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9.12.2024

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L’Islam e il magistero della Chiesa
31 Gennaio 2014

L’Islam e il magistero della Chiesa

 

 

 

L'intensificarsi dei flussi migratori ha reso indispensabile comprendere la portata di un contatto con persone di altre tradizioni religiose, soprattutto con i musulmani, oggi molto presenti in Italia ed in quell'Europa dalle radici greche, romane e cristiane. Nella dichiarazione Nostra aetate (1965) leggiamo: "La Chiesa cattolica nulla rigettadi quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini" (n 2).
E continua: "La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio (di Abramo) […J, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini" e che li giudicherà nel giorno finale. Essi "onorano la sua Madre Vergine, Maria (.. .). Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno" (n.3).
Ciò non implica l'accettazione di una mentalità improntata ad un relativismo religioso, ad una visione sincretista e ad "un facile e ingannevole irenismo" (Tertio millenio adveniente, n. 53). Infatti, la Chiesa, consapevole dell'unicità e universalità salvifica di Gesù e di se stessa, considera in modo oggettivo quale situazione gravemente deficitaria quella dei seguaci delle altre religioni (Dominus Jesus, n. 22) e propone due strade complementari per incontrare i musulmani: l'annuncio di Cristo – che è "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6) – e il dialogo interreligioso svolto sia a livello istituzionale sia a livello di singoli fedeli con il loro esempio di vita e con la loro opera (cfr Redemptoris missio, n. 11). Un dialogo che non si limiti ad evidenziare i punti comuni, ma anche le difficoltà attuali in cui versano le minoranze cristiane nei paesi musulmani e le differenze teologiche (Dio è uno e non trino, Gesù è solo un profeta, etc.), culturali e giuridiche (la religione coincide con la politica, la poligamia, l'assenza di libertà religiosa, il singolo è difeso solo in quanto membro della comunità e non in quanto uomo con una sua dignità, etc). Un dialogo volto ad una reale conoscenza reciproca e che soprattutto consenta ai musulmani di avere una comprensione giusta della vera fede, della vita della Chiesa e del contesto culturale cui si avvicinano.
Per fare ciò è necessario per i fedeli il recupero e l'approfondimento dei valori fondamentali della tradizione cristiana (Sinodo dei vescovi – 1999). Deve essere infine un dialogo fondato nella speranza e nella carità, alimentato dalla preghiera e dal sacrificio.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA 

 

Gianni Baget Bozzo, Di fronte all’Islam. Il grande conflitto, Marietti, Genova 2001.
Giovanni Cantoni, Aspetti in ombra della legge sociale dell’Islam. Per una critica della vulgata “islamicamente corretta”, Centro Studi sulla Cooperazione “A. Cammarata”, S. Cataldo 2000.
Roberto De Mattei, Guerra Giusta – Guerra Santa, Piemme, Casale Mon.to 2001.
Stefano Nitoglia, l’Islam com’è. Un confronto con il Cristianesimo, Il Minotauro, Roma 2002.
Aiuto alla Chiesa che soffra (a cura di), Rapporto 2001 sulla Libertà Religiosa nel mondo, ACS, Roma 2001.
Silvia Scaranari Introvigne, L’Islam, Ellenici, Leumann (Torino) 1998.

 

 

 

 

 

 

Dossier: I cristiani e l'islam: la difficile convivenza

 

TIMONE  N. 19 – ANNO IV – Maggio/Giugno 2002 – pag. 42

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