Il Timone n. 43 – anno 2005 –
Aldilà delle indicazioni ricavabili dal Dossier, in questa pagina abbiamo scelto alcuni titoli, di/su Giovanni Paolo II “Il Grande”, che riteniamo emblematici e significativi in vari campi, tra gli innumerevoli in cui il Papa si è soffermato, e di cui gli interpreti dovranno occuparsi nell’analizzarne la poliedrica produzione culturale, filosofica e pastorale. Come sempre accade in questi casi, la scelta dei titoli è stata sofferta e ha l’unico scopo di provare a fornire spunti di approfondimento per i quali – ne siamo consapevoli – una vita intera non sarebbe sufficiente.
AUTOBIOGRAFICI
GIOVANNI PAOLO II, (con Vittorio Messori:) Varcare la soglia della speranza, Mondadori, Milano 1994, pp. 260 (ult. ed. 2004, € 10,00) – Dono e mistero (nel 50° del mio sacerdozio), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996, pp. 120, € 7,75 – Alzatevi, andiamo!, Mondadori, Milano 2004, pp. 180, € 15,00.
Grande scalpore fece, nel 1994, il primo libro-intervista di un Pontefice (sollecitato dalle acute domande di Vittorio Messori). E, sulla stessa scia, ma approfondendo ulteriormente la vena autobiografica e intima, negli anni seguenti sono stati pubblicati altri due straordinari volumi di ricordi personali.
Pagine toccanti per tutti, ma particolarmente commoventi per chi l’abbia amato. Ma anche pagine esigenti, provocatorie, che cercano di parlare all’uomo in quanto tale, di porlo davanti alle domande della vita, di segnalare un percorso possibile. E che non si fermano quando si tratta di raccontare, da cuore a cuore, la propria risposta a una vocazione che è andata sempre più chiarendosi e approfondendosi (Sacerdote, Vescovo, Arcivescovo, Cardinale, Papa), fino a donarsi totalmente al Signore, definitivamente consumato, il 2 aprile 2005.
TEATRO
GIOVANNI PAOLO II, La bottega dell’orefice, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 199211, pp. 100, € 5,16.
Forse l’opera poetica più compiuta di Karol Wojtyla, apparsa in polacco nell’anno di Amore e Responsabilità, che affronta lo stesso tema – l’amore sponsale –, ma dal punto di vista filosofico. Tre coppie – prima fidanzati e poi sposi – affrontano le situazioni cruciali dell’amore tra uomo e donna: l’innamoramento, il matrimonio, la paternità, la vedovanza, l’amore in crisi. Ad unire le vicende, i personaggi di Adamo, emblema della Verità sull’uomo, e l’orefice, capace di valutare l’amore con la bilancia che pesa le fedi d’oro. Da questo testo la Rai trasse un pregevole film, purtroppo oggi introvabile.
Quanto al libro, lo suggeriamo come testo base per i corsi per fidanzati, oltre che per chi vuole (ri)scoprire la genialità spirituale dell’autore, perché contiene, con parole di intensa bellezza e profonda verità, ciò che è richiesto per costruire una vita a due sorretta da un amore autentico. Citiamo solo una frase emblematica: «L’amore è una sfida continua. Dio stesso forse ci sfida, affinché noi stessi sfidiamo il destino». (Paola Premoli)
CATECHESI SULLA FAMIGLIA
GIOVANNI PAOLO II, Amore e responsabilità, Marietti 1820, Milano 1996, pp. 248, € 14,00 – Uomo e donna lo creò (Catechesi sull’amore umano), Città Nuova, Roma 20015, pp. 528, € 33,50.
«Ognuno vive soprattutto per l’amore. La capacità di amare autenticamente, non la grande capacità intellettuale, costituisce la parte più profonda di una personalità», scriveva a un’amica il giovane sacerdote Wojtyla nel 1956. E proprio dai colloqui con giovani coppie di amici nacque l’opera filosofico-pastorale Amore e responsabilità, che delineò i fondamenti di una vera e propria “teologia del corpo” che, da Papa, tra il 1979 e il 1985 ebbe modo di approfondire in 130 appuntamenti di catechesi del mercoledì (udienze raccolte, appunto, in Uomo e donna lo creò). Come sottolinea Weigel, «il mondo e la Chiesa saranno già entrati, e da un pezzo, nel XXI secolo, prima che la teologia cristiana abbia assimilato fino in fondo i contenuti delle centotrenta catechesi tenute da Giovanni Paolo II nel corso delle udienze generali». Un percorso affascinante, che non si ferma a generiche frasi fatte né ad astratte esortazioni, ma arriva – con estrema densità e acume – a sondare il nucleo dell’amore umano, getta le basi per un approccio alla sessualità non solo che rispetti, ma addirittura che esalti la dignità dell’uomo e della donna.
BIOGRAFIA
GEORGE WEIGEL, Testimone della speranza (La vita di Giovanni Paolo II, protagonista del secolo), Mondadori, Milano 1999, pp. 1290, (ult. ed. Oscar 2001, € 14,98).
