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12.12.2024

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La pagina dei lettori
31 Gennaio 2014

La pagina dei lettori

 

 

IL TIMONE n. 101 – anno 2011 –

 

 

Giuseppe Garrone, una vita per la vita

 

Leggeva e apprezzava il Timone e questa “pagina dei lettori” è anche un po’ la sua. Giuseppe Garrone, grande combattente per la vita, è morto il 3 febbraio scorso. Per onorare la sua memoria, riprendiamo l’articolo che gli ha dedicato Francesco Agnoli, pubblicato su La Bussola Quotidiana il 4 febbraio scorso. Preghiamo il Signore perché accolga la sua anima in Paradiso

Giuseppe Garrone è morto ieri sera, giovedì 3 febbraio. Ne ho avuto notizia per sms e e-mail: un gruppo di amici teneva monitorata la sua salute, con grande affetto, premura e preghiera. È morto divorato dalla malattia, ma sereno, sopportando con la forza che gli era propria.
La morte di Giuseppe è una grande perdita per il mondo pro life italiano di cui egli è stato uno dei più autorevoli e generosi esponenti. Nato a Frassineto, Alessandria, nel 1939, laureato in materie letterarie, Giuseppe ha dedicato 25 anni della sua esistenza, a tempo pieno, alla difesa della vita nascente. Lo conobbi, la prima volta, per telefono: volevo chiedergli, conoscendolo di fama, cosa pensasse di alcuni miei articoli comparsi su Il Foglio sulla fecondazione artificiale. Mi disse, un po’ bruscamente, che avevo capito poco. Non amava i giri di parole. Non stavamo parlando di questioni secondarie, ma di vite umane: non si poteva sbagliare. Gli sono ancora grato di quella franchezza, di quella libertà con cui mi insegnò ad andare a fondo, ad essere più chiaro, più coraggioso… Ecco, la schiettezza, talvolta anche rude, era una sua caratteristica. Metteva la verità davanti a tutto, quando si parlava di bioetica. Per questo nella sua vita si è dedicato moltissimo all’attività culturale: organizzava dei convegni bellissimi, con Federvita Piemonte; stampava libri preziosi, con Gribaudi; raccoglieva le testimonianze di donne che avevano abortito e che lui aveva personalmente incontrato, conosciuto, aiutato. Sempre per far conoscere la verità.
Ma l’attività culturale era solo una parte della sua vita straordinaria. Da buon cristiano univa l’intransigenza sulla verità, che spesso molti non comprendevano, perché più inclini al compromesso e alla vita comoda, ad una grandissima e concretissima carità.
Giuseppe era infatti sempre attivo sul fronte della vita: è stato lui, insieme a Mario Paolo Rocchi, Silvio Ghielmi e Francesco Migliori, ad ideare il “Progetto Gemma”, cioè l’adozione prenatale a distanza per salvare dall’aborto migliaia di bambini, aiutando economicamente le loro madri.
È stato sempre lui, nel 1992, a lanciare per primo le culle per la vita, riedizione moderna delle ruote degli esposti sorte nel medioevo dalla carità cristiana. Era rimasto sconvolto dalla notizia di un bambino gettato nell’immondizia, nel suo ricco Piemonte. E aveva deciso di creare un aiuto concreto, ma anche di dare un segnale culturale. Le culle per la vita, oggi abbastanza diffuse, sono soprattutto un monito a ricordare i più indifesi, le maggiori vittime della inciviltà dei cosiddetti “diritti civili”: i bambini, abortiti, o gettati nella spazzatura.
Infine, e soprattutto, Garrone è stato l’inventore, sempre nel 1992, del telefono SOS Vita (8008-13000), il telefono a cui possono rivolgersi, 24 ore al giorno, le mamme che abbiano una gravidanza indesiderata, o che si trovino in difficoltà di qualsiasi tipo. Oppure le mamme che crollano, dopo un aborto procurato.
Giuseppe era un pro life straordinario in tutti i sensi: non si “limitava” ad attendere le richieste di aiuto. Cercava di salvare le vite umane, una ad una. Prendeva la sua macchina e partiva, ogni volta che aveva notizia di un donna incinta sola, disperata, incline a uccidere il proprio figlio. Non aveva paura di affrontare talvolta il rifiuto, oppure le situazioni più drammatiche, mosso da una fede e da una passione che non avevano eguali. Proprio per le sue donne aveva fondato una casa di accoglienza, e la Fraternità Rachele, che si occupa di quelle che soffrono la sindrome post aborto.
Una volta che decisi di intervistarlo (forse la cosa sembrò strana, a lui che faceva tutto senza chiedere nulla, e senza voler apparire), mi raccontò: «Ne ho viste di tutti i colori: donne che si sono suicidate; donne disperate, che non riescono a perdonarsi e che si tagliano le vene; fidanzati o mariti che costringono le compagne ad abortire… Pensa che una volta, mentre ero alla trasmissione televisiva “Verissimo”, ha telefonato, non a me, alla volontaria, che stava guardando la Tv, una donna che era tenuta reclusa dal fidanzato. L’indomani avrebbe dovuto andare in ospedale per l’operazione. Le abbiamo detto: vieni da noi, se vuoi, ti accogliamo nella nostra casa. È venuta. Oggi è una donna felice, sposata: oltre a quel bambino ne ha altri due. Un’altra volta ho un incontro, a faccia a faccia, con una ragazza che deve abortire. Cerco di parlarle, e lei tace. Parlo e tace. Mi sembra di essere assolutamente impotente. All’improvviso lei scoppia in un uragano di pianto, un pianto liberatorio. Tira fuori dalla borsetta il certificato per l’aborto e me lo dà: tieni, te lo regalo! È stata una gioia immensa, per entrambi, una liberazione!».
Negli ultimi anni della sua vita Giuseppe aveva intensificato la sua battaglia culturale: non riusciva a condividere una certa immobilità di alcuni ambienti pro life, e per questo collaborò con passione anche alla fondazione del “Comitato Verità e Vita”, di cui aveva inventato il nome.
Ora Giuseppe non c’è più, su questa terra: sono certo che riceverà la “corona di gloria”, perché non ha mai cessato di correre, di lottare, di superare incomprensioni, ostacoli, meschinità, e di gioire delle tante grazie che Dio gli ha concesso. A partire senza dubbio da sua moglie Margherita, dai suoi 4 figli e 24 nipoti, dai tanti bambini che ha fatto nascere e che sicuramente lo ricorderanno come un secondo padre. Ciao Giuseppe, ricordati di noi, dal Cielo, e grazie per tutto ciò che ci hai insegnato!

