15.12.2024

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Il grande Esodo
31 Gennaio 2014

Il grande Esodo

 

 

 

Gli Ebrei che lasciarono l’Egitto furono «in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini… e una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero». Per qualcuno, un tal numero di persone è inverosimile e gli Ebrei potevano essere, al massimo, seimila. Ma nel libro dei Numeri è scritto che il Signore ordinò a Mosè di fare il censimento «di tutta la comunità degli Israeliti…, contando i nomi di tutti i maschi… dall’età di venti anni in su». Era il secondo anno dall’uscita dall’Egitto. Con precisione impressionante furono contati e i «registrati risultarono seicentotremilacinquecentocinquanta ». È assurdo e blasfemo dubitare di quanto è scritto nella Bibbia. D’altra parte, sarebbe stato del tutto inverosimile che il faraone, per trattenere in Egitto qualche migliaio di operai ebrei, avesse accettato di subire, una dopo l’altra, quelle tremende calamità di cui si è parlato.
Cerchiamo di immaginare i preparativi per il grande esodo. È presumibile che ogni famiglia avesse un carro ove porre tutto il necessario per un evento così straordinario. Vi erano fra loro anziani, bambini, donne incinte e prossime al parto. Dovevano muoversi ordinatamente, tribù per tribù. È scritto infatti che gli Israeliti uscirono dall’Egitto con ordine. Erano armati.
Immaginiamo quella prima notte trascorsa dagli Ebrei, liberi, sotto il cielo: quegli uomini che ogni giorno dovevano avviarsi al lavoro per fabbricare mattoni, con i piedi nel fango, ora potevano guardare all’orizzonte dove, a poco a poco, la luce dell’alba si sarebbe fatta più vivida, fino all’incanto dell’aurora. Il viaggio del popolo ebreo è cominciato e il Signore lo guida. È scritto che «Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: “Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe pentirsi e tornare in Egitto”».
Il Signore ordinò a Mosè di fare accampare il popolo presso il Mar Rosso. Il faraone pensò che gli Ebrei andassero errando e che il deserto li avesse bloccati. È certo che il popolo ebreo non potrà sfuggirgli e prende con sé «seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi». Egli «inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare». Quando gli Israeliti videro gli Egiziani furono presi da terrore.
Mosè invoca il Signore che gli dice: «Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
Più volte si legge «Il Signore rese ostinato il cuore del faraone» che aveva raggiunto un colmo di malvagità e crudeltà da meritare di essere annientato. Solo il Signore poteva sapere quante ingiustizie, crudeltà e delitti aveva commessi, oltre al culto degli idoli dietro ai quali, come scrive san Paolo, vi erano i demoni. E satana è solo male, orgoglio, odio e cupidigia per uno sfrenato amore di sé. È il principe delle tenebre. Il castigo più grande per chi sceglie di stare dalla parte di satana è proprio quello di non vedere la propria rovina spirituale. Non devono stupirci le parole che san Paolo scrive nella Seconda lettera ai Tessalonicesi riguardo a coloro che avranno scelto le vie dell’anticristo, abbagliati da «ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno… perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza di inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito alla iniquità».
Nella Lettera agli Ebrei è scritto: «È terribile cadere nelle mani del Dio vivente». Parole che fanno eco a quelle dette da Gesù: «Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono più fare nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso il corpo, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete costui».

IL TIMONE – N. 45  – ANNO VII  – Luglio-Agosto 2005 – pag. 60

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