Nonostante negli anni siano apparse numerose biografie di Giovanni Paolo II, ci sentiamo tuttora di consigliare, a neofiti e non, quella monumentale di George Weigel (autore, nel 1992, de L’ultima rivoluzione, sul ruolo della Chiesa nella caduta del comunismo). E non solo perché l’autore si è avvalso di oltre venti ore di colloqui personali con il Papa, né perché lo stesso Pontefice aveva dato il via libera a Weigel per intervistare i suoi collaboratori e frugare negli archivi vaticani. Ma anche, e soprattutto, per la profondità, l’assenza di pregiudizi e la straordinaria visione d’insieme (da vero storico) con il quale sono analizzate la vita, l’opera e la personalità di Wojtyla, cercando cause e radici, e mettendo in relazione tra loro posizioni, avvenimenti e circostanze apparentemente lontane (basti pensare che oltre un quarto del volume è dedicato al periodo precedente l’elezione del 1978). Insomma, siamo lontani anni luce da quelle operazioni commerciali, ambigue e talvolta addirittura sciacallesche con cui troppi giornalisti e (sedicenti) storici hanno affrontato non solo la vita, ma anche la morte di Giovanni Paolo II “Il Grande”.
L'ULTIMO LIBRO
Giovanni Paolo II, Memoria e identità
Conversazioni a cavallo dei millenni,
Mondadori 2005, pp. 226, € 16,00.
Con Memoria e identità Papa Giovanni Paolo II ha scritto il suo ultimo libro. In esso appare chiaro il filo conduttore della storia moderna e in particolare cosa il Papa pensi riguardo alle radici delle due ideologie totalitarie che hanno insanguinato il ventesimo secolo: «Nel corso degli anni si è venuta formando in me la convinzione che le ideologie del male sono profondamente radicate nella storia del pensiero filosofico europeo» (p. 18). Giovanni Paolo II si riferisce qui a quel radicale cambiamento di prospettiva che la filosofia (in quanto ricerca della verità condotta con la ragione naturale) ha conosciuto nel corso dell’età moderna e che si esprime pienamente nell’opera di Cartesio, il filosofo del Seicento per il quale in sostanza la realtà è di secondaria importanza rispetto al pensiero. Lo mette bene in evidenza il Santo Padre quando scrive che, dopo Cartesio, «Dio si riduceva ad un contenuto della coscienza umana […] Era rimasta soltanto l’idea di Dio, come tema di una libera elaborazione del pensiero umano» (p. 21). Si passava «dal realismo all’idealismo», ossia dal primato delle cose e della realtà a quello del pensiero di chi le pensa, o, per meglio dire, dal primato della realtà e della verità che essa porta con sé, a quello dell’uomo, che in tal modo rischia di ritenersi come colui che deve giudicare di quella realtà, come se ne fosse lui stesso l’origine. Insomma, per utilizzare sempre le stesse parole del Papa, «se l’uomo può decidere da solo, senza Dio, ciò che è buono e ciò che è cattivo, egli può anche disporre che un gruppo di uomini debba essere annientato».
Papa Giovanni Paolo II guarda agli eventi malefici indagandone le radici, in una prospettiva che non lascia spazio alle apparenze che talvolta distolgono dall’effettiva realtà delle cose. Dopo aver ricordato che, senza riferimenti alla natura e a Dio, l’uomo finisce per fare ciò che vuole, semplicemente perché lui stesso diviene arbitro e giudice di ogni contesa, il Santo Padre sottolinea che divengono possibili sia gli stermini che la storia del Novecento documenta (contro gli ebrei, contro i dissidenti del comunismo e così via) sia altri attualissimi attacchi alla morale naturale (l’aborto, le unioni omosessuali da riconoscere come alternative alla famiglia, addirittura capaci di adozione di bambini) di cui molti oggi non paiono rendersi conto, esattamente come i molti che, a loro tempo, non si accorsero dell’incredibile malvagità e delle nefandezze legate al nazismo e al comunismo.
Memoria e identità esprime appieno il valore dell’esperienza, della conoscenza dei fatti, della lucida lettura degli avvenimenti (quindi la memoria), al fine di ripensare ancora una volta la verità sull’uomo (e quindi la sua identità). Non sarebbe storia un mero ripensare eventi del passato senza avere a cuore la ricerca della verità, e quindi la comprensione dell’uomo e della sua natura. Il grande tema del male, cruciale per gli uomini di tutti i tempi perché attraversa immancabilmente le loro vicende, può essere affrontato solo in questa prospettiva. Solo conoscendo l’uomo, solo sapendo che del male nella storia egli dovrà sempre fare esperienza e che non è possibile cancellarlo in questo mondo, e solo nella certezza che l’unico vero limite del male è rappresentato dal Bene (il Bene vince sempre ogni malvagità), soltanto alla luce di questa comprensione è possibile che l’esperienza del male assuma senso. Il Papa comprende la storia e il male che l’accompagna perché gli è chiara l’identità dell’uomo manifestatasi con verità in Cristo e custodita nella memoria (tecnicamente: «Tradizione») della Chiesa.
(Roberto Di Ceglie)
IL TIMONE – N. 43 – ANNO VII – Maggio 2005 – pag. 62-63