Mi arrabbio sempre quando qualcuno di fronte alla presenza massiccia della magia nella società moderna mi dice che sono “cose da Medioevo”. Come ha dimostrato la massima studiosa della magia nel Medioevo, Graziella Federici Vescovini, di magia propriamente detta nel Medioevo ce n’era molto poca. I secoli della magia non sono quelli del Medioevo, ma i secoli XIX, XX e XXI. Oggi in Italia quasi metà della popolazione ricorre a qualche pratica magica: un dato impensabile nel Medioevo, quando la magia era praticata solo da piccole élite.
I professionisti dell’occulto
Ma che cos’è la magia? Non è una forma di religione.
L’esperienza religiosa e l’esperienza magica sono diverse. L’esperienza religiosa è un’esperienza del sacro cui ci si accosta con riverenza e con una certa gratuità; l’esperienza magica è soprattutto un’esperienza della potenza, un tentativo di manipolare il sacro per conseguire una variegata gamma di “poteri”. Questa definizione molto generale non è tuttavia sufficiente. Abbiamo bisogno di una mappa della magia, e possiamo paragonare il suo sviluppo a quello di un albero, con delle radici, un tronco e delle cime.
Alle radici troviamo tutta l’agitazione e il formicolio della magia popolare, la “folk magic”, costituita dai maghi, dalle cartomanti, dagli indovini a pagamento, dalla stregoneria non solo rurale ma oggi soprattutto urbana, dai “professionisti
dell’occulto” che, dietro compensi che vanno dal modesto all’astronomico, lanciano incantesimi o tolgono “malefici”. Anche se i dati di recenti indagini condotte da associazioni militanti ostili alla magia sono stati contestati come fondati
su metodologie discutibili o eccessivi, non c’è dubbio che milioni di persone si rivolgano in Italia e nella maggior parte dei Paesi occidentali a questo genere di “professionisti dell’occulto”.
Le indagini sociologiche hanno sfatato il mito secondo cui sarebbero soprattutto gli strati meno acculturati della popolazione a fare ricorso al mago o al guaritore: il fenomeno interessa tutte le categorie sociali e secondo le indagini
condotte da Maria Immacolata Macioti in Italia e da Tanya Luhrmann in Inghilterra le professioni liberali (medici compresi) e tecniche (in particolare gli addetti al settore dell’informatica) ricorrono alla nuova magia più spesso degli operai o dei contadini. La magia popolare, tuttavia, si presenta ancora come un insieme di relazioni di clientela e non si può parlare di “movimenti” organizzati.
I “movimenti magici”
Il tronco dell’albero magico è costituito dai “nuovi movimenti magici” – ho coniato io questa definizione, oggi largamente usata, nel 1990 – , cioè gruppi che si situano allo stesso livello dei nuovi movimenti religiosi, salvo che l’esperienza che propongono non è propriamente religiosa ma – appunto – magica. La nozione di nuovi movimenti magici può sembrare
in contrasto con l’accostamento della sociologia tradizionale, che vedeva nella magia un’esperienza tipicamente individuale. Ma in realtà – forse senza troppo preoccuparsi delle opinioni dei sociologi – i nuovi movimenti magici hanno cominciato a diffondersi in modo rilevante a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, anche se non mancano antecedenti più antichi. Hanno fatto come il calabrone che, secondo gli esperti di aerodinamica, non potrebbe volare. Però il calabrone non ha studiato aerodinamica e vola lo stesso. I praticanti della magia secondo i classici della sociologia non potrebbero costituire movimenti. Però, non avendo letto questi testi di sociologia, di fatto li hanno costituiti. L’anno 1888 – con la fondazione dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn in Inghilterra e dell’Ordine Cabalistico della Rosa-Croce in Francia – può essere considerato il punto di partenza della fioritura moderna dei nuovi movimenti magici. Alcuni di questi gruppi sono piccoli e danno importanza al segreto; altri fanno propaganda, inviano lezioni e corsi
per corrispondenza a milioni di persone come l’Ordine della Rosa-Croce AMORC, o contano migliaia di aderenti organizzati in “Chiese” con veri e propri “culti” come le diverse branche del Movimento Gnostico, fondato dal colombiano Samaël Aun Weor (1917-1977) e diffuso soprattutto in America Latina, ma con una buona presenza anche in Italia, in Francia, in Canada. I nuovi movimenti magici offrono certamente ai loro adepti una visione del mondo più organizzata
e strutturata rispetto alla magia popolare; con qualche eccezione, tuttavia, raramente riescono a produrre stili e forme culturali significativi.
