Chi entra in loggia, deve essere disposto a discutere tutte le sue idee. E deve accettare il verdetto che emerge dal dibattito democratico tra fratelli massoni. Per la dottrina cattolica, invece, la verità non è negoziabile. Un altro motivo di incompatibilità tra Chiesa e Massoneria
Le Costituzioni stese dal pastore presbiteriano James Anderson (1680 o 1684-1739) nel 1721 e pubblicate nel 1723, la magna carta della Massoneria “regolare”, escludono dai soggetti di cui si può parlare in loggia le «discussioni di religione, di nazione o di politica ». Sembra che rimanga molto poco, e in effetti è difficile ricavare dalle Costituzioni una vera e propria dottrina. Gli unici riferimenti precisi sono quelli a una legge morale – non meglio identificata – e alla «religione su cui tutti gli uomini sono d’accordo».
La Massoneria come emerge dalle sue carte di fondazione britanniche non è una dottrina, ma un metodo che propone la libera discussione dei problemi e la loro soluzione secondo quanto sembra vero e giusto alla maggioranza dei fratelli. La discussione ha un limite positivo: non è permesso mettere in discussione l’esistenza di Dio; ma Dio può essere concepito in una grande varietà di modi, anche lontani da quanto propongono le religioni tradizionali. Certamente vi sono massoni i quali pensano che Dio sia un nome dell’uomo, o della natura o che sognano un ritorno al paganesimo. Nella Massoneria di diversi Paesi vi è stata una forte corrente che può essere ricondotta, come pensava lo studioso gesuita italiano Florido Giantulli (1906- 1974), al “naturalismo”. Ma nella Massoneria anglosassone, a qualunque livello e grado, si trovano anche molte persone soggettivamente convinte di essere buoni protestanti.
Se però non tutti i massoni sono “naturalisti”, tutti i massoni – se sono davvero massoni – hanno un accostamento alla questione dei dogmi che è incompatibile con quanto pensano dei dogmi la Chiesa Cattolica e molte altre denominazioni cristiane. In realtà, infatti, la discussione massonica oltre al limite positivo ne ha anche uno negativo: tutto può essere messo in questione, tranne il metodo stesso. Chi proponesse l’unicità di una verità, di una religione, di una via si porrebbe automaticamente al di fuori del metodo massonico. È in questo senso che un Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona (1921-2009), poteva dichiarare nel 1992 che il «fondamentale principio massonico» è quello secondo cui «non esiste un’unica religione per arrivare alla Salvezza», mentre «la Chiesa Cattolica ha i dogmi e considera la propria l’unica vera religione». In un’altra “famiglia” massonica, quella del Grande Oriente di Francia, un importante dirigente tuttora vivente, Alain Gérard, conferma che «la Massoneria del Grande Oriente di Francia non è né una religione né una filosofia, ma soltanto un metodo». Questo metodo, secondo Gérard, non impedirebbe a nessuno di avere delle opinioni ben definite ma impone a tutti di «mettere in discussione» le loro opinioni quando il lavoro di loggia comincia, accettando l’ipotesi che possano eventualmente essere false o debbano essere superate in una sintesi superiore. Il metodo massonico «non significa che non si abbiano delle idee chiare; significa soltanto che si accetta di metterle in questione. Questa messa in discussione non può veramente avere luogo se si dichiara prima che, qualunque sia l’esito della discussione, ci sono dei punti su cui si continuerà a essere convinti di avere ragione».
Non si potrebbe esporre meglio una posizione che accomuna tutte le famiglie massoniche: chi accetta il metodo massonico dev’essere disposto a mettere sul tavolo le sue idee, a «metterle in questione» e ad accettare il verdetto che emergerà dalla discussione condotta secondo i principi del dibattito democratico. Qui sta la radice del problema: perché le Chiese e comunità cristiane – certamente la Chiesa Cattolica – pensano che alcune delle verità che insegnano ai loro fedeli siano, per usare un termine caro a Benedetto XVI, “non negoziabili”; non siano di origine umana ma divina, e quindi non possano essere “messe in questione” senza escludere a priori la prospettiva di rivederle o abbandonarle.
