Il “Protrettico ai greci” è un’esortazione ai pagani, affinché rinneghino le loro false credenze e si convertano alla fede in Gesù Cristo, l’unica che salva. Opera di un grande apologeta che difende il cristianesimo
Ha scritto il celebre studioso di patrologia Johannes Quasten: «Clemente capiva benissimo che la Chiesa non poteva evitare la lotta con la filosofia e la letteratura pagana, se voleva assolvere il suo compito rispetto a tutta l’umanità ed assurgere al ruolo di educatrice delle nazioni. La sua formazione ellenistica gli permetteva di fare della fede cristiana un sistema di pensiero, munito di fondamenti scientifici. Se il pensiero e la ricerca erudita hanno il diritto di cittadinanza nella Chiesa, lo dobbiamo a lui più che ad ogni altro. Egli offrì infatti la prova che la fede e la filosofia, il vangelo e l’insegnamento profano non si contrappongono, ma si completano a vicenda. Ogni scienza profana serve alla teolo- L’esortazione di Il “Protrettico ai greci” è un’esortazione ai pagani, affinché rinneghino le loro false credenze e si convertano alla fede in Gesù Cristo, l’unica che salva. Opera di un grande apologeta che difende il cristianesimo Clemente Alessandrino gia. Il cristianesimo è il coronamento e la gloria di tutte le verità che si scoprono nelle diverse dottrine filosofiche».
La citazione è un po’ lunga, ma mi è sembrata molto adatta per introdurre questo articolo, che sarà centrato sul Protrettico ai greci, una delle opere maggiori di Clemente Alessandrino, il personaggio a cui tale citazione si riferisce, presentandocelo come un protagonista assoluto della storia della cultura cristiana e una figura di grande spicco nel panorama dell’apologetica antica.
Cenni biografici
Della vita di Tito Flavio Clemente abbiamo pochissime notizie: non è accertato neppure il luogo della sua nascita, che potrebbe essere Atene e non Alessandria, la celebre città egiziana dalla quale egli avrebbe preso l’appellativo per avervi a lungo risieduto e operato. Clemente vide la luce, probabilmente intorno al 150, in una famiglia pagana. Convertitosi al cristianesimo, volle conoscerne a fondo la dottrina, dotandosi di una notevolissima cultura. Sulla data della sua morte non si hanno informazioni precise: la si fa comunque risalire intorno all’anno 215.
L’Alessandrino scrisse numerose opere, molte delle quali sono andate perdute. Fra quelle che ci sono pervenute, v’è il Protrettico ai greci, un’esortazione (questo significa protrettico) rivolta ai pagani, affinché rinneghino le loro false credenze e si convertano alla fede in Gesù Cristo. In tale contesto esortativo, l’autore colloca pure alcuni contenuti decisamente apologetici, finalizzati a difendere il cristianesimo dalle molte accuse che a esso venivano mosse.
Molti errori dei pagani e qualche barlume di verità
All’inizio dello scritto, Clemente sottolinea la superiorità del messaggio del Logos divino fattosi carne in Gesù rispetto a tutti i miti dell’antichità. Le favole pagane non possono reggere il confronto con la verità cristiana: è l’ora che gli uomini le abbandonino per adorare il vero Dio rivelato da Cristo.
La parte centrale dello scritto è quella di carattere più squisitamente apologetico: in essa Clemente mette in luce l’erroneità della religiosità pagana, facendo ricorso agli argomenti più diversi. Ai suoi occhi, gli antichi culti e i vecchi miti appaiono palesemente fallaci, frutto di ignoranza e spesso all’origine di atteggiamenti immorali e dissoluti.
