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15.12.2024

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Laicisti: chi chiede scusa?
31 Gennaio 2014

Laicisti: chi chiede scusa?

 

 

Vandea: un “olocausto” dimenticato. Carnefici i laicisti e vittime i cattolici. Per i quali nessuno chiede perdono.

 

 

Il recente pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa ha richiamato alla memoria le orrende stragi compiute dai nazisti di cui furono vittime, in primo luogo ma non solo, gli Ebrei.
Non è mancato, opportunamente, un ampio spazio dedicato dai mass media per descrivere i barbari sistemi con i quali gli Ebrei furono soppressi.
Senza nulla togliere all’unicità dell’Olocausto, sarà bene ricordare che molti di questi sistemi non furono inventati dai Nazionalsocialisti, ma collaudati dai fautori di quella Rivoluzione Francese che si vuole all’origine del mondo moderno, secolarizzato, agnostico se non addirittura ateo, e videro in particolare, come vittime, i cattolici della Vandea. Com’era prevedibile, nessuno si è azzardato a domandare perdono per i massacri che subirono quei cattolici, il che rende ancora più abissale il distacco tra la nobile figura del Sommo Pontefice e i poveri (spiritualmente e culturalmente) eredi di quegli eventi, i quali, con una massiccia dose di faccia tosta, non mancano di “pontificare” e di esigere continui gesti di perdono dal Capo della Chiesa.
Riprendendo i dati da un saggio di Eugenio Corti, a beneficio dei nostri lettori, ricordiamo che tra il 1793 e l’agosto 1794 si mise mano ad un vero e proprio tentativo di sterminare totalmente l’intera popolazione, con lo scopo dichiarato di non lasciare in vita nessuno. Va detto che, fatte le debite distinzioni per quanto riguarda il numero di vittime, circa l’obiettivo non si registra alcuna differenza tra il progetto nazista di sterminare tutti gli Ebrei e quello rivoluzionario di massacrare tutti i cattolici vandeani.
Un altro dato che accomuna le modalità dell’Olocausto con la soppressione dei cattolici vandeani riguarda lo sfruttamento dei cadaveri. In Vandea, molti dei cadaveri vennero scorticati da sotto la cintura, quindi lungo le gambe e fino alle caviglie, in modo tale che i pantaloni, di pelle umana, erano già pronti. Bastava solo conciare ed essiccare. Come non vedere una tragica anticipazione, messa in atto da quei rivoluzionari cui si fa risalire l’opera di desacralizzazione e di ateizzazione del mondo moderno, di quel che divenne abituale in molti campi di sterminio nazisti, nei quali venivano utilizzati i capelli, e talvolta perfino la pelle dei cadaveri, per farne dei paralumi?
Non solo. A Clisson, il 5 aprile 1794, centocinquanta donne cattoliche vennero letteralmente cotte con lo scopo di ricavarne grasso. Le cronache riportano che se ne riempirono dieci barili.
Ad Angers i cadaveri dei cattolici vennero decapitati con l’intento di utilizzare i loro teschi per ornare le mura della città.
Molti altri fatti si potrebbero raccontare. Per le vittime cattoliche, come detto, nessuno s’avanza a chiedere perdono. Il Papa, quando riconosce umilmente i peccati dei cristiani, è solo anche in questo. Va ricordato, infine, che nel 1793 la Vandea contava 815.029 abitanti e di questi, nella tragica repressione rivoluzionaria, ne furono soppressi ben 117.257. In un solo anno e mezzo. In nome della Rivoluzione e della lotta alla superstizione religiosa. Mondo laicista: nessuno chiede scusa?

 

BIBLIOGRAFIA


Reynald Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe, Milano 1989.
Eugenio Corti, Le responsabilità della cultura occidentale nelle grandi stragi del nostro secolo, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1998.

IL TIMONE – N. 7 – ANNO II – Maggio/Giugno 2000 – pag. 10

 

 

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