Finalmente, dopo lungo e forse troppo tempo, ci è nota la terza parte del segreto di Fatima. Le prime due, si sapeva, riguardano la tremenda realtà dell’inferno, la minaccia di nuovi e più terribili castighi, il propagarsi per il mondo del comunismo ateo, la persecuzione della Chiesa, le sofferenze inflitte al Santo Padre e, infine, la ricetta per evitare, o perlomeno attenuare, questi severi avvertimenti: la devozione mariana dei primi cinque sabati del mese e la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Si aggiunge, nella terza parte, anche un triplice, severo invito alla penitenza.
Mi limito soltanto a qualche sintetica considerazione, perché “il Timone” pubblicherà prossimamente una meditata riflessione sul significato di questo evento.
La prima: autenticato dalla Chiesa e patrimonio dei cattolici, il messaggio della Vergine di Fatima offre a scettici e dubbiosi l’occasione di convertirsi. In effetti, a ben pensare, nessuno, se non Dio solo, poteva prevedere nel 1917, con infallibile precisione, ciò che di tragico e terribile la storia ha consegnato a questo secolo. Dunque Dio esiste.
La seconda: la pedagogia della Regina del Rosario (è il titolo che la Vergine si è data a Fatima) sembra fare a pugni con le moderne strategie catechetico-pastorali, tutte intese a sottacere quel che del Cristianesimo può spaventare, dividere, turbare, con il risultato che chi lo rifiuta, lo dileggia, lo perseguita o se ne disinteressa non avverte il pericolo cui va incontro. È auspicabile che anche l’esistenza dell’inferno e la minaccia dei castighi – verità dimenticate ma fondamentali – tornino a far parte della formazione alla fede. Non per terrorizzare, ma per responsabilizzare.
La terza: alla luce del messaggio di Fatima, il comunismo, che ha sparso per il mondo guerre, persecuzioni e morte, inaugurando sofferenze quali mai l’umanità aveva conosciuto prima, va letto come effetto della mancata conversione del mondo a Dio. Se per il Cielo, stando alla Vergine, fu ed è un tragico errore, non si comprende come qualche cattolico nostrano possa convivere in politica con forze che, impenitenti, ne conservano nome, bandiera e simbolo. Sembra opportuno un ripensamento, anche qui una conversione.
Infine: preannunciato dalla Vergine, all’orizzonte del percorso storico dell’uomo si colloca un trionfo: quello del Cuore Immacolato di Maria, preludio del trionfo di suo Figlio.
La notizia va presa alla lettera. Per noi cattolici è motivo di consolazione, sprone a perseverare, incentivo a santificarci. Per i nemici della Chiesa è un severo, ma caritatevole avvertimento. Dice il proverbio: uomo avvisato è mezzo salvato. Che valga anche per il Cielo?
IL TIMONE – N. 8 – ANNO II – Luglio/Agosto 2000 – pag. 2-3