15.12.2024

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Il fatto di Sichem
31 Gennaio 2014

Il fatto di Sichem

 

 

 

Vogliamo affrontare qui, uno dei fatti più tremendi della storia d’Israele. Giacobbe, dopo aver attraversato il torrente Jabbok, si stabilì a Succot, a est del Giordano. Poi si trasferì nei pressi di Sichem, al di là del Giordano, dove il Signore era apparso ad Abramo e gli aveva detto: «Alla tua discendenza io do questo paese». Giacobbe comprò allora «dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d’argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda. Qui eresse un altare e lo chiamò “El, Dio d’Israele” ».
Nel Libro di Giosué (24,32) è scritto che «a Sichem nella parte della montagna che Giacobbe aveva acquistato dai figli di Camor, padre di Sichem», furono seppellite <<le ossa di Giuseppe che gli israeliti avevano portato dall’Egitto». Sono passi, questi, che mettono in evidenza la precisione storica dei fatti biblici.
Ora, in Genesi 34 si narra che Dina, figlia di Giacobbe e di Lia, andò per le vie di Sichem, da sola: «Ma la vide Sichem, figlio di Camor, l’Eveo, principe di quel paese e la rapì, si unì a lei e le fece violenza». E’ scritto che egli «amò la fanciulla… Poi disse a Camor suo padre: “Prendimi in moglie questa ragazza”». Giacobbe venne a conoscenza di questo fatto, ma non prese subito nessuna decisione e aspettò che tutti i suoi figli, che erano in campagna, fossero tornati a casa. Saputo quanto era accaduto, i figli di Giacobbe ne furono indignati.
Quando Camor poté parlare con Giacobbe e con loro disse: «”Sichem, mio figlio, è innamorato della vostra figlia; dategliela in moglie! Anzi, alleatevi con noi: voi darete a noi le vostre figlie e vi prenderete per voi le nostre figlie. Abiterete con noi e il paese sarà a vostra disposizione; risiedetevi, percorretelo in lungo e in largo e acquistate proprietà”. Sichem disse ancora al padre e ai fratelli di lei: “Possa io trovare grazia agli occhi vostri; vi darò quel che mi direte. Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma datemi la giovane in moglie!”».
I figli di Giacobbe dissero allora a Camor e a Sichem che sarebbe stato per loro un disonore dare la loro sorella a un uomo non circonciso; ma se essi, con tutti gli uomini del loro paese, si fossero fatti circoncidere, allora e solo a quella condizione Sichem avrebbe potuto sposare Dina.
Tanto era l’amore che Sichem portava a quella giovinetta che sia lui che suo padre accettarono quella proposta e poi ne parlarono a tutti gli uomini della città, facendo loro comprendere che quella era una condizione vantaggiosa per loro. Infatti avrebbero formato un solo popolo: «”Noi potremo prendere per mogli le loro figlie e potremo dare a loro le nostre… I loro armenti, la loro ricchezza e tutto il loro bestiame non saranno forse nostri? Accontentiamoli dunque e possano abitare con noi!”». Tutti i maschi di Sichem accettarono di farsi circoncidere. Ma questo era un inganno atroce!
La circoncisione fatta agli adulti è molto dolorosa e dà febbre per qualche giorno. Simeone e Levi si incaricarono di praticarla a tutti gli uomini del paese e, quando questi erano febbricitanti e sofferenti per tale intervento, li uccisero tutti, dal re all’ultimo di loro.
Ripresero la loro sorella, fecero bottino delle loro ricchezze e saccheggiarono la città, portando via le donne e i bambini. Giacobbe, costernato, non ebbe parte alcuna in quella strage e comprese che, se i popoli vicini si fossero alleati contro di lui, egli con tutti i suoi sarebbero stati sterminati.
Quando Giacobbe, dopo molti anni, in Egitto, stava per morire, proferì un vaticinio su ognuno dei suoi figli e riguardo a Simeone e a Levi disse: «Simeone e Levi sono fratelli, strumenti di violenza sono i loro coltelli. Nel loro conciliabolo non entri l’anima mia, al loro convegno non si unisca il mio cuore. Perché con ira hanno ucciso gli uomini e con passione hanno storpiato i tori. Maledetta la loro ira, perché violenta, e la loro collera, perché crudele! Io li dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele» (Gn 49, 5-7).
In quel l’Io non vi è Giacobbe, ormai morente, ma il Signore stesso che parla in lui. Non era nei piani del Signore che gli ebrei e i sichemiti formassero un popolo solo, ma il modo di agire di Simeone e di Levi fu abominevole e il dolore di Giacobbe, per la loro perversa condotta, fu grande!
(continua)

 

 

 

IL TIMONE – N. 29 – ANNO VI – Gennaio 2004 – pag. 60
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