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9.12.2024

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Lettere al direttore
31 Gennaio 2014

Lettere al direttore

 

Il Timone n. 11 – anno 2001 –

Caro Direttore,
le scrivo per fare a lei e alla sua redazione sinceri complimenti per aver ideato “il Timone”. In un incontro di catechesi, don Giorgio, il mio parroco, ci ha illustrato il suo giornale. Finalmente un giornale che sta dalla nostra parte di Cristiani, perché anche se sono un giovane di soli diciassette anni sono già stanco di sentire alla tivù e di leggere sui giornali opinioni che falsamente e ingiustamente accusano il popolo cristiano e la Chiesa di crimini, eresie, turpitudini nelle azioni. Insieme ai miei amici, i miei parenti e alcuni sacerdoti che conosco, che la pensano in un certo modo, si è aggiunto il suo giornale che consolida le nostre idee, ma anche il dono della nostra Fede. In una riunione di noi ragazzi animatori/educatori dell’oratorio, il suo giornale è stato il fulcro insieme alla Parola di Dio che don Giorgio ci ha spiegato.
Dopo aver letto un bellissimo articolo e averlo spiegato, don Giorgio ci ha chiesto se qualcuno voleva una copia de “il Timone”: l’adesione è stata quasi unanime. Tutti i miei amici (la loro età è pressappoco la mia, ad eccezione di alcuni maggiorenni) erano curiosi di leggere e di scoprire “il Timone”.
Mi perdoni questa espressione “giovanile” che però mi sembra la più adatta: lei è un grande. Spero che il suo giornale continui ad avere sempre queste idee e che la sua divulgazione possa ampliarsi. Buona fortuna.
Davide Canavesi, Carbonate (CO).

 