Il pensiero esoterico
Ma risalendo alle cime degli alberi magici troviamo invece uno stile di pensiero e una tradizione culturale che ha influito profondamente – e in realtà ancora influisce – sulla filosofia, la letteratura, l’arte e anche la politica dell’Occidente. La cultura esoterica – che va dagli scritti ermetici fino ad autori del XX secolo come George Ivanovitch Gurdjieff (1866?-1949) o René Guénon (1886-1951) – si ritrova, con le sue molteplici e segrete influenze nella storia dell’Occidente anche in luoghi inaspettati. Un grande specialista della filosofia hegeliana come Jacques D’Hondt (1920-2012) ha mostrato, per esempio, quanto debba questa filosofia (la cui influenza sul mondo occidentale moderno è stata incalcolabile) alla tradizione esoterica e occulta. Studi paralleli mostrano un’influenza ancora più decisiva della tradizione esoterica su Sigmund Freud (1856-1939) e Carl Gustav Jung (1875-1961), i padri della moderna psicologia del profondo, mentre lo stesso Karl Marx (1818- 1883) sembra non essere sfuggito al fascino della tradizione occulta.
Se tradizionalmente si è considerato lo stile di pensiero esoterico come ostile alla scienza e “reazionario” in politica per il suo attaccamento alla tradizione, oggi ci si rende conto che si tratta di un giudizio superficiale. A partire almeno dal secolo XIX la tradizione occulta si presenta, al contrario, come la migliore interprete della scienza. E sono stati spesso personaggi di orientamento politico radicale e “di sinistra” – come Giuseppe Garibaldi (1807-1882) e Giuseppe Mazzini (1805-1872) in Italia, e Augusto Cesàr Sandino (1895-1934) nell’America Centrale, o ancora molti esponenti significativi
del socialismo francese e inglese – a lasciarsi affascinare dal pensiero esoterico e spesso a partecipare con funzioni di primo piano alle attività di gruppi esoterici organizzati.
Negli ultimi anni è emerso con sempre maggiore chiarezza come la parte alta dell’albero magico, cioè il pensiero esoterico, ha avuto un’influenza decisiva sulla cultura moderna attraverso un canale privilegiato: l’arte. Della cultura esoterica fa certamente parte la Società Teosofica, fondata a New York nel 1875 dall’esoterista russa Helena Petrovna
Blavatsky (1831-1891) e dall’avvocato americano colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907) sulla base di rivelazioni di misteriosi “Maestri”. Si sa che la Teosofia ha avuto un’influenza decisiva sul pittore russo Vassily Kandinsky (1866-1944) e sulla genesi dell’astrattismo moderno. Un altro dei padri dell’arte astratta, l’olandese Piet Mondrian (1872-1944), era del resto un membro attivo della Società Teosofica.
Ma gli artisti moderni di qualche importanza influenzati dalla Società Teosofica, dai Rosacroce e da altri movimenti esoterici sono centinaia.
Quello dell’arte è solo un esempio. Perché in ogni caso – per quanto la si voglia considerare ingombrante o sgradevole – la tradizione del pensiero esoterico accompagna la cultura occidentale da molti secoli, e la sua influenza non sembra destinata a decrescere in questo ventunesimo secolo. Ridurre l’influenza del pensiero magico al solo livello “basso” dei maghi e cartomanti equivale a sottovalutare un fenomeno – di cui, naturalmente, cartomanti e maghi fanno effettivamente parte – che in realtà rappresenta una grande quinta del panorama culturale contemporaneo e che mostra, nello stesso tempo, la sua profonda lontananza dal cristianesimo. â–
Per saperne di più…
Massimo Introvigne, Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, Sugarco, Milano 1990.
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