 

Nei monateri pregano e ringraziano

Gent.ma Signora Karin,
sono felice di avere ricevuto la conferma di avere ancora per tutto l’anno da leggere e approfondire gli studi dei grandi che si sono associati al grande lavoro di Gianpaolo Barra. Assicuro che con la comunità facciamo l’adorazione, la liturgia, la buona vita della comunità sulla linea del Vangelo. Con molta stima, ringrazio di nuovo,
Sr. Bernardetta Andreazza, Livorno


 

Carissima sorella Karin,
con gioia abbiamo ricevuto le prime due riviste del Timone e ringraziamo di vero cuore perché sono belle e interessanti. Così tanto che il numero di Natale è sparito nel giro di un paio di giorni dalla circolazione e non si trova più… Comunque scriveremo una letterina al sig. L.C., che è stato così gentile da farcelo inviare gratuitamente: è davvero un bel gesto! Grazie. Nella preghiera riconoscente ci ricorderemo spesso di voi e delle vostre spirituali necessità. Anche a lei, alla sua famiglia e a tutta la redazione, pace e benedizione dal Signore, con affetto, Sorelle Clarisse, Monastero San Giuseppe, Pollenza (MC)


Carissima signora Karin,
ho ricevuto la notificazione del rinnovo di abbonamento per il nostro caro Timone. Vi ringrazio di cuore e prego con intensità e gratitudine per la benefattrice, signora A.B. Già l’ho ringraziata per la sua generosità e fatto presente il mio ricordo quotidiano. Anche per il frutto apostolico del Timone, ogni giorno prego. È per me un dovere di gratitudine. Che il Signore ci conceda un anno 2011 carico di ogni bene. Sempre grazie. Un saluto, Sr. Maria Elvira Saez, Religioses de Maria Immaculada Missioneres Claretianes, Barcelona – Spagna


Chi volesse donare un abbonamento annuale ad un monastero, in cambio di preghiere, è pregato di contattare Karin Gasert telefonando in redazione 02-66.82.52.06.

