Le notizie che i mass media diffondono in questi tempi ci parlano di guerra, terrorismo, massacri, violenza e morte. Per molti esseri umani, la “valle di lacrime” che ricordiamo nella preghiera della “Salve Regina” è realtà concreta, è esperienza quotidiana. In queste condizioni, sentimenti di angoscia e paura rischiano di prendere il sopravvento nelle nostre anime. La consapevolezza che se l’uomo non consente a Cristo di regnare nel cuore dei singoli e dei popoli non v’è alcuna speranza di costruire un futuro migliore, come da sempre avverte la Chiesa, si rafforza, trova confer-me, ma non è di grande consolazione. Urge chiedere a Dio la grazia della nostra e dell’altrui conversione, offrendo generosamente testa e cuore, mani e piedi all’opera di evangelizzazione. Eppure, anche in questi momenti drammatici, la dimensione “scandalosa” del cristianesimo non viene meno. Sì, perché noi cristiani non solo non dobbiamo farci travolgere dalla disperazione, ma siamo tenuti a conservare nel nostro cuore la gioia dei figli di Dio. E a mostrarla al nostro prossimo. Come la spieghiamo? Qualche fin troppo sintetico spunto ci può aiutare. Il primo: nonostante le apparenze, noi sappiamo che Dio guida la storia con la sua Provvidenza. Egli sa trarre il bene anche nelle condizioni più tragiche, come ci ha assicurato Gesù Cristo e come la storia ha dimostrato innumerevoli volte. Così avverrà infallibilmente anche in questi tempi. Il secondo: la morte non avrà l’ultima parola, Cristo l’ha vinta, risuscitando il terzo giorno. Ce lo ricorda la finale dello splendido film sulla Passione di Cristo di Mel Gibson: due minuti soltanto per mostrare che Cristo, inchiodato e morto sulla croce, è uscito vivo da quel sepolcro. Anche noi vinceremo la morte, grazie a Cristo, e questa certezza è motivo di autentica gioia. Il terzo: potrà accadere che in qualche luogo e per qualche tempo sia consentito a satana e ai suoi sgherri di conseguire un certo successo. Ma la promessa che le porte degli inferi non prevarranno pesa come un benefico macigno sul destino della storia. Non c’è speranza per gli operatori di iniquità. La quarta. Se rimarremo fedeli, ci attende anche la gioia del Paradiso. Non la possiamo nemmeno lontanamente immaginare, tanto è grande. E per di più eterna, senza mai fine e senza mai un briciolo di tristezza. «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena», si legge nel Vangelo di Giovanni (15,11). Se teniamo duro, fedeli al Signore, la nostra gioia, più forte di ogni avversità e dolore, sarà quella di Cristo. Ci basta questo per gioire. Adesso!
UN MOMENTO DI GIOIA
Sabato 27 marzo, nei locali della parrocchia san Pio X a Milano, si è svolto l’incontro annuale dei collaboratori del Timone. Vi hanno partecipato quasi cinquanta autori. Dopo la Messa, celebrata da don Pietro Cantoni, e un momento conviviale, si è tenuta la riunione, aperta da una canzone di Claudio Chieffo, scritta e musicata dopo l’attentato terroristico di Madrid. Ho poi illustrato la situazione del Timone, che va molto bene, anche dopo il passaggio a periodicità mensile. Crescono gli abbonati (mentre scrivo queste note stiamo raggiungendo quota 8.000) e i Quaderni del Timone hanno un’ottima diffusione. Dopo di me hanno preso la parola Vittorio Messori, Massimo Introvigne, Rino Cammilleri, Vincenzo Sansonetti, Riccardo Cascioli e altri. Molte le proposte avanzate, alcune delle quali vedrete realizzate prossimamente. Al termine, Claudio Chieffo ha intonato “Ave Maria splendore del mattino” e con lui tutti abbiamo rivolto alla Madre di Dio il nostro grazie. Un grazie che si estende anche a voi, cari lettori.
IL TIMONE – N. 33 – ANNO VI – Maggio 2004 – pag. 3