Il dogma proclamato da papa Pio XII nel 1950. Maria ha anticipato nel tempo, per grazia divina e per un atto d’amore del Figlio, la condizione futura di ogni uomo. Cioè la risurrezione della carne alla fine dei tempi
L’Assunta Ogni mercoledì e ogni domenica, nella recita del Santo Rosario, al quarto mistero glorioso contempliamo «Maria assunta in cielo». La festa di Maria assunta in cielo dunque è molto antica, e fu sempre celebrata il 15 agosto, giorno che sta a metà delle ferie che durante l’impero romano l’imperatore concedeva ai propri sudditi (ecco l’origine del termine ferragosto: le ferie di Augusto).
Festa della “dormizione” della Vergine
Le origini della festa dell’Assunzione si trovano in Oriente, nella metà del VI secolo, come risulta dalla narrazione dei pellegrini che hanno visitato Gerusalemme in quegli anni. Verso la fine del VII secolo, l’imperatore Maurizio estende la festa a tutte le regioni dell’impero, fissandola al 15 agosto. In Occidente, i primi segni di una festa in onore della Vergine appaiono nel VI secolo, precisamente nella Gallia, dove viene celebrata il 18 gennaio sotto il titolo di “Depositio Sanctae Mariae”. A Roma la celebrazione viene introdotta nel VII secolo, assieme alle altre feste mariane della Purificazione, dell’Annunciazione e della Natività, e diviene subito la più importante di tutte. Da Roma poi si estende rapidamente, durante i secoli VIII e IX, a tutto l’Occidente, anche alla Gallia, precisando il contenuto e stabilendo la data della festa al 15 di agosto. Essa comunque nasce come festa della “dormizione” della Vergine. Infatti, i nostri fratelli dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente la tengono in grande considerazione: vivono proprio una quaresima in preparazione a questo giorno. Fu Papa Pio XII che il 1° novembre 1950, al termine di un Anno santo che concludeva un periodo durato circa un secolo di straordinario fervore devozionale verso la Vergine Maria (anche a motivo della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione e delle apparizioni di Lourdes e di Fatima), definì come dogma, cioè verità di fede, l’assunzione di Maria in anima e corpo al cielo: «Per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi e apostoli Pietro e Paolo e Nostra pronunciamo, dichiariamo e definiamo essere dogma di fede che l’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Lettera Apostolica Munificentissimus Deus). Pio XII suggellò così ciò che la tradizione cristiana ha sempre creduto su Maria.
Assiste il cammino di ogni uomo
La festività dell’Assunta è allora la “Pasqua di Maria”. È il passaggio alla vita eterna, alla vita piena, alla vita che non ha fine. Entriamo così nel mistero della morte e risurrezione. Chi muore con Gesù vive con Lui. «Questa parola è degna di fede: Se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo» (2Tm 2,11). È Gesù allora il fine della vita dell’uomo, quindi anche di Maria. Ma non solo, essa ci proietta in Paradiso, la nostra casa, dove ci attendono Gesù e Maria. San Paolo, riguardo alla risurrezione, scrive ai Corinzi: «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza» (1Cor 15,20-24). Maria è morta, come tutti gli uomini, poi è risorta e assunta in cielo, in anima e corpo. Ella ha anticipato nel tempo, per grazia divina e per un atto d’amore del Figlio, la condizione futura di ogni uomo, cioè la risurrezione della carne alla fine dei tempi e la vita in Dio, il Paradiso. Così ogni cristiano ha la certezza che vivrà la condizione di Maria. Per questo è la nostra mamma nel cielo, perché assiste e accompagna il cammino di ogni uomo con amore materno.
Il racconto dei Vangeli apocrifi
I Vangeli apocrifi così raccontano la morte, la sepoltura e l’assunzione di Maria al Cielo: «Ed ecco che improvvisamente si presentò sulle nuvole il Signore Gesù con una innumerevole moltitudine di angeli santi: entrò con Michele e Gabriele nella camera ove era Maria, mentre gli angeli inneggiavano standosene fuori della camera. Quando il Salvatore entrò, trovò gli apostoli attorno a Maria e li salutò. Ella portò a compimento la sua economia con il volto sorridente rivolto verso il Signore. Il Signore la abbracciò, prese la sua anima santa, la pose tra le mani di Michele, l’avvolse in pelli delle quali è impossibile manifestare la gloria. Noi apostoli abbiamo visto l’anima di Maria affidata alle mani di Michele in una perfetta forma umana. Il Salvatore disse a Pietro: “Proteggi accuratamente il corpo di Maria, mia dimora, ed esci dalla sinistra della città, troverai un sepolcro, deponivi il corpo e aspettate fino a quando vi parlerò”. Gli apostoli portarono Maria alla tomba. Deposero il corpo, si sedettero e attesero tutti insieme il Signore, come aveva loro ordinato.
Dopo pochi giorni, giunse dai cieli il Signore Gesù Cristo con Michele e Gabriele; si sedette in mezzo a loro. Fece poi un segno a Michele con la voce propria degli angeli e scesero verso di lui le nubi; in ogni nube c’erano mille angeli che si posero a cantare davanti al Salvatore. Il Signore disse a Michele di innalzare il corpo di Maria su di una nube e trasferirlo in paradiso. Quando il corpo fu innalzato, il Signore disse agli apostoli di avvicinarsi a lui e saliti sulla nube cantavano inni con voce angelica. Il Signore comandò alle nubi di partire in direzione dell’Oriente verso la regione del paradiso. Giunti nel paradiso deposero il corpo di Maria sotto l’albero della vita. Michele portò la di lei anima santa che deposero nel suo corpo».
Il regno della purezza e della bellezza
Per meditare meglio il mistero dell’Assunzione di Maria al Cielo, riporto la riflessione di Paolo VI nell’Angelus del 15 agosto 1972. È un testo profondo, attuale e profetico, pur scritto più di quarant’anni fa. «L’Assunzione è il trionfo non solo dell’anima limpidissima della Benedetta fra tutte le donne, ma altresì del suo corpo innocente, virgineo ed immacolato. Come il corpo di Gesù, suo Figlio, fu risuscitato, e così investito dalla divinità a cui era unito da godere d’una forma superiore di vita, così quello di Maria, la Purissima, che per virtù dello Spirito Santo aveva generato l’umanità di Cristo, raggiunse quella pienezza di perfezione che è riservata ai corpi dopo la risurrezione beata (1Cor 15,42). È lezione programmatica per noi che, figli del nostro secolo, tendiamo a materializzare lo spirito umano, a sottometterlo al dominio del piacere e al regno dei sensi, facendo della carne una tentazione e un principio opaco e illusorio di corruzione; invece la Madonna Assunta ci dà la visione della spiritualizzazione della carne, facendola risplendere nel regno della purezza e della bellezza, quasi invitando pure noi a ridare anche alla parte corporea del nostro essere, la sua dignità ed il suo titolo, cioè la vera mondizia, a riacquistare l’immortalità sovrumana della risurrezione e della vita eterna. Discorso che l’opinione del mondo potrebbe accusare di irrealtà, quasi voce di sogno, o fuori moda, tanto la decadenza del pubblico costume predica e professa il contrario. Procuriamo, se abbiamo senso cristiano, di restituire al corpo la sua vera nobiltà, che lo spirito anima e rinvigorisce, e, se occorre, castiga, per assicurargli il traguardo dell’eterna e felice risurrezione. Maria Assunta ci dia il gusto della purezza fisica e della spirituale bellezza».
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