15.12.2024

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Immortale odium
31 Gennaio 2014

Immortale odium

 

L’ultimo romanzo di Rino Cammilleri: letteratura e storia alla ricerca della verità e dell’identità italiana.


 

 

 

Nella notte del 13 luglio 1881 un corteo silenzioso e riservato si snoda tra le vie di Roma, nei pressi di Castel Sant’Angelo. Nulla di allegro e gioioso, gente mesta segue pregando un feretro. È la salma di Pio IX, morto tre anni prima, che non era stata tumulata in San Lorenzo in Lucina, come il defunto avrebbe voluto, per il dilagare dell’avversione anticlericale di cui Roma era preda. Sembrava finalmente che le acque si fossero un po’ placate, e si credeva di poter esaudire la volontà del defunto Pontefice. E invece qualche estremista (ogni epoca ha i suoi) organizza un assalto al corteo funebre con l’intento di gettare la salma nel Tevere. Seguono tafferugli, qualche contuso, canzonacce oscene, insulti al defunto; intervengono i carabinieri, la salma è salva e può essere finalmente deposta in San Lorenzo.
Il giorno dopo la stampa laicista di tutta Italia riporta il fatto: ma non per esecrare i facinorosi che si sono macchiati di un atto irriverente e blasfemo, quanto per attaccare gli ottusi clericali che con il loro gesto avrebbero provocato la rivolta spontanea della folla. I protagonisti del misfatto non solo non vengono perseguiti per via legale ma, al contrario, ricevono in dono una medaglia con l’incisione 13 luglio 1881. Immortale odium et nunquam sanabile vulnus, per la loro strenua difesa dei valori patri di “laicità e libertà”.
Proprio intorno a queste medaglie, e al fatto che qualcuno anni dopo voglia uccidere tutti quelli che ancora le conservano, si snoda l’avvincente romanzo di Rino Cammilleri, Immortale Odium, ultimo lavoro dello scrittore siciliano. Scorrendo le sue pagine si resta anzitutto avvinti dalla trama poliziesca, attratti dalle mosse dell’investigatore laico e del prete poliziotto (seguito fedelmente dal suo figlioccio e protetto che ricorda tanto Watson con Sherlock Holmes, cui l’autore deve più di uno spunto), si è trasportati in case patrizie e in tuguri popolari della Napoli conquistata dai Savoia e ormai rassegnata al suo destino di città di serie B rispetto alla capitale romana o alle città del Nord. Con grande scioltezza si passa dai palazzi della curia napoletana alle segrete stanze pontificie e ai palazzi romani, una volta del Papa ed ora occupati dai laicissimi e massoni ministri del governo italiano, ma che ancora mantengono quadri e statue della gloriosa storia cristiana che ha fatto Roma capitale non di una piccola nazione ma del mondo intero. Ci sono omicidi e macchinazioni oscure, complotti e società segrete, astuzie e ingenuità.
L’indagine poliziesca è occasione per raccontare una storia un po’ strana per orecchie abituate alla vulgata di un glorioso Risorgimento che avrebbe liberato l’Italia dall’oscurantismo del Papato e salvato la Chiesa dalle pastoie dei beni temporali. I personaggi che sono messi in scena di volta in volta raccontano la storia della nostra patria in modo leggero, con il tono di chi rievoca i fatti intorno al caminetto o ricorda i suoi anni giovanili e i suoi adolescenziali entusiasmi, spesso indotti da oscuri organizzatori che dalle loro comode abitazioni mandavano a combattere, e spesso a morire, giovani desiderosi solo di giustizia e verità. A generazioni intere qualcuno ha fatto credere che la libertà fosse “fare quello che si vuole”, che la Chiesa fosse una fornace di divieti insulsi e di soprusi sul popolo, che i preti si rallegrassero di far vivere gli altri nella superstizione e nell’ignoranza, e che per ottenere questo fossero disposti a mantenere a tutti i costi segreti terribili e imbarazzanti silenzi. Cammilleri invece racconta un’altra storia, presenta un mondo in cui i cristiani conoscono la vita molto più a fondo e usano una saggezza che non è solo umana perché godono dell’aiuto dello Spirito Santo, una Chiesa che difende la verità e i più deboli a costo di qualsiasi sacrificio. Il mondo di Cammilleri non è fatto di stereotipi, né la sua tavolozza usa solo il bianco e nero: nel romanzo alcuni cattolici, sbagliando (e la condanna è netta) pensano di rispondere alla violenza con la violenza, tra gli stessi uomini del Risorgimento anticlericale ci sono sì fanatici, ma anche persone capaci di pensare, non prive di dubbi e interessate a cercare un modus vivendi con la Chiesa. Colpisce però soprattutto – e questa è storia, non romanzo – il prevalere nella cultura, di ieri come di oggi, della tesi secondo cui la Chiesa è l’ostacolo al progresso dell’Italia. Ma la verità è diversa, il cristianesimo che è sopravvissuto alla brutalità degli imperatori romani, alle menzogne degli illuministi, alle violenze della Rivoluzione francese, alle falsità del Risorgimento, resisterà anche alle provocazioni di un Dan Brown o di un Santoro di passaggio. Si può dirlo con opere di storia: Cammilleri, cui non manca mai un sorriso, lo dice con un giallo di cui non si può svelare “come va a finire” né l’immancabile sorpresa finale ma che, mentre lascia con il fiato sospeso, insegna e fa riflettere.

IL TIMONE – N.65 – ANNO IX – Luglio/Agosto 2007 pag. 13

 

 

 

 

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