DIFESA DELLA VITA
GIUSEPPE GARRONE (a cura di) Ma questo è un figlio (Testimonianze di donne vittime dell’aborto), Presentazione di S. E. Cardinale Alfonso Lòpez Trujillo, Gribaudi, Milano 2000, pp. 128, L. 12.000
“Quello sguardo non mi abbandonò più. Ancora oggi spesso calcolo con la mente l’età che avrebbe mio figlio, se ci fosse, con la fantasia lo plasmo più o meno alto, con i capelli chiari o scuri… Gli parlo, ma soprattutto spesso, piangendo gli chiedo perdono. Continuo a pensare queste cose in modo ossessivo, con ansia e rimorso. Se solo si potesse tornare indietro e stringere quel figlio tra le braccia!”.
Una testimonianza come questa, pubblicata quattro anni fa (quando ricorreva il ventennale dell’entrata in vigore della legge italiana sull’aborto) dimostra che quel gesto che viene spesso definito con l’espressione eufemistica di “interruzione volontaria della gravidanza” è fortemente animato da una volontà distruttrice della vita.
Dell’aborto è quindi possibile, umano, ragionevole pentirsi.
Infatti, non vive bene una donna che ha praticato l’aborto, perché il rifiuto di quello che all’inizio poteva sembrare un piccolo e imbarazzante incidente di percorso porta inevitabilmente e terribilmente con sé il rigetto folle della vita in tutte le sue forme; e allora un’apparente liberazione si trasforma in angoscia e in rimorso lancinante. E non c’è via di scampo, se non la conversione totale, il ritorno o l’approdo a un orizzonte umano e religioso, in cui la vita è sacra in quanto dono di Dio e le donne sanno ancora essere madri.
Semplici testimonianze, “un canto alla vita, innalzato da chi la vita l’ha soppressa nel suo stesso sorgere”, dice il Cardinale Lòpez Trujillo nella Presentazione. Il libro ha avuto un successo strepitoso perché, in due anni (1998-2000) ha raggiunto il record di cinque edizioni. (Giuseppe Bonvegna)
TESTIMONI
ALESSANDRO MASSOBRIO, Ettore Vernazza, L’apostolo degli incurabili, Città Nuova, Roma 2002, pp. 240, € 15,00
Va dato merito ad Alessandro Massobrio, giornalista e docente di italiano e latino, collaboratore di numerosi quotidiani e periodici nonché autore di diverse opere tra le quali ricordiamo Storia della Chiesa (Roma 1997), di averci fatto conoscere la figura e l’opera di Ettore Vernazza (1470ca – 1524), ricco notaio genovese, discepolo di santa Caterina da Genova, che seppe mettere a frutto il suo ingegno poliedrico per impiegare le sue ricchezze a favore dei poveri, unendo questo apostolato caritatevole ad una profonda spiritualità ed ad una fede vissuta intensamente, con confessione e comunione settimanale. A lui si deve la costituzione e l’organizzazione di molti istituti di assistenza e di beneficenza, I cosiddetti Ospedali per gli Incurabili, a Genova, Roma e Napoli, che a quel tempo rappresentavano la soluzione più avanzata per risolvere i gravi bisogni del meno abbienti. All’instancabile opera di questo autentico apostolo si devono far risalire anche la costruzione di un lazzaretto, di istituti per ragazze povere e, preoccupandosi della formazione culturale non meno di quella spirituale, l’istituzione di cattedre di diritto, medicina, grammatica, retorica, filosofia e teologia, tanto da essere considerato uno dei fondatori dell’Università di Genova. Insomma, ecco un esempio di come un cristiano che viva la sua fede con profonda convinzione sia capace di trasformare il mondo e di guadagnare uomini e donne alla causa di Dio e della Chiesa, che Massobrio ci presenta con rigore storico e un accattivante stile romanzesco. (GB)
SINDONE
O. PETROSILLO – E. MARINELLI”, La Sindone. storia di un enigma, Rizzoli, Milano, prefazione di Vittorio Messori, pp. 304, € 8.73.
