Regia F. Gary Gray
Con KevinSpacey, Samuel L. Jackson, Siobhan Fallon, Paul Giamatti.
1998 – colori
Spesso si liquidano con il termine "americanata" quei prodotti cinematografici che non corrispondono ai criteri intellettuali imposti da una certa parte della critica. Questa catalogazione non è altro che un sistema superficiale per definire film che invece, a ben guardare, hanno alle spalle una grande professionalità e un'alta qualità. È senz'altro il caso de Il negoziatore che, grazie alla sua attenta e sofisticata confezione, va ben oltre il solito film fracassone. È la storia di un agente esperto nel condurre trattative che, trovatosi accusato ingiustamente, prende in ostaggio delle persone e chiede, come negoziatore, un collega che non conosce ma di cui ha sentito parlare. Il rapporto che si instaura tra i due porterà alla risoluzione del caso. La pellicola ha tutti gli ingredienti del film d'azione (sparatorie, inseguimenti, ecc.) con l'aggiunta di tutta la parte psicologica che porta, piano piano, alla vera conoscenza dei due poliziotti. Bisogna per questo applaudire l'ottima interpretazione dei protagonisti, Kevin Spacey e Samuel L. Jackson, che forniscono una splendida prova benissimo dosata tra dramma e azione. Non posso non sottolineare anche la bella, e importante, citazione che viene fatta a una delle più importanti pellicole della storia del cinema, Il cavaliere della valle solitaria. Insomma, Il negoziatore è un film solido, ben costruito che non può essere considerato solo di pura evasione, ma se anche così fosse, che cosa c'è di male nel raccontare una storia dove i rapporti umani sono veri, dove la lealtà e la sincerità vincono sulla menzogna, dove la fiducia prevale sui dubbi e dove i cattivi alla fine vengono sconfitti? Per svagarsi, ma non solo.
IL TIMONE – N. 42 – ANNO VII – Aprile 2005 pag. 63