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15.12.2024

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Il mondo del sacro. Nascita della basilica
2 Maggio 2014

Il mondo del sacro. Nascita della basilica

L’epoca inaugurata da Costantino fu una vera primavera per la Chiesa e tra i suoi frutti più rimarchevoli vi fu la fondazione delle prime vere e proprie chiese cristiane. Ancor di più, sotto il regno di Costantino stesso si posero le basi di buona parte di tutta la futura evoluzione architettonica degli edifici cristiani. Al momento di fondare i primi edifici ammessi e dedicati esplicitamente al culto cristiano, i vescovi di allora e i loro consiglieri si trovarono certamente a operare una scelta tra le tipologie architettoniche del mondo antico al fine di individuarne una meglio adattabile al culto cristiano. Com’è noto, la basilica fu la tipologia eletta. Si è a volte insistito sul significato di questa scelta, sottolineando che le basiliche in antico erano luoghi di riunione e non templi, e che l’aver adottato questa tipologia architettonica tra le altre che il mondo antico metteva a disposizione dimostrerebbe che fin da allora, e da prima ancora, i luoghi del culto cristiano non erano concepiti come luoghi sacrali, ma come luoghi di accoglienza di una comunità in riunione.

In realtà, uno studio dell’architettura delle basiliche antiche rivela che ad eccezione della basilica del Laterano, tutte le altre basiliche fondate da Costantino e quelle successive si caratterizzano per non essere semplici repliche della basilica pagana, ma per arricchire quel modello di alcune particolarità del tutto innovative. La più interessante e la più longeva fu l’inserzione di un braccio trasversale in prossimità dell’abside, che divenne a mano a mano più evidente e più comune con il nome di transetto. Il fine di questa variazione fu di adeguare il tipo basilicale alle necessità legate al culto della reliquia, e in particolare dei corpi dei martiri, tanto che fu proprio Costantino a volere il trasferimento del corpo di San Pietro in un’edicola funebre più notevole e più degna di quella che lo custodiva fino ad allora, e a porla proprio nel punto in cui il transetto incrociava l’asse della navata e dell’abside della nuova basilica che dal santo prese il nome. Questa variazione prendeva le mosse dalla congiunzione del modello basilicale con una concezione di spazio centrale già comune nell’edilizia dei templi pagani tardo-antichi e già diffusa negli edifici sepolcrali e nei mausolei, edifici cioè legati in vario modo al culto. Fin dalla loro prima costruzione dunque le basiliche cristiane non erano già più basiliche pubbliche del vecchio tipo, ma ambienti trasformati per diventare luoghi di venerazione.

Queste osservazioni devono spingerci a riconsiderare le ragioni che spinsero Costantino e i suoi consiglieri ecclesiastici alla scelta della basilica come tipologia architettonica per il culto cristiano. Se da una parte questa tipologia era la più adatta a manifestare l’ufficialità e la pubblicità del nuovo culto, dall’altra per ragioni meramente architettoniche era infatti la più flessibile, la più facilmente suscettibile di modifiche, e tutte le modifiche che vediamo intervenire sono modifiche che guardano alla creazione di uno spazio per l’adorazione di qualche testimonianza sacra, come sarebbe accaduto in un tempio antico e non in una basilica. Si vengono così a formare queste architetture ibride, che da una parte manifestano la pubblicità degli atti del culto e mantengono un carattere assembleare per effetto dell’impianto basilicale, dall’altra ricordano la sacralità di ciò che vi avviene e di ciò che vi si contiene, per effetto dell’innesto nel tipo basilicale di componenti proprie di altre tipologie più legate alla religione come i mausolei. Si riuscì così a riassumere in un’unica espressione architettonica i due aspetti salienti del culto cristiano: il carattere congregazionale e pubblico e quello sacrale e mistico, due aspetti che non avrebbero trovato tra le tipologie tradizionali dell’architettura romana alcun modello capace di contenerli simultaneamente. Il modello basilicale così modificato è durato fino a tempi recentissimi, a testimoniare una tradizione ininterrotta di forme da Costantino fino a noi, e a manifestare anche quanto a Costantino e ai cristiani romani del IV secolo fosse già chiaro il connubio tra ufficialità, decoro e sacralità proprio del culto cristiano.

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