La sua umiltà, l’avere accettato senza riserve la volontà del Padre celeste per la maggior sua gloria, spiega il suo ruolo decisivo
Può sembrar strano, soprattutto in questi tempi caratterizzati da una marcata secolarizzazione, in cui solo chi appare di più è degno di essere considerato, soffermarsi sulla figura di Maria e riconoscerle un ruolo decisivo non solo nella vita della Chiesa, ma nella stessa storia della salvezza dell’umanità (Gn 3,16; Ap 12,1-6).
Maria, infatti, non appare molte volte nel Vangelo, ma solo in alcuni momenti significativi. Ed anche in quelle circostanze, la sua è una presenza discreta, riservata, così che san Gerolamo la definisce Madre nascosta e segreta. Nascosta da Dio, persino agli stessi angeli. La sua umiltà, l’avere accettato senza riserve la volontà del Padre celeste per la maggior sua gloria, spiega il ruolo decisivo che Le è riconosciuto nella dottrina cattolica. Perché scrivere queste brevi righe? Per testimoniare la credibilità del Cattolicesimo attraverso la figura di Maria. In altri termini, mostrare che ciò che continuiamo a fare nel tempo e a credere ancora oggi riguardo a Maria era ciò che i primi cristiani hanno sempre fatto e creduto.
Innanzi tutto, va ricordato il costante insegnamento della dottrina cattolica sulla Madonna attraverso la Sacra Scrittura, i Santi Padri, la Liturgia ed il Magistero della Chiesa (Lumen Gentium), il culto ad Ella riservato e le verità dogmatiche che La riguardano. Tra le quali spicca il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato nel 1854 da Papa Pio IX, confermato a Lourdes, quattro anni dopo, dalla Vergine Maria a Bernadette.
Maria, la “Piena di Grazia”, è il solo essere umano, una donna – ciò dovrà pur far riflettere sulla presunta scarsa stima della donna da parte della Chiesa – ad essere stata concepita senza il peccato originale. A Lei si deve un culto speciale: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Le 1,48).
Anche la archeologia conferma il ruolo particolare di Maria sin dai primi tempi della vita della Chiesa. Un epitaffio nelle catacombe di Priscilla, a Roma, databile, secondo la studiosa Margherita Guarducci, alla fine del II secolo, richiama il culto prestato alla Vergine dai primi cristiani. Culto antichissimo, suffragato dalla più antica preghiera mariana, Sub tuum praesidium, trovata in un papiro egiziano, copto, che secondo molti studiosi risale al III secolo. Inoltre, il Concilio di Efeso dell’anno 431, che proclamò Maria come Madre di Dio, celebrato in un edificio dedicato alla Madonna, prova che a quell’epoca esistevano chiese dedicate alla Vergine. Infine, nel famoso “muro G” in Vaticano, dove sono state rinvenute nel 1953 le ossa identificate dalla Guarducci, come quelle di Pietro vi è un graffito, del IV secolo, in cui il nome di Maria appare per intero. È quanto basta per confermarci nella verità cattolica riguardo il culto alla Madonna.
RICORDA
Sub tuum praesidium confugimus, sancta Dei Genitrix: nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta.
Sotto la tua protezione ci rifugiamo, o santa Madre di Dio: non disdegnare le suppliche che t’innalziamo nelle necesità, ma salvaci sempre da tutti i pericoli, o Vergine gloriosa e benedetta.
(preghiera mariana del III secolo).
IL TIMONE – N. 7 – ANNO II – Maggio/Giugno 2000 – pag. 14