Caro direttore,
scrivo per congratularmi ancora una volta per la rivista.
Apprezzo in modo particolare sull’ultimo numero il dossier sui musulmani. Era ora che qualcuno cominciasse a fare considerazioni meno demagogiche e buoniste e più realiste. Ho letto il libro di Antonio Socci da voi recensito e credo che dovrebbe essere più conosciuto. Sono d’accordo con i lettore Gianni Sergi che nell’ultimo numero consigliava di ingaggiare Vittorio Messori: penso che sarebbe un grande aiuto per la rivista. Posso mandarvi via e-mail l’indirizzo di qualche mio parrocchiano cui mandare una copia omaggio? Grazie. Dio vi benedica, don Marcello Di Fulvio, Carchitti Palestrina (RM).
Caro direttore,
sono un vostro abbonato e mi sono prodigato perché nella cerchia delle mie conoscenze più culturalmente avvertite altri si potessero abbonare alla vostra rivista. Dato che essa ha carattere apologetico, vi proporrei di fare una serie di dossier sul tipo di contributo che ha dato l’impostazione giudaico-cristiana allo sviluppo della scienza e della cultura occidentale, con l’elenco di tutti quei sacerdoti secolari e religiosi che hanno dato il loro contributo al processo della formazione e dell’identità occidentale, facendo una non generica comparazione con le altre culture, rilevando gli elementi della loro strutturale arcaicità, e sulle conseguenze che queste hanno portato nella loro società fino ad oggi. Ad esempio: in Giappone esistono cittadini di serie” A” e di serie “8”: una divisione di carattere sociale molto forte. Oppure in India, con le caste sociali, che hanno un riferimento nell’idea di reincarnazione così tipica delle filosofie orientali e così tanto considerata in Occidente da alcuni settori della cultura e dello spettacolo. Ma nello stesso tempo, facendo una seria e dettagliata analisi delle forti ambiguità involutive che il pensiero illuminista ha provocato nell’Occidente (ad esempio: la concezione della vita, della giustizia, dell’economia, del sistema demografico, etc.).
Distinti saluti, Mauro Bertuzzi, Lugo di Ravenna (RA).
Caro direttore,
ho ricevuto “il Timone” e ho inviato quanto dovuto per l’abbonamento annuale. Mesi addietro avevo letto una breve recensione del vostro bimestrale nel “Settimanale” della diocesi di Como. Ora, in mano, ho la vostra rivista che mi appaga compiutamente. Grazie per la sollecitudine e complimenti per la veste editoriale. Condivido pienamente le vostre certezze, comprendo il senso, il perché delle vostre battaglie: voi sapete lottare a tutto campo contro paura, ignoranza, pregiudizi, disinformazione, mentalità distorte ovunque presenti, radicate, con idee chiare ed una esposizione piana, serena, ragionata. È un serio contributo per la nuova evangelizzazione in corso. Ancora grazie. Le assicuro un particolare ricordo nelle mie preghiere, Antonio Lunardon, Como.
Caro direttore,
sono un abbonato alla vostra rivista. L’ho trovata veramente utile per confermare a me stesso punti di riferimento nella mia fede personale, nell’avere modelli di morale non asserviti alla cultura materialista e menefreghista dominante, nel riscoprire insegnamenti quasi dimenticati. Proprio perché sono un insegnante deluso da certo progressismo ho trovato con sorpresa che certi valori sono condivisi da altri. Mi piacerebbe per questo trovare persone che possano con me dialogare e magari partecipare a qualche attività […].
Vi suggerirei quindi di proporre, oltre agli ottimi articoli che finora avete pubblicato, indirizzi di associazioni o solo persone che vogliono corrispondere.
Distinti saluti, Daniele Tizzoni, Piacenza.
Caro direttore,
in Italia non sono molti coloro che sono coscienti delle ragioni del popolo israeliano, derivanti dalla necessità morale e fisica di sopravvivere. Meno ancora sono quelli che hanno notato che il popolo palestinese vive due tragedie: quella della guerra e quella dei suoi capi politico-religiosi che disprezzano la vita al punto di spingere i giovani al suicidio per uccidere altri esseri umani. Ma quasi nessuno ricorda che, tra i terroristi palestinesi musulmani e l’esercito israeliano, ci sono spesso in mezzo gli arabi cristiani a fare la parte del vaso di coccio. Una comunità in via d’estinzione che predica e pratica il rispetto verso le altre comunità religiose e la carità verso tutti. Ed è perciò il fulcro di una futura ricostruzione morale e civile del popolo palestinese. È per questa ragione che, subito dopo avere aderito all’Israele Day, andrò in posta a fare un versamento a favore dell’iniziativa di sostegno alle opere sociali ed educative cristiane di Betlemme e Gerusalemme promossa da Avsi (http://www.avsi.org/). A quando un “Holy land Christians Day”?
