Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

13.12.2024

/
Il creato narra la gloria di Dio
31 Gennaio 2014

Il creato narra la gloria di Dio

 

 

 

 

Lo studio delle leggi che reggono l’universo conduce alla ricerca del loro Autore. Che è Dio.

Uno sguardo attento al creato conduce a Dio: l'occhio innamorato sa scorgere l'amato nelle tracce che ha lasciato. La natura è un perfetto meccanismo fatto per accogliere l'uomo e ricordargli il suo Padre che sta nei cieli, ma che non cessa di chinarsi verso i suoi Figli. Potrebbe bastare la bellezza del panorama, che si tratti delle vette innevate o delle profondità del mare, lo spettacolo del tramonto, il mistero della vita  per capire che tutto questo non è che un messaggio che conduce al suo Autore. Vogliamo però andare più in là, esaminando i meccanismi che tengono tutto questo in movimento.
Lo studio vigile delle leggi che governano l'ordine dell'universo conduce a Dio: di recente abbiamo visto come il cosmo sembri disegnato per permettere la vita dell'uomo, come ogni costante delle leggi fisiche scoperte dall'uomo, riconduca ad un disegno che proprio all'uomo ha riservato il posto centrale. Perché? Il disegno divino di affidare all'uomo un luogo fatto per lui perché lo custodisca e lo conservi si svela alla lettura della Genesi. Il racconto della creazione è stato sottoposto a manipolazioni di ogni sorta, da chi lo ha considerato una cronaca letterale di ciò che accadde come da chi ci ha letto l'impossibilità dell'esistenza divina, e forse anche da chi ha tracciato resoconti compatibili con le teorie cosmologiche più recenti.
L'interpretazione  che  ne da l'americano Scott Hahn, nel suo libro A Father who keeps his promises, ci permette di cogliere invece la finalità dell'intervento divino e quindi apprezzare il creato non solo come impronta di Dio, ma soprattutto come dono che il Padre ci ha fatto.
Hahn scorge un interessante simmetria nei primi sei giorni della creazione nei quali il creato, informe e deserto, viene plasmato per accogliere l'uomo. I primi tre giorni servono a creare i regni nei quali abiteranno le creature, permettendo così al caos informe di divenire cosmo abitabile; i seguenti tre giorni popolano i regni disegnando lo scenario nel quale andrà ad abitare l'uomo.
Dio crea l'uomo alla fine del sesto giorno, quando tutto è stato ordinato per accoglierlo.
Dopo la creazione di Adamo, Dio si riposa creando il Sabato, che benedice e consacra: forse era stanco per il lavoro fatto? Certamente no: intendeva coinvolgere l'uomo nel riposo della Sua Grazia, dopo avergli affidato il Creato in qualità di re e sacerdote. L'universo parla di Dio perché attraverso l'universo Dio parla ai suoi figli.
Che il creato sia a misura d'uomo lo conferma una riflessione sulle tre frecce del tempo che scandiscono la vita dell'universo: quella termodinamica, quella psicologica, e quella cosmologica.
La prima è descritta dal Secondo Principio della Termodinamica il quale stabilisce che ogni trasformazione contribuisce ad aumentare lo stato del disordine,  il  cui  stato è misurato attraverso l'entropia. Uno dei classici esempi che si possono portare è quello delle palline colorate: se abbiamo una scatola con due scomparti, uno dei quali contiene palline bianche e l'altro nere e cominciamo a scuotere la scatola cosicché le palline passino da una parte all'altra, ciò che accadrà è un progressivo aumento del livello di mescolamento. È impossibile ripristinare l'ordine iniziale continuando a scuotere la scatola.
L'uomo per vivere ha bisogno di alimentarsi, dal punto di vista energetico brucia i cibi per produrre energia termica e dinamica, forme di energia estremamente disordinata.
La seconda spiega lo scorrere del tempo accostandolo al crescere del disordine. Noi tutti percepiamo lo scorrere del tempo: il nostro cervello ricorda solo ciò che è avvenuto e lo fa passando da uno stato disordinato a uno ordinato nel quale venga disegnato un ricordo da memorizzare, con consumo di energia e un aumento del disordine generale.
La direzione del tempo in cui l'uomo ricorda è quello dell'aumento del disordine, in pieno accordo con la freccia termodinamica.
La terza freccia, quella cosmologica, indica la direzione verso la quale l'universo si sta movendo. A questo proposito le ipotisi attuali riguardo il futuro del creato sono tre e tutte riguardano la velocità di espansione dell'universo e la forza di gravita: la prima dice che l'universo si espande troppo lentamente per vincere la gravita, per cui arriverà il momento in cui l'universo comincerà a contrarsi per implodere nel big crunch, l'esatto opposto del big bang. La seconda, all'opposto, sostiene che la velocità dell'universo è tale da garantire una crescita senza fine. La terza presume il raggiungimento di un equilibrio. Quale che sia l'ipotesi vera, c'è da chiedersi come mai noi viviamo nel periodo di espansione del cosmo. La risposta è facile: la vita non sarebbe possibile nella fase di contrazione nella quale la freccia termodinamica, e quindi quella psicologica, assumerebbero una dimensione negativa. L'uomo ha bisogno di una forte freccia termodinamica per vivere, essendo una creatura che produce molto “disordine”.
Il creato è proprio un palcoscenico disegnato a misura dei suoi figli da un Padre affettuoso e innamorato.


IL TIMONE  N. 12 – ANNO III – Marzo/Aprile 2001 – pag. 46-47

 

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista