Il Timone n. 39 – anno 2005 –
Caro direttore,
con rinnovato entusiasmo ho letto l’ultimo numero della “nostra” rivista. Mi complimento con lei e i suoi collaboratori per lo splendido progetto di apostolato che mediante i vostri articoli realizzate. È evidentemente opera dello Spirito Santo se finalmente nell’attuale contesto storico emergono persone che come voi hanno il coraggio di dire la verità e svelare i falsi storici che corrodono ogni giorno la nostra identità di cristiani. Mediante il vostro lavoro mi è possibile proporre a molte persone, che mostrano un certo interesse alla conversione, gli strumenti materialmente utili per favorirla. A tal proposito mi permetto di offrirvi alcuni suggerimenti circa argomenti che a mio avviso sarebbe interessante che voi trattaste. Gira voce che stia per uscire la versione cinematografica de “Il Codice Da Vinci” e che la sola vendita del libro stia ottenendo grandi successi. In qualche numero precedente ho avuto il piacere di vedere come siate riusciti a individuare il pericolo prima ancora che si mostrasse nella sua vera entità, tanto che gli avete dedicato un articolo. Vi chiedo di approfondire questa tematica. Sarebbe interessante anche un articolo che parlasse più diffusamente dello Spirito Santo e dei suoi grandi doni, dato che mi sembra di avvertire una certa dimenticanza dei cattolici a tal riguardo. Mi complimento inoltre per gli splendidi spunti di riflessione che nell’ultimo numero mi avete offerto trattando della morte, tema scottante e quanto mai attuale e caro per me, data la recente scomparsa di una persona per me carissima. Lieta di rinnovare a breve l’abbonamento, vi raccomando al Padre Celeste con ogni preghiera. Buon lavoro,
Mariafrancesca Oggianu, Roma.
Caro direttore,
sono un vostro giovane e appassionato lettore, vi scrivo per farvi i complimenti da parte mia e di tutta la mia famiglia. Conosco il Timone da meno di un anno, ma gia dalla prima occhiata alla rivista avevo capito che non si trattava del solito punto di vista “politically correct” che non osa mai dire le cose come stanno realmente, a danno di tutta la società, e soprattutto di tanti cattolici, costretti a fare da capri espiatori di (quasi) tutti i mali. Vorrei chiedervi di trattare il tema del relativismo, perché mi piacerebbe avere delle ragioni forti per contrastare quanti lo teorizzano e lo accettano come se fosse vangelo. Nel frattempo vi auguro di continuare cosi, ringraziandovi di cuore (anche per la messa che fate celebrare il venerdì) con un piccolo aiuto economico, ma soprattutto con la preghiera. Un saluto,
Gabriele Botticini, Cortefranca (Bs).
Caro direttore,
ho ricevuto la copia omaggio de “Il Timone” e la ringrazio di cuore. Provvederò al versamento del bollettino per l’abbonamento annuale, . dato che ho apprezzato molto la rivista. Devo esprimere un parere fortemente positivo, dato che riscontra le esigenze di chi, come me, vuole interessarsi e conoscere molti aspetti della propria fede e della cultura cattolica, ma trova sempre meno tempo per leggere saggi e libri. Con “il Timone” avrò la possibilità di leggere ed affrontare in maniere chiara e sintetica argomenti di sicuro interesse. Credo che il vostro lavoro sia davvero grato al Signore, perché rischiara il cammino di noi, cristiani della domenica, sempre di corsa tra ufficio e impegni familiari, ma con il dovere morale di conoscere le radici del nostro essere cristiani nel mondo. Grazie e congratulazioni. Distinti saluti,
Marco Guizzi, Brescia.
Caro direttore,
sono una neo-insegnante di lettere alle prese con testi di letteratura palesemente marxisti e anticattolici. Preparare una lezione è un’impresa difficile: per ogni argomento bisogna prima smascherare le menzogne contro la Chiesa contenute nel libro e poi riabilitarne l’immagine con una vera e propria ritrattazione apologetica. Mi trovo alle prese col “Teatro italiano tra 1500 e 1700”. Lasciata la corte (luogo privilegiato del teatro in età rinascimentale), nel ‘600 la commedia scende in piazza dove compagnie ambulanti di attori danno vita a spettacoli generalmente improvvisati, basati sulla semplice comicità di quelle maschere ancora oggi famosissime, come Brighella, Arlecchino, Pulcinella, Pantalone. E questa produzione si diffonde in Europa con un successo strepitoso. Persino Molière e Shakespeare annoverano la Commedia dell’arte italiana tra le loro fonti. Peccato che certi critici moderni, parlando della Commedia dell’arte, piuttosto che vantarne i meriti preferiscano definirla un’espressione della crisi culturale verificatasi in Italia all’epoca della Controriforma! Eppure nessuna forma d’arte è mai stata così vicina al popolo come le commedie di Arlecchino. Paragonabili in questo forse solo ai drammi sacri. Difficile ammettere che in quel clima di “terrore” ci fosse spazio per forme culturali popolari, vero? Poveri critici marxisti, è dura essere gli “amici del popolo” quando c’è di mezzo la Chiesa.
Elisabetta Bagnato, Roma.
Caro direttore,
fra i frutti perversi di parte della produzione mediatica c’è, non di rado, il potere banalizzante degli slogan, delle frasi a effetto, che il più delle volte tacciono il “non dicibile”. Sulla fecondazione artificiale il dibattito virtual-mediatico è ricco di slogan. Fra questi, uno suona alla mia mente e al mio cuore pesantemente inaccettabile. Esso predica che, secondo la legge 40, “ogni embrione generato è destinato alla nascita”. Lasciamo perdere il “generato”: correttamente dovrebbe dirsi “prodotto”. Ma insomma! Come si può sostenere questa asserzione se si sa per certo che la massima parte non è destinata alla nascita, ma a una morte certa? Che presuntuosa, vergognosa ipocrisia. Ma c’è di più. Perché talvolta le parole sono pietre. Questi campioni della superbia scientista si appropriano addirittura del “destino” degli uomini-embrione prodotti nei loro alambicchi. È ora di finirla di prendere in giro la verità. E la gente. Il virus del “politically correct” sembra funzionare come l’AIDS: neutralizza i naturali anticorpi della ragione, del buonsenso, della onestà. La FIVET della legge 40 destina alla morte la massima parte dei concepiti in provetta. La verità è questa. Mario Paolo Racchi, Firenze.
Caro direttore,
ho letto il suo editoriale comparso nel n° 36 del Timone. Finalmente qualcuno che parIa chiaro! Sono le parole giuste che le mie orecchie desideravano sentire da molto tempo e che io stesso avrei voluto dire ma non ne sono capace e non ne ho la possibilità Grazie, Grazie, Grazie!
Continuate così con questa nostra rivista che, ne sono sicuro, viene dalla Provvidenza di Dio. Un ringraziamento a Lei e a tutti i suoi collaboratori con l’incoraggiamento ad andare avanti e a non mollare. Dio vi benedica,
Mario Lio, Spinea (VE).
COORDINAMENTO DEI CENTRI CULTURALI – AMICI DEL TIMONE
Il progetto di dare vita ad un “Coordinamento” dei Centri Culturali Cattolici che simpatizzano con “il Timone” è nato per rispondere ad una esigenza: quella di mettere in contatto tra di loro quei cattolici – e sono tanti – che vogliono operare efficacemente, attraverso un’opera di promozione e diffusione della cultura cattolica, per la nuova evangelizzazione della nostra bella Italia.
I Centri Culturali che vogliono aderire a questo “Coordinamento” si assumono un duplice impegno: 1) promuovere annualmente, nella città dove hanno sede, almeno un evento culturale (conferenza, convegno, mostra, cineforum, etc) di carattere apologetico, in collaborazione con “il Timone”; 2) sottoscrivere ogni anno almeno 10 abbonamenti al nostro mensile.
Da parte sua, anche “il Timone” si assume un duplice impegno: 1) organizzare annualmente una “Giornata di formazione”, di carattere apologetico, aperta ai membri dei Centri Culturali aderenti al “Coordinamento”; 2) avvertire gli abbonati del Timone che vivono nelle rispettive province ove operano i Centri Culturali affinché intervengano alle iniziative suddette promosse da questi ultimi. Si potrà così stabilire una amicizia solidale tra i nostri abbonati e i vari Centri Culturali. Inoltre, su ogni numero del Timone apparirà l’elenco aggiornato dei Centri Culturali che hanno aderito all’iniziativa. Rispetto a quello pubblicato in dicembre, questo mese registriamo un nuovo arrivo da Bologna.
Questo è solo l’inizio di un progetto apostolico. Lo affidiamo a Dio, a Maria Vergine e alla vostra preghiera. Se dovesse portare frutto, si creerà una crepa nel monopolio culturale anticristiano oggi imperante in Italia. Una crepa che dovremo allargare sempre più, allo scopo di farvi emergere tutto “lo splendore della verità”.
HANNO FINORA ADERITO ALL’INIZIATIVA
SCADENZA ABBONAMENTO
Invitiamo ogni abbonato del Timone a prendere visione della scadenza del proprio abbonamento, prestando attenzione all’avviso che si trova sul modulo di conto corrente postale allegato alla spedizione. Per sua comodità, e tenendo conto del tempo necessario alle Poste per comunicarci i rinnovi, noi invieremo anche il numero del Timone successivo alla scadenza. Per esempio: chi ha sottoscritto un abbonamento che scade con l’invio di questo numero (n. 39), riceverà anche il numero successivo (n. 40). Ma se entro questo lasso di tempo non riceviamo il versamento di rinnovo, il suo nominativo verrà purtroppo depennato. Siamo grati a tutti coloro che, rinnovando per tempo l’abbonamento, mostreranno con ciò di apprezzare il nostro apostolato a mezzo stampa. Ricordiamo a tutti gli abbonati, vecchi e nuovi, che ogni settimana un sacerdote celebra due Sante Messe per loro: è il nostro modo per ringraziare.
IL TIMONE – N. 39 – ANNO VII – Gennaio 2005 pag. 4-5