VIDEO PRESENTAZIONE

Ogni mese, prima che il Timone arrivi nelle case degli abbonati, sul sito www.iltimone.org è possibile visionare la presentazione del mensile ad opera del direttore Gianpaolo Barra.

LA VOCE DEL TIMONE

“La voce del Timone”, trasmissione radiofonica settimanale condotta da Paolo Colleoni, disponibile sul nostro sito, viene trasmessa anche da “Radio Alleluia”, la radio della diocesi di Siena, in un programma condotto da don Stefano Bimbi, in onda ogni lunedì alle 8.00 e (in replica) alle 21.30. Puoi ascoltarlo su “Radio Alleluia: Zona” Valdelsa FM 94.7 – Zona Siena FM 96.8. Inoltre, ogni sabato mattina, alle 9,30, “La voce del Timone” è trasmessa da “Radio buon Consiglio” un’emittente religiosa gestita dai Francescani dell’Immacolata. Trasmette in alcune regioni italiane, sulla rete mondiale di Internet e, via satellite, in tutta Europa, Africa del Nord e Medio Oriente. Per le frequenze, vedi il sito www.immacolata.com

 

 

 

 

 

Il raccomandato

Chi è cattolico, dopo il rinnovato “log-in” ho visitato il Vs. nuovo sito e l’ho trovato molto gradevole. Di particolare interesse “La Voce del Timone”, che non conoscevo e non mancherò di seguire. Ascoltare le voci amiche che già conosco da “Radio Maria” rende meno fredda la consultazione di pagine di per sé interessanti, e più vicina un’apologetica calata nelle esperienze dei nostri giorni. Complimenti per il Vs. lavoro. Un sentito grazie per quello che fate. Con i miei saluti,
Fausto Cattarossi – e.mailsull’ esempio di Gesù Cristo, deve amare ogni uomo, anche se non professa la vera fede. Ma non c’è amore più grande per il non credente che pregare il buon Dio perché gli conceda la luce della fede. E dunque per “amore cristiano” che crediamo sia doveroso “raccomandare” alla vostra preghiera i personaggi di questa rubrica, che fa il suo esordio in questo numero.

UAAR
Secondo l’insegnamento di celebri rivoluzionari come Lenin e Gramsci, ma anche Togliatti, è un errore grave affermare esplicitamente posizioni atee nei Paesi cattolici, sia perché si contribuisce a ravvivare la fede nei fedeli presso i quali si era assopita, sia perché il modo migliore per eliminare Dio dalla testa e dal cuore degli uomini è quello di non parlarne. Così è accaduto nelle società europee nel XIX e nel XX secolo, attraverso il laicismo che sostiene la privatizzazione del fenomeno religioso. Loro, invece, fanno il contrario e mettono Dio al centro, animando la Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. C’è un po’ da stupirsi nel girare sul loro sito, o nell’ascoltare le loro tesi, molto ottocentesche da certi punti di vista, quando si aggrediva la religione come fatto oscurantista e si credeva che il progresso avrebbe fatto scomparire il fatto religioso. Non è stato così e i cattolici italiani, seppure diventati minoranza e spesso incerti sulla loro identità, rimangono una componente importante della nazione. Ma loro, i soci dell’Uaar, persistono nella loro azione, sfruttando i nomi dei più famosi fra gli atei d’Italia, come Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi, facendo circolare i libri di Giulio Giorello come quelli di Richard Dawkins. Perché lo facciano non è facile da immaginare. Certamente hanno dentro qualcosa che li spinge a cercare e a polemizzare, che li ha condotti su posizioni che riteniamo profondamente sbagliate, ma che comunque li fa essere persone alla ricerca di qualcosa. E noi vorremmo – al termine di questa loro ricerca, che li ha portati a combattere battaglie su fronti contrapposti ai nostri, oppure alla campagna tanto improbabile quanto ridicola per lo “sbattezzo” – poterli trovare in un porto sicuro, quello della fede. Anche san Paolo fece così e proprio lui invochiamo, per tutti i membri della Uaar, perché come lui possano trovare la fede che salva e rende felici nell’eternità. Per questo chiediamo ai nostri lettori di pregare una decina del Rosario, tutti i giorni, durante il mese di marzo.


IL TIMONE N. 101 – ANNO XIII – Marzo 2011 – pag. 4 – 5

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