Sante Maletta, Cremona.
Caro direttore,
ho ricevuto una copia de “il Timone” e la ringrazio. Ho voluto conoscerla perché, ascoltando Radio Maria, Anna Maria Cenci ha elogiato questa rivista e fidandomi ciecamente di lei, che è veramente speciale nella fede, ho desiderato leggere il suo giornale e già nella prima pagina ho trovato scritte delle parole veramente importanti e belle. Vorrei ringraziarvi per il vostro lavoro davvero meritevole per una causa davvero speciale. Vi auguro che questo lavoro porti frutto e per questo vi assicuro anche la mia povera preghiera. Grazie ancora. Vostra amica nel Signore, Paola Paradisi, Albano Aulla (MS).
Caro direttore,
mi permetto esprimerle il mio plauso per avere pubblicato la lettera di S.E. Andrea Gemma al Presidente della Repubblica sul nr 18 (marzo-aprile). Anche a me dà parecchio fastidio quel rivangare il Risorgimento, che è ormai lontano nella storia ed è tutt’altro che un periodo glorioso, almeno dal punto di vista dei cattolici. Un mio parente si arruolò nell’esercito pontificio per proteggere Roma e il Papa.
Ho letto il libro” Risorgimento da riscrivere” che mi ha confermato quanto parzialmente già sapevo: opera della Massoneria e del liberalismo ateo. Per fortuna il popolo, che non poteva votare, la pensava diversamente.
Sono un tirolese di lingua tedesca, ma la mia famiglia, nelle opzioni del 1939, votò per restare in Italia. Quand’era ora fui chiamato alle armi e all’armistizio finii in mano tedesca, internato nello Stalag XVIIA, presso Vienna. Dopo due anni ci “liberarono” i Russi, che sembra volessero portarci in Siberia. Dopo l’accordo di Potsdam ci consegnarono agli Americani, che ci rimpatriarono. Dato che sono in argomento, devo criticare il comportamento dei nostri politici che a ogni piè sospinto rivangano la resistenza.
D’accordo che i tedeschi si sono comportati male, ma anche la resistenza comunista non è stata da meno. Vedasi Emilia Romagna, le foibe, etc. Un servizio su questo non sarebbe male.
La sua rivista mi piace tantissimo e la leggo da cima a fondo.
Con i migliori auguri ed incoraggiamento per il suo lavoro, la saluto distintamente, Antonio Barone Di Pauli von Treuheim, Bolzano.
Caro direttore,
La ringrazio di cuore per l’invio della sua rivista. Ne avevo sentito parlare così bene che l’attendevo con ansia. E non posso proprio dire di essere stato deluso nelle aspettative. Mi sarà sicuramente utile e preziosa.
“Il Timone”, a mio parere, dà un contributo notevole alla formazione. C’è bisogno di formazione, altrimenti “come dare ragione della speranza che è in noi”?
Quest’anno compio 27 anni e da due ho cominciato l’esperienza del catechista. Ho un gruppetto di ragazzi di 15 e 16 anni. Mi rendo conto che il vangelo, perché sia veramente afferrato e capito, deve mettere in crisi, deve diventare problema, deve far riflettere. Il cristiano di oggi rema contro corrente e questo, da tanti credenti, spesso non è nemmeno recepito, tanto sono ipnotizzati dalla mentalità comune. Ecco perché, secondo me, la sua rivista potrà essere di grande aiuto.
Parlare di attualità, storia, cultura con le armi della fede cattolica e della ragione non può che costituire un valido strumento per la testimonianza della Verità. Grazie mille.
Provvederò subito ad abbonarmi e cercherò di diffondere la rivista tra i miei amici, Marco Artuso, Bassano del Grappa (VI).
Ci scrive il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Egregio Direttore,
le sono davvero grato per avermi omaggiato dell’invio gratuito della rivista il Timone. Rivista che apprezzo moltissimo, come strumento qualificato della Nuova Evangelizzazione. Auguro davvero una maggiore diffusione e ringrazio il Signore per questi strumenti che sorgono nella Chiesa per arricchire a approfondire la fede cristiana. Invoco su di lei e su quanti collaborano alla realizzazione della rivista la benedizione del Signore,
Gualtiero Bassetti, Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
TIMONE N. 20 – ANNO IV – Luglio/Agosto 2002 – pag. 4 – 5