Lucia la più giovane di cinque bambine e un bambino, cugina di Francesco e Giacinta, nasce il 22 marzo del 1907 da Antonio Dos Santos e da Maria Rosa de Jesus in una frazione di Fatima chiamata Aljustrel. Di carattere allegro, si divertiva molto con le sorelle a partecipare alle feste. Era dotata di una straordinaria memoria.
Dopo le apparizioni ebbe altri personali incontri con la Madonna. A 18 anni si decise a entrare tra le suore Dorotee a Tuy (Spagna), da dove passò nel 1948 col permesso di Pio XII alle Carmelitane. Tutta la sua vita è dedicata alla diffusione della devozione al Cuore Immacolato di Maria: “Figlia mia -le disse la Madonna – guarda il mio Cuore sormontato da spine, con cui uomini ingrati lo trafiggono ad ogni momento con le loro bestemmie e la loro ingratitudine”.
Sollecitata dal Vescovo, scrisse quattro quadernetti di “Memorie” circa il messaggio di riparazione e circa la vita dei suoi cuginetti successiva alle apparizioni, delle quali sono la fonte interpretativa più autentica. Vive a Coimbra (Portogallo) tra le Carmelitane.
Francesco Marto nasce l’11 giugno 1908 da Manuel Pedro Marto e da Olimpia Dos Santos, la quale, già vedova e madre di due figli, oltre a Giacinta ebbe altri sei figli. Di carattere pacifico e riflessivo si ritirava spesso a pregare da solo. Quando era sui monti amava cantare o suonare il suo piffero. Era sempre pronto a accettare le mansioni più umili o l’ultimo posto: perdeva sempre ai giochi e durante le apparizioni poteva solo vedere l’Angelo e la Madonna, senza poterne ascoltare le parole, che gli venivano riferite da Lucia e da Giacinta. Ciò che più l’impressionava o assorbiva era Dio, la SS. Trinità, in quella luce immensa che penetrava nell’intimo dell’anima, “lo voglio consolare nostro Signore – disse – ma mi piacerebbe convertire anche i peccatori perché non lo offendano più”. Morì di febbre “spagnola” il 4 aprile del 1919, dicendo: “Mamma, guarda che bella luce là, vicino alla porta…”.
Giacinta Marto nasce il 10 giugno 1910. Di costituzione debole e dal temperamento prima permaloso, poi riflessivo e dolce, con il suo portamento sembrava trasmettere la presenza di Dio in tutti i suoi atti. Era lei a scegliere i giochi anche per Francesco al quale era molto legata. Imparò a pregare il Rosario in un modo che incantava. Ciò che l’aveva più colpita era stata la visione dell’inferno e la tragica sorte dei peccatori, per la cui conversione si diede a far sacrifici come i digiuni, non ballare, mangiare frutti amari, portare la corda legata ai fianchi. Ebbe una volta anche la visione del Papa sofferente e perseguitato, e anche questa intenzione offrì nelle sue preghiere e sacrifici.
Si ammalò di febbre “spagnola” che degenerò in pleurite. Fu portata all’ospedale nel 1919 a Villa Nuova de Ourèm. Qui la visitò ancora la Madonna dicendole che sarebbe morta, dopo atroci sofferenze, senza aver potuto ricevere Gesù e lontana dai suoi cari, a Lisbona in ospedale il 20 febbraio 1920.
Il 13 maggio 2000, a Fatima, Francesco e Giacinta Marto sono stati proclamati beati da Papa Giovanni Paolo II.
La Madonna a Fatima
“Voglio dirvi di fare di questo luogo una cappella in mio onore, che sono la regina del Rosario, di continuare sempre a recitare il rosario tutti i giorni.[…] Non offendano più Dio nostro Signore che è già molto offeso”.
(13 ottobre 1917)
Dossier: La lezione di Fatima
IL TIMONE N. 17 – ANNO IV – Gennaio/Febbraio 2002 – pag. 42