La liturgia è il luogo privilegiato in cui si realizza la presenza della SS. Trinità e la partecipazione della Chiesa al Mistero di Cristo o, secondo la tradizione patristica, all'”economia della salvezza” (C. C. C. 1066), prima annunciata dai profeti e poi testimoniata dagli apostoli.
In che modo?
Cominciamo da Dio Padre. Posto che tutta la sua opera è benedizione, dalla creazione alla storia della salvezza del popolo eletto, dal dono di suo Figlio a quello dello Spirito Santo, la liturgia ci aiuta a riconoscere pienamente in Lui “la sorgente e il termine” (C. C. C. 1 082) di tutte le benedizioni e a renderGli lode e grazie.
Quanto agli interventi dello Spirito Santo ne indichiamo alcuni: ricorda e manifesta Cristo alla fede dell’assemblea; dona ai fedeli, secondo le disposizioni dei cuori, l’intelligenza spirituale della Parola di Dio; nei sacramenti guarisce e trasforma chi li riceve per conformarlo al Figlio di Dio; rende presente e attualizza il Mistero pasquale di Cristo con la sua potenza trasformatrice: le offerte diventano il Corpo e il Sangue di Cristo.
Egli” è come la linfa della vigna del Padre che porta il suo frutto nei tralci.
Nella liturgia si attua la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e la Chiesa” (C.c.c. 1108).
Cristo, poi, è presente nella persona del ministro, realmente sotto le specie eucaristiche, nella sua parola – poiché è Lui che parla -, quando la Chiesa prega e loda. Infatti, il vangelo di san Matteo ci ricorda: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro” (18,20).
“Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado” (Sacrosanctum conci/ium, 7). Anche per questo appare oggettivamente insostenibile la posizione di chi ritiene di poter credere in Dio ma non nella Chiesa. È pur vero che i sacramenti sono efficaci ex opere operato, perché in essi agisce Gesù, ma è altrettanto vero che alla Chiesa Cristo ha affidato la loro amministrazione.
Quindi la liturgia non è per nulla qualcosa di superfluo o esteriore.
AI contrario, essa “è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù” (Sacrosanctum con cilium, 10) e la sua particolarità è altresì ribadita dal fatto che consta di una parte immutabile, proprio perché di istituzione divina.
Infine, chi celebra nella liturgia? “Tutta la comunità, il Corpo di Cristo unito al suo Capo” (C. C. C. 1140), all’interno della quale la Vergine Maria occupa un posto specialissimo (Lumen Gentium, 53).
Dossier: Liturgia: punti fermi!
IL TIMONE N. 22 – ANNO IV – Novembre/Dicembre 2002 – pag. 43