La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria avviene nel 1854 ad opera di Pio IX.
Altro non si fece che evidenziare una verità da sempre creduta nella Tradizione della Chiesa, come in più parti chiarisce la Bolla Ineffabilis Deus con cui venne proclamato il dogma in esame: «Fin dai tempi più antichi [tale dottrina] era intimamente radicata nel cuore dei fedeli e veniva mirabilmente diffusa dall’impegno e dallo zelo dei vescovi del mondo cattolico».
Lo stesso Pio XII confermerà un secolo dopo questa linea, affermando: «Lo attestano gli scritti dei santi padri, i concili e gli atti dei romani pontefici, (…) le antichissime liturgie e (…) tutte le comunità dei cristiani orientali».
Ma esattamente di che cosa si tratta? Di credere che la beatissima Vergine Maria sin dal primo istante sia stata concepita libera da ogni macchia di colpa originale per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo (CCC n. 491).
Luca, infatti, riferisce che l’arcangelo Gabriele chiama Maria “piena di grazia” (1,28), mentre Elisabetta saluta Maria come la “benedetta fra tutte le donne” (1,42). È piena di grazia perché l’incarnazione del Verbo, l’unione della natura divina con quella umana in Cristo, si realizza e compie proprio in lei e perché la grazia salvifica di Cristo agisce in lei sin dal primo istante della sua esistenza.
La sua singolarità ben emerge dalle seguenti parole di Giovanni Paolo II: «Nell’ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa, nell’ordine della generazione terrena, diede vita come madre. La liturgia non esita a chiamarla “genitrice del suo Genitore” e a salutarla con le parole che Dante Alighieri pone in bocca a S.Bernardo: “figlia del tuo Figlio”».
Aggiungiamo con Pio IX che Dio «la ricolmò – assai più di tutti gli spiriti angelici e di tutti i santi – dell’abbondanza di tutti i doni celesti in modo tanto straordinario, perché Ella (…) mostrasse quella perfezione di innocenza e santità da non poterne concepire una maggiore dopo Dio».
Pure san Luigi M. Grignion di Montfort, nel suo famoso trattato, volle significarne la pienezza di perfezione riportando la felice espressione: «Tutto ciò che conviene a Dio per natura conviene a Maria per grazia».
Alla luce di quanto sopra, quindi, risulta intuibile la grandezza di Maria anche nel piano salvifico che Dio ha stabilito per l’uomo. Ella, prima come umile serva “obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano” (Sant’Ireneo); poi, assunta in cielo e quale Regina dell’universo, continua a ottenerci le grazie della salute eterna. Affidiamoci dunque fiduciosi alla nostra amorevole Madre.
LOURDES
BIBLIOGRAFIA
Alberto Torresani, Storia della Chiesa, Ares, 1999, p. 639.
Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris Mater, 25 marzo 1987.
Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC).
Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854.
Pio XII, Enclica Fulgens Corona, 8 settembre 1953.
S. Luigi M. Grignion di Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, Roncade (Tv) 1989, p. 77.
Sant’Ireneo, Adversus Haereses, III, 22, 4.
Dossier: Lourdes
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