Questo prezioso e completo “manualetto sindonologico”, tradotto in cinque lingue e giunto alla sua quinta edizione, ha avuto il grande merito di rompere il silenzio calato su tutto il mondo dopo che, nel 1988, un’équipe internazionale di “esperti” aveva dichiarato la Sindone essere un inconfutabile falso medievale. Oltre a smontare pezzo per pezzo tale superficiale dichiarazione, e senza risparmiare accuse anche molto pesanti, peraltro mai confutate, gli autori dimostrano chiaramente, se mai ce ne fosse bisogno, quanto certa “scienza” condizionata dai consueti pregiudizi emotivo-ideologici, sia in realtà ben più superstiziosa della “superstizione” che si prefigge di sfatare e finisca per crollare miseramente se messa di fronte alla scienza vera. E a noi, spesso inchiodati a complessi di inferiorità e sensi di colpa di fronte al mondo laico, insegnano a diffidare sempre di tesi tanto semplicistiche quanto universalmente riconosciute e ad approfondire sempre. Come ha detto Messori, “un libro da non perdere”. (Elisabetta Sala)
STORIA
RENATO CIRELLI, La Questione Romana. Il compimento dell’unificazione che ha diviso l’Italia, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1997, pp.144, L 15.000
Il libro di Renato Cirelli è la ricostruzione storica della prima fase della cosiddetta “Questione Romana”, la storia dei tentativi messi in atto dai Governi Italiani, nel decennio successivo all’unificazione, per cercare di rimarginare la ferita apertasi tra il neonato Stato italiano e la Santa Sede, quando, alla fine della Seconda Guerra d’Indpendenza (1859), l’Emilia Romagna e la Toscana, appartenenti allo Stato della Chiesa, furono annesse al Regno sabaudo. La classe politica liberale responsabile dell’annessione, infatti, avvertendo enorme difficoltà di governare un Paese ancora “popolarmente” cattolico, prende in considerazione la possibilità di venire incontro alla Chiesa, attraverso alcuni tentativi di mediazione condotti da illustri personaggi di area liberale e cattolica. Ma gli approcci di conciliazione non portano ad alcun risultato a causa della scarsa convinzione di concludere da parte del Governo piemontese prima e italiano poi, e delle pressioni degli ambienti anti-clericali. Il volume prende in considerazione anche le vicende immediatamente successive al fallimento delle azioni diplomatiche, e in particolare i fatti , che, nel 1870, determinarono l’uscita da Roma del contingente di difesa francese e la conquista della Città Santa da parte dell’esercito italiano al comando del generale Raffaele Cadorna. I diciotto brevi capitoli di Renato Cirelli vogliono essere una semplice guida introduttiva a un problema complesso, la cui conoscenza è indispensabile per chiunque desideri capire il nodo fondamentale del Risorgimento e darne un giudizio sereno. A questa istanza, ispirata a un sano revisionismo storico soddisfano certamente l’introduzione di Marco Invernizzi, il quadro cronologico degli avvenimenti, le tre appendici (che riportano i principali documenti relativi alla vicenda) e l’utilissima i bibliografia finale. (Giuseppe Bonvegna)
STORIA
MASSIMO VIGLIONE, Le insorgenze (Rivoluzione & Controrivoluzione in Italia 1792-1815), Edizioni Ares, Milano 1999, L. 32.000
Con il termine “insorgenza” si indica l’insieme di quelle rivolte popolari che divamparono in Italia nel periodo compreso tra il 1792 e il 1815, e che videro come protagonisti centinaia di migliaia di persone che si mobilitarono per la difesa della fede cattolica e della propria cultura e tradizione, minacciate e violentate dagli invasori francesi e da sparuti, ma influenti, complici locali della “grande Rivoluzione”. Le gesta di questo popolo cattolico, autore di un’autentica resistenza capace di opporsi con coraggio all’avanzata delle idee e dei sistemi rivoluzionari anticristiani, sono raccontate da Massimo Viglione, docente presso la cattedra di storia Moderna all’Università di Cassino. E gli si deve essere grati, visto che certa cultura di stampo laicista preferisce tacere quando non distorcere il senso di questi eventi, indispensabili per comprendere, tra l’altro, anche la trama e il significato di quel Risorgimento, che seguirà al periodo delle insorgenze, segnato dalla violenza e dall’inganno. (GB)
APOLOGETICA
STEFANO ALBERTO [a cura di], Vangelo e storicità. Un dibattito, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1995, pp. 554, L. 15.000.
Don Stefano Alberto, che attualmente insegna Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha curato la raccolta di articoli pubblicati sul settimanale “Il Sabato” e il mensile “30 Giorni” e dedicati ad un argomento di straordinaria importanza per chi si occupa di apologetica: la credibilità storica del racconto evangelico. Grazie ai contributi di prestigiosi studiosi (da Ratzinger a C.P. Thiede, da Marta Sordi a Carmignac), viene ribadita la convinzione, bimillenaria nella Chiesa ma negata da certa pseudoteologia protestante e catto-modernista, della credibilità storica dei Vangeli i quali, scritti in ambiente ostile e in epoca assai vicina ai fatti che raccontano, quando testimoni oculari ancora vivi potevano facilmente smentirli, narrano fedelmente le vicende di Gesù di Nazareth. Speciale attenzione viene rivolta al famoso frammento “7Q5”, scoperto a Qumran, datato verso la metà del I secolo e che contiene alcune lettere di Vangelo di san Marco. Il quale a soli due decenni dalla morte di Gesù era già conosciuto. Una sezione che si occupa del “caso Carmignac”, il sacerdote francese recentemente scomparso che sosteneva essere i Vangeli sinottici scritti originariamente in lingua semitica e un’altra dedicata alle scoperte archeologiche più significative degli ultimi decenni in Palestina completano il volume, che non può mancare nella libreria di ogni apologeta. (GB)
ISLAM
STEFANO NITOGLIA, L’Islam com’è. Un confronto con il Cristianesimo, Il Minotauro, Roma 2002, pp. 142, € 12,00.
Avvocato, direttore dell’agenzia di stampa “Corrispondenza romana”, Stefano Nitoglia, in un volumetto agile e di facile lettura, ma assai documentato, ci presenta la dimensione totalizzante dell’Islam, religione, anche ma non solo per questa ragione, assai differente dal Cristianesimo. La natura dell’Islam, i suoi principi teologici e morali, le sue mire politiche e sociali vengono presentati alla luce di una corretta interpretazione e consentono un sereno confronto con la religione cristiana, confronto dal quale si evince che se è vera e rivelata (come in realtà è vera e rivelata!) la religione cristiana non altrettanto si può dire di quella musulmana. Uno strumento, questo lavoro di Nitoglia, oggi quanto mai utile per districarsi nel confuso labirinto delle interpretazioni edulcorate e fuorvianti sui rapporti tra Cristianesimo e Islam, conoscere il quale è importante se si vuole approntare, con coraggio e con fermezza, una qualsiasi opera evangelizzatrice anche nei confronti dei seguaci di Maometto, che abitano ormai sempre più numerosi le nostre terre. (GB)
TIMONE N. 19 – ANNO IV – Maggio/Giugno 2002 – pag. 60 – 61