La sua lettera, giovane amico, conferma che “il Timone” sta adempiendo la missione per la quale è nato: rinvigorire la fede cattolica e offrirsi quale strumento di formazione per giovani, come nel suo caso, e per adulti. Sono sempre più convinto dell’urgenza che i cattolici siano preparati, agguerriti, operatori della Nuova Evangelizzazione. Lo esige, se non altro, la constatazione del baratro verso il quale il mondo laicista, anticristiano o indifferente, sta conducendo l’uomo. Paradossalmente, i primi a lamentarsi sono coloro la cui cultura è causa di questa dissoluzione. Fanno a meno della legge di Dio, emarginano la Chiesa e la accusano, come lei scrive, di ogni nefandezza, si oppongono alla libertà di educare cristianamente i propri figli e gli studenti, operano per una società laicista e poi si lamentano dei frutti. Tocca a noi cristiani, con molta umiltà ma con altrettanta fermezza, riguadagnare uomini e donne alla causa di Dio e della Chiesa, con la preghiera, con l’offerta di sacrifici, con una accurata preparazione personale e con l’azione. Se tutto questo può sembrare agli occhi di qualche rammollito benpensante come presuntuoso e integralista, almeno una volta si abbia il coraggio di alzare le spalle. Che ci importa di più? Il parere di questo mondo o il comando di Gesù Cristo di convertire e battezzare il prossimo? Per quanto concerne, infine, il suo augurio, stia tranquillo: fino a quando il buon Dio mi conserverà direttore responsabile, “il Timone” avrà “sempre queste idee”.
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Caro Direttore,
gli attuali testi di legge sulla FIVET (fecondazione in vitro) non stabiliscono nessuna regola sul processo di produzione. Pongono solo delle condizioni previe, fra cui l’origine degli “ingredienti”, e successive all’avvenuto ottenimento del prodotto, da manipolare opportunamente. Ma qui sta il nodo. In questo caso infatti, a differenza di ogni altro tipo di “produzione”, l’istante in cui il “prodotto” è stato perfezionato coincide con quello in cui nascono i “diritti” del prodotto, fra i quali quello alla vita e alla incolumità. Purtroppo, almeno ad oggi, la probabilità, cioè il rischio, di morte precoce, per cause per lo più sconosciute, di ogni singolo zigo-te “prodotto” in vitro è dell’ordine del 90%. Si può dunque affermare che il processo di produzione in vitro dello zigote umano è un processo il cui esito include l’esposizione inevitabile di una persona umana ignara ad un rischio di morte del 90%. Veramente l’ordinamento può considerare “legittimo” un processo del genere, e la magistratura considerarsi (come finora è di fatto accaduto) esonerata dall’intervenire, considerandosi del tutto disarmata, soltanto perché manca una “normativa specifica”?
Mario Paolo Rocchi, Firenze.
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Caro Direttore,
ho letto con vivo piacere ed interesse le copie de “Il Timone” ricevute in omaggio. Ho trovato molto interessante sia il taglio culturale profondo sia l’immediatezza e la chiarezza degli argomenti, talvolta difficili, trattati. Mi piacerebbe trovare nella sua rivista anche temi riguardanti il grande campo della “liturgia”. Forse abbiamo perso il senso di cosa celebrare e soprattutto come. Viste le grandi ed autorevoli firme che appaiono su “Il Timone” altre, inerenti al tema della liturgia, potrebbero affiancarvisi, dando quel colpo di barra che spesso manca nei celebranti e soprattutto nei fedeli. Avanti tutta.
Fabio Fanchini, Gallarate (VA).
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Caro Direttore,
leggo “ Il Timone” dal primo numero e le assicuro che mi entusiasma sempre più, perché è una pubblicazione cattolica autorevole, chiara e simpatica; prezioso aiuto per i cristiani che cercano la Verità; ma soprattutto l’apprezzo in quanto priva di ambiguità, ambiguità (mi si passi il termine un po’ forte) che purtroppo è di casa in molte riviste anche cattoliche. Per questa ragione “Il Timone” si può definire unico. Mi sono impegnata già da tempo, avendo con me alcune copie consegnatemi gentilmente dai sacerdoti “Legionari di Cristo” di Padova, a divulgarlo e sono felice di avere avuto già molte adesioni e abbonamenti da parte di persone che lo leggono con sempre maggiore interesse e che, a loro volta, cercano di diffonderlo.
Lei, caro direttore, ha rischiato con evidente successo e ha saputo interpretare i tempi e le situazioni attuali, dando vita a questa magnifica rivista. Con l’aiuto di Dio e della Vergine Maria continuerà l’entusiasmante avventura che si chiama “il Timone”. A lei e ai suoi preziosi ed eccellenti collaboratori un grazie di cuore e l’assicurazione delle mie preghiere.
Giuliana Cavalietto Martori Savini, Padova.
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Caro Direttore,
sono un giovane vicino alla laurea in Filologia e critica dantesca presso l’Ateneo di Firenze, amante dell’Antichità e del Medioevo, ma soprattutto della verità storica e di chi sa ricercarla senza paura o tentennamenti. “ Il Timone” è stato un’autentica rivelazione.
Finalmente ho constatato che quelle idee che consideravo del sottoscritto e di pochi altri giovani cattolici, mosche bianche in una società e cultura deserte e assetate di valori forti, sono condivise e sostenute da tanti fratelli cattolici. In una società come la nostra profondamente scristianizzata e neopagana, dove iperindividualismo postmoderno e la cultura nichilista producono i “mostri” della disperazione, dell’egoismo neospiritualistico in salsa New Age, della depressione e di tante altre aberrazioni, esistono ancora tanti uomini e donne di buona volontà che hanno come stella polare il Signore Gesù Cristo e come nocchiero per la barca di Pietro la Vergine Maria, nostra tenera Madre. Grazie amici! Per la speranza che promana dalle pagine de “il Timone”, per il coraggio di difendere la Chiesa e la sua storia, per l’amore nutrito verso la Verità, a costo di remare controcorrente.
Francesco Baldini, Ponticino-Pergine
Valdarno (AR).
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Caro Direttore,
siamo lieti di informarla che abbiamo voluto tributare un omaggio a un esemplare di una specie in via di estinzione: l’apologista. In tempi in cui ogni certezza risulta un’intollerabile offesa alla coscienza altrui, tempi nei quali una sulfurea debolezza pervade anche coloro cui è stato promesso che “le porte dell’inferno non prevarranno”, nulla ci è sembrato più necessario che dedicare un po’ del nostro tempo a chi non si lascia piegare dalla sudditanza alla “aria che tira”. Nell’affannosa ricerca tra gli “ultimi degli apologisti” la nostra attenzione è caduta sul prof. Cammilleri, patologico cultore di santi (per giunta “alternativi”), cioè di quanto oggi meno va di moda perché politicamente scorretto. Gli abbiamo perciò dedicato questo sito http://rinocammilleri.supereva.it/index. html nutrendo la morbosa aspirazione di entrare a far parte anche noi della specie in via di estinzione. Lo proponiamo anche a Lei e ai lettori de “Il Timone” nella speranza che la patologia apologetica si estenda e finisca per contaminarvi per la maggior Gloria di Dio, anche sociale.
“Conan99”’/Sergio – David – Giorgio&Silvia – Marco – Roberto.
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Caro Direttore,
ho ricevuto la copia-saggio de “ Il Timone”. E’ stato come respirare una boccata di ossigeno, considerando il desolante panorama offerto da certa parte della pubblicistica cattolica più in voga. Nel mio piccolo, come giovane di Azione Cattolica, mi adopererò per favorire la diffusione della nostra”
rivista. Grazie.
Emmanuele Brambilla, Cremona.
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Caro Direttore,
ho ricevuto la copia saggio da me recentemente richiesta, e, dato che mi è stato richiesto un parere nella lettera accompagnatoria, con piacere posso spendere due parole per complimentarmi. Al di là della positiva veste grafica, delle rinomate personalità che collaborano alla rivista, sono rimasto ben impressionato anche dagli stessi articoli, i quali oltrepassano decisamente la categoria del semplicemente “interessante”, pur mantenendo il pregio dell’essenziale, evitando le pesantezze della prolissità. Assicurandole il mio prossimo sostegno di abbonato, ma soprattutto delle mie preghiere, la saluto cordialmente.
Paolo De Bei, Reggio Emilia.
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Caro Direttore,
mi è giunto oggi “Il Timone” nel nuovo look. Volevo, subito, dire a te e ai tuoi collaboratori che il mio giudizio sul giornale – già assai positivo, come sai – si è fatto ancora più convinto. Un eccellente lavoro, davvero, sia da parte di chi ha commissionato e impaginato i testi sia da parte degli autori. Sono davvero molto colpito dalla vostra capacità di crescere in qualità numero dopo numero. Bravi, continuate così e contate sul mio aiuto, per quanto vale. Ce ne è un gran bisogno. Come piccolo contributo al prossimo numero, ti accluso una foto che io stesso ho scattato alle Tre Fontane, l’abbazia romana. A proposito di calunnie su Pio XII e la Chiesa in generale… A presto, spero,
Vittorio Messori, Desenzano del Garda,

 


IL TIMONE N. 11 – ANNO III – Gennaio/Febbraio 2001 – pag. 4-5

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