La straordinaria conversione di una famiglia vietnamita. Cominciata in mare, compiutasi in Italia, per dimostrare come Dio sappia trarre il bene anche dal male.
Luglio 1979: To Lai Dien, un bambino di dieci anni, si trova a bordo dell’ennesimo barcone sovraccarico di persone in fuga (i boat people, “popolo delle barche”) che lascia le coste del Viet-nam del Sud alla ricerca di un approdo qualsiasi che dia almeno la speranza di una vita libera. Ma i Paesi del Sud Est asiatico sono sempre più insofferenti verso questa massa di disperati che si riversa sulle loro coste: Malaysia, Thailandia, Hong Kong, Singapore hanno i campi di raccolta già stracolmi e il reinsediamento nei Paesi occidentali si fa sempre più lento e macchinoso, tanto da lasciar sospettare il venir meno della promessa. USA, Canada ed Europa avevano infatti garantito di accollarsi in via definitiva i profughi se i Paesi intorno al Vietnam si fossero fatti carico della prima accoglienza. Ma il numero dei fuggiaschi supera di gran lunga le previsioni (alla fine troveranno accoglienza circa un milione e mezzo di vietnamiti) e la situazione si fa difficile: la Malaysia ha già iniziato a respingere in mare aperto i barconi che arrivano sulla sua costa lasciandoli alla mercé delle onde e dei “pirati”, pescatori thailandesi che assaltano e derubano questi profughi. Nessuno saprà mai il numero dei boat people che non ce l’hanno fatta.
Anche il barcone di To Lai Dien viene riportato allargo, ma dopo alcuni giorni, quando le persone sono ormai allo stremo, la Provvidenza vuole che quel barcone venga intercettato dalle tre navi della Marina militare italiana che il governo Andreotti ha inviato nel Mar Cinese meridionale sotto il coordinamento dell’onorevole Giuseppe Zamberletti. Oggi Dien vive in provincia di Treviso, ha studiato e lavora a Venezia come perito elettronico. Ma di quel viaggio ha una storia particolare da raccontare. Con lui era tutta la sua famiglia, tutti buddisti: «Partendo dal Vietnam eravamo pienamente coscienti che avremmo potuto morire in mare, ma dopo che i militari malesi ci riportarono allargo, questa sembrava anche la fine più probabile», dice Dien. Il nonno, patriarca della famiglia, ricorda allora l’incontro avuto con i missionari cattolici francesi che avevano fatto conoscere il Vangelo in Vietnam: si affida così alla Madonna e promette, in caso di salvezza, di farsi battezzare. Non fu una decisione individuale: «Il nonno ci spiegò la sua intenzione ed espresse il desiderio che seguissimo il suo esempio», ricorda Dien. L:aiuto della Madonna prende le fattezze delle navi militari italiane e dopo qualche settimana Dien e i suoi sbarcano a Venezia. Il vecchio patriarca non riesce a mantenere la sua promessa perché muore nel giro di due mesi nel campo di accoglienza di Asolo. Ma il desiderio rimane vivo tra i suoi familiari che – ognuno con i suoi tempi e grazie all’esempio e all’accoglienza delle comunità cattoliche del Trevigiano – chiedono il Battesimo. Dien, con altri cinque tra fratelli e zii, viene accolto nella Chiesa nella Pasqua 1986 per mano di Giovanni Paolo Il. L:ultima è la mamma di Dien, appena cinque anni fa, nel 2000: «Era una devota buddista e non voleva tradire il suo ‘battesimo’. Ha chiesto di diventare cristiana solo quando ha capito che Gesù è il Creatore. Anche di Budda».
Dossier: Vietnam 1975-2005: Chiesa e popolo sul Calvario
IL TIMONE – N. 41 – ANNO VII – Marzo 2005 pag. 46