Si pensi – ricorda l’autore – all’orrenda assurdità dei sacrifici umani! Che dire poi dell’usanza di adorare gli dei sotto forma di statue? Coloro che si prostrano dinanzi a figure di pietra o di metallo sono da giudicare in preda a una grave forma di stoltezza; e gli stessi artisti che si prestano a modellare tali simulacri corrono il rischio di cadere nell’empietà: «Nessuno di voi, dunque – ammonisce Clemente −, adori il sole, ma desideri colui che ha creato il sole, né divinizzi il mondo, ma ricerchi il creatore del mondo. Dunque, per chi vuole raggiungere le porte della salvezza, l’unico rifugio, a quanto pare, è la divina Sapienza. Da qui, come da un sacro asilo, l’uomo che tende alla salvezza non può essere più trascinato via da nessuno dei demoni».
Nei capitoli V, VI e VII, troviamo una seria disamina delle idee e delle dottrine sostenute da numerosi filosofi e poeti dell’antichità, da cui emerge che molte di esse sono veramente insensate, mentre altre, come il platonismo, derivano dalla rivelazione biblica quel timido barlume di verità che posseggono. Il severo giudizio emesso sulla sapienza pagana nel suo complesso non vieta tuttavia a Clemente di affermare che in essa sono presenti alcune «scintille del Logos divino », elementi di verità che mai, però, permettono di raggiungere il vero nella sua completezza.
La verità nel cristianesimo, l’unica religione che salva
L’ottavo capitolo dà inizio alla seconda sezione del Protrettico ai greci, che si apre con una chiara rivendicazione da parte di Clemente della superiorità dei profeti biblici rispetto ai filosofi e ai poeti pagani: i testi profetici dell’Antico Testamento hanno chiaramente indicato la strada della verità, in particolare condannando l’idolatria. Poi, con l’avvento del cristianesimo, è radicalmente cambiata la relazione esistente tra il Divino e gli uomini, che, in virtù della venuta di Cristo, possono chiamare Dio col nome di Padre. Egli ha donato la sua Grazia all’uomo, rendendolo degno di quella salvezza che, tuttavia, richiede l’abbandono delle vecchie e fallaci credenze proprie dei culti pagani.
Clemente sostiene con forza che senza il rifiuto di tali credenze l’uomo non otterrà di essere salvato perché rimarrà inevitabilmente lontano da Dio. È necessario sostituire le perniciose superstizioni degli antichi con la pietà cristiana e ascoltare il Verbo divino che libera dalla schiavitù dell’errore: soltanto così sarà possibile possedere l’autentica sapienza e conquistare la salvezza. Solamente il Logos divino insegna la verità autentica e, se vogliono salvarsi, gli uomini devono seguire Lui e accettare la sua parola. Il Protrettico ai greci si conclude con una grande esortazione a respingere definitivamente le antiche tradizioni e ad aderire alla nuova religione del Vangelo. Scrive Clemente con accenti accorati: «A che cosa dunque ti esorto? A salvarti io ti spingo. Questo vuole Cristo: in una parola, egli ti fa dono della vita. E chi è lui? Apprendilo in breve: Verbo di verità, Verbo di incorruttibilità. Colui che rigenera l’uomo, riconducendolo alla verità; lo stimolo della salvezza, colui che scaccia la corruzione, colui che espelle la morte, colui che costruì negli uomini il suo tempio per collocare negli uomini Dio».
Ricorda
«Clemente continua a segnare con decisione il cammino di chi intende “dare ragione” della propria fede in Gesù Cristo. Egli può servire d’esempio ai cristiani, ai catechisti e ai teologi del nostro tempo, ai quali Giovanni Paolo II, nella medesima Enciclica, raccomandava di “recuperare ed evidenziare al meglio la dimensione metafisica della verità, per entrare così in un dialogo critico ed esigente […] con il pensiero filosofico contemporaneo”».
(Benedetto XVI, Udienza del 18 aprile 2007, reperibile su www.vatican.va)
Per saperne di più…
Clemente Alessandrino, Protrettico ai greci, Città Nuova Editrice, 2004.
Johannes Quasten, Patrologia, Marietti, 1980 (ristampa 1983), vol. I, pp. 287-314.
IL TIMONE N. 125 – ANNO XV – Luglio/Agosto 2013 – pag. 32 – 32
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