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12.12.2024

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La quinta via e la scienza
31 Gennaio 2014

La quinta via e la scienza

 

 

 

Anche la scienza moderna sembra confermare la quinta via di san Tommaso. La fisica insegna: l’universo è stato progettato, coordinato e finalizzato sapientemente. Da un Essere infinitamente intelligente: Dio

Nella quinta via S. Tommaso osserva che è sufficiente l’esistenza di una pianta, la quale, pur non essendo intelligente, agisce manifestando una finalizzazione alla propria conservazione e a quella della sua specie, per dedurre che tale finalizzazione è stata data dal Creatore della pianta. Più in generale, l’ordine, l’armonia e la bellezza del mondo attestano un sapiente Creatore. Come è noto, Kant, che criticava tutte le vie tomistiche dell’esistenza di Dio, avvertiva comunque il fascino della quinta via. Viceversa, lo scientismo ottocentesco, il neopositivismo logico (sorto a Vienna nel 1924) e la filosofia analitica del primo novecento, rifiutarono ogni finalità, in quanto tale proprietà veniva esclusa dalla fisica. Inaspettatamente per questa mentalità, la finalità è stata riabilitata dalla stessa fisica negli ultimi decenni del secolo scorso. Infatti, ci si è resi conto che le costanti fondamentali della fisica (come la costante di gravitazione universale, la costante di struttura fine elettromagnetica, ecc.) sono così finemente regolate fra di loro, che una piccola variazione di una di esse renderebbe il mondo inospitale ad ogni forma di vita. Infatti, se la variazione fosse in un dato senso, le stelle esploderebbero poco dopo essersi formate. Se, invece, la variazione fosse in senso opposto le stelle non si accenderebbero mai. Pertanto, è stato formulato il principio antropico, che asserisce che i valori delle costanti fondamentali sono stati progettati con la finalità che potesse mantenersi la vita e l’uomo (antropos) potesse avere origine. In altri termini, l’analisi dell’universo mostra che esso richiede un Progettista Intelligente che si sia proposto una finalità ben precisa.
Il principio antropico da una base solida alla visione poetica dell’armonia e della bellezza del mondo, che sembrerebbero apparentemente sconfessate dalle catastrofi e dai fenomeni caotici, specie quelli riguardanti l’universo nelle prime fasi della sua esistenza. Infatti, è possibile spiegare l’evoluzione dell’universo partendo da una condizione caotica, ma solo se sono già presupposte le leggi di interazione dei quattro campi fondamentali di forze: gravitazionale, elettromagnetico, nucleare forte e nucleare debole. Insomma, l’ordine può venire dal caos solo se le forze tra le particelle elementari sono state progettate in modo intelligente. Come si vede, il principio antropico è una versione aggiornata della quinta via.
Si è già accennato alla vita. Anche qui, come abbiamo fatto considerando l’universo, bisogna distinguere fra la nascita della prima cellula vivente e l’evoluzione dei viventi.
Quanto alla prima cellula, osserviamo che essa è dotata di un grado di informazione enormemente superiore a quello di tutto l’universo considerato nella prime caotiche fasi della sua esistenza. Il grado di informazione di un oggetto equivale alla lunghezza del programma da immettere in un computer per ottenere la descrizione completa dell’oggetto stesso preso in esame. Ebbene, il grado di informazione di un batterio, che è molto simile ai fossili più antichi, è circa 5000 volte più grande del grado di informazione della Divina Commedia. Riportiamo a questo riguardo una magistrale considerazione di un biochimico molecolare, il prof. Bucci, circa l’origine della vita: “Supponiamo che io vada in una grotta preistorica e vi trovi incisa su una parete, una scritta, per esempio: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita” e che io dica ai miei colleghi: in quella grotta, a causa dell’erosione dell’acqua, della solidificazione dei carbonati e dell’azione del vento, si è prodotta per caso, la prima frase della Divina Commedia. Non mi prenderebbero per matto? Eppure non avrebbero nulla da ridire se dicessi loro che si è formata per caso la prima cellula vivente, che ha un contenuto di informazione equivalente a 5000 volte l’intera Divina Commedia”.
Insomma, è altamente probabile che la formazione della prima cellula abbia richiesto un intervento trascendente da parte di un Creatore.
Quanto all’evoluzione, notiamo che il DNA dei batteri, e quindi della prima cellula, è una lunga e sottilissima catena di atomi. La sua rottura conduce alla morte, a meno che si saldi con un’altra catena spezzata, generando organismi pluricellulari. La grandissima maggioranza sia degli errori di copiatura del DNA, sia delle mutazioni indotte dai raggi cosmici, porta alla morte; però basta che una (su un miliardo) delle mutazioni porti ad un nuovo tipo, che si mantiene in vita e che si riproduce, e si realizza l’evoluzione. Ma l’evoluzione è possibile solo se, previamente, c’è già una prima cellula con un grandissimo grado di informazione. Anzi, da un punto di vista genetico, il guadagno di informazione dal batterio all’uomo è molto modesto. Geneticamente, così, più che di evoluzione sarebbe corretto parlare di sviluppo, simile a quello mediante cui da un ovulo fecondato nasce un bimbo dopo nove mesi.
Concludendo, l’indagine sull’origine dell’universo e sull’origine della vita ci offre una concretizzazione molto vivida e un’attualizzazione del discorso tomistico, e ci porta ad un Creatore
Ordinatore Intelligente, che è intervenuto solo all’inizio, lasciando poi accadere una storia autentica dello sviluppo (o evoluzione) successivo dell’universo e della vita.

BIBLIOGRAFIA

Eugenio Corti – Giancarlo Cavalieri, Scienza e fede, Mimep-Docete, Pessano 1995.
Antonino Zichichi, Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo. Tra fede e scienza. II Saggiatore, Milano 1999.
Roberto Timossi, Dio e la scienza moderna.Il dilemma della prima mossa, Mondadori, Milano 1999.
René Laurentin, Dio esiste ecco le prove. Le scienze erano contro. Ora conducono a Lui, Piemme, Casale Mon.to (AL) 1997.
Jean Guitton – Grichka Bogdanov – Ivan Bogdanov, Dio e la scienza, Bompiani, Milano 1992.
Domenico E. Ravalico, La Creazione non è una favola, Paoline, Roma 19876-
Vittorio Marcozzi, Caso e finalità. Massimo, Milano1976.
Paolo Pugni, L’origine dell’universo, in Fogli, n. 153, giugno 1990.

Dossier: Dal Creato al Creatore con la ragione

IL TIMONE N. 16 – ANNO III – Novembre/Dicembre 2001 – pag. 40-41

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