Il cavaliere della valle solitaria

“Tu chi sei straniero?” “Un amico di Starret!” Queste poche parole ai più possono non dire molto. Ai pochi che le hanno riconosciute, penso suscitino una certa emozione. A tutti, spero, di far venire la voglia di vedere, o rivedere, un grandissimo film. L’occasione è data dall’uscita in DVD de “Il cavaliere della valle solitaria”. Potrebbe apparire strano voler parlare di un film di cinquant’anni fa e non soffermarsi invece su una qualsiasi prima visione d’oggi. Il motivo è molto semplice: il cavaliere della valle solitaria è uno di quei film da porre a modello per il genere cinematografico. E’ quel tipico caso in cui tutti gli ingredienti sono giusti e al posto giusto. La storia è quella di un pistolero che per fuggire dal proprio passato decide di abbandonare l’uso delle armi per tornare ad una vita di totale tranquillità. Sarà costretto a rivedere le proprie scelte per difendere una famiglia di coloni. Il film è un crescendo d’emozioni; se all’inizio l’accompagnamento delle splendide musiche di Victor Young ci dà una serena immagine da cartolina, il finale è un sincopato taglio d’inquadrature che ci mostra uno dei duelli più “tirati” della storia del cinema western. La figura dell’eroe, positiva fino all’ultimo – rinuncia ai propri sentimenti pensando al bene altrui – è resa in modo perfetto da Alan Ladd che di eroe, in quanto a fisico, non aveva proprio nulla. Da Vedere

IL TIMONE – N. 29 – ANNO VI – Gennaio 2004 – pag. 63