania le donne cristiane vengono rapite e costrette a convertirsi al buddismo; in Messico il clero cattolico subisce diverse limitazioni ed è proibita l’istruzione religiosa
nelle scuole pubbliche. E in Italia? Citiamo da pagina 187: “Tra i problemi maggiormente avvertiti dai cattolici, vi è quello che riguarda la parità scolastica, poiché vi è assoluta prevalenza del sistema di istruzione statale, che tende a negare la libertà della scelta educativa delle famiglie e delle comunità religiose, alle quali non viene riconosciuta, se non formalmente, una funzione pubblica”. Peraltro, di recente, tutti gli interventi sul piano morale della Chiesa e del Papa sono stati ferocemente contestati e lo stesso Giovanni Paolo II definito dal “santone laico” Bobbio come il Pontefice della Controriforma. Che stia finendo anche nel nostro Paese il tempo della pace religiosa?

RICORDA
“Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt. 5, 11-12).
Il Venerdì Santo perdura e con esso l’angoscia, la derisione, le sevizie, l’umana cedevolezza, l’indescrivibile dolore, l’amara Via Crucis, la crocifissione e la morte infamante di nostro Signore Gesù Cristo. Ora non più nel Suo proprio Corpo benedetto, ma in coloro che per la grazia partecipano alla Sua vita e sono Sue membra”.
(Werenfried van Straaten, Dove Dio piange, Edizione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, Roma, pag. 195)

 

IL TIMONE N. 11 – ANNO III – Gennaio/Febbraio 2001 – pag. 16-17

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