Spesso autori massonici non accettano l’espressione “relativismo”, considerandola ingiusta e riferita a una sorta di disinteresse per la verità che non sembra loro di professare.
Essi osservano che, al contrario, vi sono stati nella storia numerosi massoni così convinti di una loro idea – nazionale, politica o sociale – da dare per questa idea la vita. Ma vi è qui una confusione fra due categorie filosofiche diverse: lo scetticismo e il relativismo. Mentre lo scettico teorico pensa che non esista la verità, e lo scettico pratico che non sia importante, il relativista talora è sinceramente affezionato a una verità relativa ma, nonostante questo, considera la verità come qualche cosa di dipendente da una variabile indipendente che, come tale, la determina. Affermare che il metodo massonico si situa nell’orizzonte del relativismo non significa accusare i massoni nel loro insieme – o singoli massoni – di negare la rilevanza esistenziale della verità. Significa solo constatare che si tratta di un metodo che promuove una visione della verità come relativa e condizionata da variabili indipendenti che la determinano: e questa, precisamente, è la definizione del relativismo.
È in tale senso che il metodo massonico è collegato all’origine sociologica della Massoneria e del suo successo. In una delle più serie indagini sul significato storico-sociologico della Massoneria negli Stati Uniti, Lynn Dumenil ha scritto che «per gli uomini disturbati dalle grandi controversie sulla Bibbia e sulla validità del cristianesimo la Massoneria offriva un’esperienza religiosa che era confortevole e che non arrecava disturbo. [Una Convenzione massonica dichiarava che] “l’anima perplessa per le divergenze fra le religioni può rifugiarsi nella sala della loggia e lì trovare riposo”… La Massoneria esercitava una speciale forza di attrazione sugli uomini che continuavano a credere, ma che erano incerti su che cosa realmente credevano».
Naturalmente – come le osservazioni della Dumenil si riferiscono propriamente alla Massoneria negli Stati Uniti – così non tutte le massonerie si attengono alle Costituzioni di Anderson. A partire dal secolo XIX – ma con prodromi già nel Settecento – soprattutto le massonerie latine hanno talora ripudiato l’obbligo di non prendere posizione in materia religiosa, sociale e politica e hanno elaborato una serie di posizioni dottrinali più precise promuovendo l’anticlericalismo e il laicismo in tutti i settori. Battaglie come quella per la laicità della scuola, per il divorzio e più tardi in alcuni Paesi anche per l’aborto e l’eutanasia sono state promosse apertamente da alcune obbedienze massoniche latine, il cui anticlericalismo ha assunto in varie epoche storiche toni accesi se non virulenti. La Massoneria “regolare” britannica, naturalmente, tiene a precisare che si tratta di posizioni tipiche di obbedienze che si sono separate dalla “casa madre” di Londra, che hanno violato il divieto di prendere posizioni religiose o politiche e hanno finito per ammettere nelle logge anche gli atei. Ma d’altro canto si tratta di conseguenze che non possono essere considerate soltanto “deviazioni” estranee alle premesse massoniche, giacché dal deismo e dal relativismo non è illogico dedurre, con varie sfumature, anche forme di laicismo e infine arrivare all’ateismo.
In ogni caso, quello che tutte le massonerie hanno in comune è il metodo, così come molti calcolatori possono avere in comune lo stesso programma, o programmi con variazioni così modeste da poter essere considerate secondarie. Quello che esce dal programma può variare a seconda dei dati immessi – e così diverse obbedienze e diverse massonerie possono assumere posizioni diverse su quasi tutti i problemi –, ma il metodo rimane comune. Per la Chiesa Cattolica – è questo il senso degli interventi del Magistero, fino alla Dichiarazione sulla Massoneria del 1983, tuttora vigente – il programma ha un virus. Non è neppure necessario andare ad esaminare i risultati del metodo massonico Paese per Paese e loggia per loggia. È il metodo in sé che è incompatibile con la fede cattolica.
Massimo Introvigne, Il simbolo ritrovato. Massoneria e società segrete: la verità oltre i miti, Piemme, 2010.
Dossier: MASSONERIA: INQUIETANTE PERICOLOSA REALTÀ
IL TIMONE N. 105 – ANNO XIII – Luglio/Agosto 2011 – pag. 44 – 45
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