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12.12.2024

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La piccola sorella del grande fratello
31 Gennaio 2014

La piccola sorella del grande fratello

 

 

 

 

Premetto che non guardo il Grande Fratello, ho cose più serie da fare. Quel poco che ne so l'ho acquisito dalla carta stampata, anche perché, magari solo sfogliando, non si può fare a meno di leggerne almeno i titoli. E i titoli sulla trasmissione guardona si sprecano, tutti i giorni, con un'ossessività che sarebbe degna di miglior causa.
È così che sono venuto a sapere di tal Marina messinese, per la quale, secondo Panorama, sarebbero “tutti pazzi”.
Essendo anch'io siciliano, mi è tornato prepotente alla mente (anzi, parafrasando il mio quasi omonimo Andrea, “la testa mi ha fatto dire”) quel vecchio ritornello dì Modugno: “amara terra mia “.
Sì, perché nel mio ricordo (che coincide ancora con l'immaginario mondiale: il degrado del costume è sempre più veloce della memoria) la Sicilia era il luogo delle donne con gli occhi bassi, degli uomini gelosi, dei delitti d'onore, e l'insulto “cornuto” era il più sanguinoso. Se uno reclamava il duello all'ultimo sangue non doveva fare altro che aizzare l'avversario con questa litania: “cornuto di moglie, di madre, di figlia e di sorella”. Oggi invece leggo che una giovane siciliana fa la doccia in pubblico, flirta (si dice così) con quasi tutti, ha costretto il fidanzato ad emigrare per sottrarsi ai motteggi. Un carabiniere del suo quartiere messinese, intervistato, ha detto papale papale: “Quando torna ci provo anch'io”. Le sorelle, la mamma e gli altri congiunti sembrano divertirsi per la raggiunta notorietà e l'assedio dei giornalisti. L'unico a schivare l'improvvisa “gloria” è il papa, che ha prudentemente lasciato cotal famiglia vent'anni fa.
Corteggiatori celebri e non fanno ormai la fila per Marina: l'elenco è sterminato e sono sicuro che lo conoscete meglio di me. Tutti i Vip intervistati si sono dichiarati entusiasti e hanno espresso il loro apprezzamento con parole forbite. È stata tirata in ballo la sociologia, la psicologia, l'arte, Popper, McLuhan e via citando.
Ma permettete anche a me una citazione. Del mai passato di moda Andreotti: a pensare male si fa peccato, però spesso ci si azzecca. Poiché gli estimatori della signorina sono tutti maschi, anche se Vip, e poiché alla suddetta delle antiche virtù pudibonde sembra non importare molto, non credo di andare molto lontano dalla verità se azzardo un pensiero di questo tipo: lo so, cari miei Vip, qual è l'aspetto, della signorina in questione, che più vi interessa. Ai miei tempi l'aspetto” si chiamava in altro modo, ma il politically correct imperante ci impone l'uso di castigati eufemismi.
Ora, la morale (scusate il termine ridicolo e obsoleto) che da tutto questo si cava è la seguente: mamme, perché fate sacrifici per educare, far studiare e possibilmente maritare bene le vostre figlie? Chi ve lo fa fare?
Sognate per loro un futuro fatto di lavoro, famiglia, figli e buona reputazione? Stupide e arretrate, non sapete che ormai la virtù è derisa mentre il vizio è premiato e strapagato? Prendete esempio da Sharon Stone: è una bravissima attrice, davvero. Ma finché non si decideva ad accavallare le gambe davanti alla macchina da presa non se la filava nessuno. Pare abbia un altissimo quoziente intellettuale. Infatti, ha subito capito come funziona il mondo moderno, con i suoi roboanti simposi sull'etica laica” e via tromboneggiando. Siamo – ormai – tutti oggetti di consumo (specialmente le belle ragazze), questa è la verità. I più avveduti si adeguano, e diventano oggetti consenzienti ed entusiasti. La Stone ha pure preso il Nastro Verde per “meriti culturali” dalle mani dell'allora ministro della cultura di Francia.
Anche la Piccola Sorella del Grande Fratello avrà i suoi riveriti riconoscimenti, dopo aver debitamente riempito i calendari “artistici” finché bellezza e gioventù glielo permetteranno. Poi le daranno la conduzione di un varietà televisivo. Indi, se saprà giocare bene le sue carte, sposerà un anziano Vip, mettendo al sicuro in banca, per la vecchiaia, i proventi delle foto del matrimonio concesse in esclusiva ai rotocalchi.
Potrà continuare nel suo sport preferito, il flirt, con calciatori famosi e manager di grido; anche le sue eventuali gravidanze saranno ben pagate. E farà una vita invidiabile, tutta party e jacht. Ma sì, diciamolo: e cosa doveva fare? Prendersi il diploma di segretaria di azienda e finire in casa a equo canone con marito operaio e prole? No, meglio alzare il prezzo, alla faccia di chi è disposto a pagarlo. Come può un genitore tradizionale contrastare questi begli esempi, autorevolmente calati dall'alto, che entrano in tutte le case nelle ore più indifese, commentati e plauditi dalle élites culturali?
Infatti, sono sempre di più quelli che gettano la spugna. Insomma, ormai per vivere una vita normale bisogna essere eroi.
Molto più eroici devono essere quanti cercano di improntare la propria esistenza ai principi cristiani. Il divario annunciato dal Vangelo è diventato palpabile: i “figli di questo mondo” e gli altri. I primi sono “più accorti”; i secondi, un “gregge” sempre più “piccolo” di “agnelli in mezzo ai lupi”. Sto facendo del moralismo predicatorio? No, chi conosce il mio curriculum sa che sono molto più laico di tanti laici. Ma devo dire una cosa ai politici che, nel Polo, si presentano come la “nuova Dc”.
Conosco i miei polli e so che nella “base” cattolica i benpensanti sono molti di più di quel che sembri. Non ci metteranno molto a far due più due (anzi, l'hanno già fatto) e ad addebitare alle reti berlusconiane i Grandi Fratelli con le loro Piccole Sorelle. Certo, la trasmissione è un goloso affare, di quelli che non si potevano perdere. Sì, sono soldi, audience, posti di lavoro. Ma voti, no.
Infatti, sollecitare il favore delle gerarchle ecclesiastiche con una mano e portare le Piccole Sorelle in palmo dall'altra mi puzza di autogol.

 


IL TIMONE  N. 11 – ANNO III – Gennaio/Febbraio 2001 – pag. 52-53

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